LE
SPIAGGE DEL DEGRADO. DURO INTERVENTO DI LEGAMBIENTE SABAUDIA SULLO STATO DEGLI
ARENILI DEL PARCO
di
Federico Domenichelli
Le
spiagge del Parco Nazionale del Circeo versano in uno stato indecoroso, sebbene
oramai la località balneare di Sabaudia sia entrata nel cuore della stagione
turistica. La denuncia proviene dal Circolo Larus Legambiente, che riporta
l’attenzione su problemi quali passerelle divelte, immondizia sugli arenili ed
erosione. Adesso che le elezioni comunali sono giunte al termine e Sabaudia ha
una nuova amministrazione, è necessario intervenire con urgenza. Nonostante i
luoghi del Parco Nazionale del Circeo siano noti in tutto il mondo, raccontati
anche da Pasolini e Moravia, nonché nelle opere di Emilio Greco, oggi quegli
stessi luoghi sono continuamente e quotidianamente deturpati dall’indifferenza e
dalla maleducazione. «Il patrimonio costiero e dunale – scrive in una nota il
Circolo Larus Legambiente – sta degradando. Le condizioni della spiaggia sono
pessime e non degne di un parco nazionale. Immondizia e passerelle divelte,
consumate dalle mareggiate e non adeguatamente mantenute, fanno mostra di sé,
rivelando gli effetti di una colpevole incuria e generando pericoli per chi ne
usufruisce, incentivando peraltro i turisti a trovare nuovi varchi tra le
delicate dune, con il rischio di produrre gravi danni ambientali». Un quadro che
di certo non appare dei migliori, anche perché oramai la stagione balneare è
iniziata da un pezzo e migliaia di turisti ogni giorno si riversano sulle
spiagge di Sabaudia. «Ad elezioni amministrative concluse, passato il bailamme
di promesse, annunci e polemiche – proseguono dal Larus – è urgente intervenire
con competenza, determinazione e capacità organizzativa, affinché termini questo
indecoroso spettacolo». Uno spettacolo che, a voler essere precisi, va avanti da
mesi nell’indifferenza più totale. Basti pensare che proprio il Larus nel mese
di marzo aveva prodotto un dossier documentato, ma all’indignazione generale non
hanno fatto seguito interventi concreti volti a risolvere il problema. «L’area
protetta – concludono da Legambiente – deve tornare ad essere accogliente,
adeguatamente curata e capace di promuovere il territorio».
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