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«MOSTRI» IN RIVA AL MARE CEMENTO E INFRAZIONI IN AUMENTO LUNGO LA COSTA, I
NUMERI DI LEGAMBIENTE LAZIO
È
un mare martoriato, insieme alla costa, quello fotografato da Legambiente per
l’ultimo dossier «Mare Monstrum» relativo alle illegalità commesse; esattamente
2,9 ogni chilometro di litorale laziale, con un incremento del 59,3% nel 2012
(1.050 i casi in totale). Il peso più importante se lo porta dietro l’abusivismo
edilizio in aree demaniali per il quale il Lazio è ottavo nella «speciale»
classifica nazionale. Certamente il cemento illegale ha legami profondi e
accertati con la presenza della criminalità organizzata in questa provincia. E
infatti, come ricorda anche il presidente di Legambiente, Lorenzo Parlati,
«secondo la Procura Nazionale Antimafia, la provincia di Latina sarebbe quella
che nel Lazio è più interessata da fenomeni criminali con ben 253 beni
sequestrati e 123 confiscati, per un valore complessivo di 280 milioni di euro».
L’abusivismo edilizio ha un ruolo in questa scenario, specie nelle aree di
maggiore pregio e come tali sotto tutela. Nel rapporto di Legambiente c’è anche
l’elenco dei «mostri» sequestrati negli ultimi mesi: villa con piscina e
pertinenze sul lungomare di Vindicio a Formia costruita a ridosso di un
complesso archeologico; dieci ville plurifamiliari nel Parco del Circeo; l’ex
fabbrica Desco di Terracina, (poi dissequestrata); gli abusi nell’Hotel Grotta
di Tiberio a Sperlonga, di cui è contitolare il presidente dell’amministrazione
provinciale, Cusani; Villa Fendi a Sabaudia; gli abusi nel camping
Sant’Anastasia a Fondi; l’abuso contestato al giornalista Bruno Vespa a Ponza...
«Nel Lazio - sottolinea Parlati - crescono in modo incredibile le infrazioni sul
mare e sulle coste, attaccate sul fronte dell’abusivismo, della pesca illegale,
della navigazione fuorilegge. I numeri aumentano in modo davvero preoccupante,
addirittura quasi del 60%, da un lato di certo per il buon lavoro delle forze
dell’ordine e delle Procure ma anche perché si continua a pensare che il mare è
una risorsa da sfruttare fino allo stremo. Servono allora nuove politiche
regionali per tutelare una delle risorse più importanti sul fronte ambientale e
anche su quello economico. Ci aspettiamo si riavvii la discussione sul piano
delle coste e della tutela delle acque».
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