SCHELETRI
DI SAN FELICE CIRCEO ICONE DELL’ABUSIVISMO. I RITARDI NELLA DEMOLIZIONE A QUARTO
CALDO NEL DOSSIER MARE NOSTRUM DI LEGAMBIENTE
di
Federico Domenichelli
Passato
quasi un anno dall’avvio degli abbattimenti degli scheletri di Quarto Caldo, ma
il lavoro delle ruspe s’è fermato ben presto. E oggi, a otto mesi dall’inizio di
quelle demolizioni, la testimonianza del «Sacco del Circeo» torna alla ribalta
delle cronache nazionali. I celebri scheletri sono stati inseriti infatti
all’interno del rapporto «Mare monstrum» presentato ieri a Roma da Legambiente.
La maxi lottizzazione di Quarto Caldo, immersa nel Parco Nazionale del Circeo,
figura tra i cinque reati ambientali più gravi, ovviamente in materia di
abusivismo, consumati su spiagge o coste rocciose a ridosso del mare. E a San
Felice c’è l’aggravante di aver deturpato con oltre 25.000 metri cubi di cemento
un’area di enorme pregio naturalistico, ricadendo nel comprensorio del Parco
Nazionale. Dopo una querelle giudiziaria durata quasi quarant’anni, a ottobre
sembrava che la storia degli scheletri di Quarto Caldo fosse sul punto di
concludersi. Invece no. Le ruspe hanno abbattuto solo una parte delle strutture
incomplete di cemento e tutto, solamente dopo qualche settimana di lavoro, s’è
fermato un’altra volta. E il motivo è sempre lo stesso: intoppi burocratici.
Dapprima gli uffici competenti del Comune di San Felice Circeo non avevano
redatto il primo stato d’avanzamento lavori; poi, con enorme ritardo, alla fine
questo documento è uscito fuori. Ma le demolizioni ancora non riprendono. Pare
che infatti i soldi per pagare questa prima tranche di lavori non siano ancora
arrivati all’ente di piazza Lanzuisi. Già, perché a finanziare l’opera sarà per
intero il Parco Nazionale del Circeo, ente che, grazie ad un fondo ministeriale
di 250.000 euro, riuscirà a coprire le spese di tutte le demolizioni (sempre che
questa vengano poi portate a termine). L’assessore ai Lavori Pubblici Corrado
Capponi, interpellato nei giorni scorsi in merito alle opere da realizzarsi in
breve termine ed ovviamente anche attorno alle demolizioni di Quarto Caldo, ha
rassicurato che gli abbattimento dovrebbero riprendere al più presto. Anche
perché fino ad allora San Felice Circeo avrà da una parte il primato per la
pulizia delle acque marine e le bellezze naturalistiche, mentre dall’altra
continuerà ad essere citato a livello nazionale (e non solo) per gli scempi
ambientali ed il cemento illegale che deturpano il Parco.
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