Renzi l'ha spuntata: primarie Pd 15 dicembre aperte a tutti
Tanto tuono', che alla fine l'ha spuntata. Matteo Renzi ha
avuto tutto, o quasi, quello che voleva. Le primarie del Pd per la segreteria si
svolgeranno il 15 dicembre e non saranno limitate ai soli iscritti ma saranno
aperte a tutti. Proprio come desiderava il sindaco, che vuole sconfiggere "i
capicorrente romani". Verra' invece stabilita la separazione dei ruoli tra
segretario e candidato premier. Piu' precisamente, il segretario non e'
automaticamente il concorrente per palazzo Chigi, ma puo' essere uno degli
sfidanti. E' una regola indigesta per il "rottamatore", anche se introdotta per
lui, per poterlo fare correre contro Bersani, quando era leader del partito.
Difficile disconoscere questa circostanza ed ancora pu' difficile precludere la
corsa alle primarie per la leadership del centrosinistra per la corsa a premier,
a quell'Enrico Letta, che e' ora al governo con le larghe intese. Il Congresso
si svolgera' dunque a breve, come aveva promesso Epifani, subito dopo le
primarie. La decisione definitiva verra' ratificata dalla direzione, dopo
l'ultima riunione della commissione congressuale di giovedi'. (Oggi se ne e'
svolta un'altra). Per la fase congressuale si partira' il 10 ottobre con i
congressi locali per arrivare all'inizio della campagna per le primarie a
novembre. Hanno gia' annunciato le loro candidature per la segreteria del Pd,
Pippo Civati e Gianni Cuperlo (appoggiato da D'Alema), mentre appare probabile
la corsa dell'attuale viceministro per l'Economia, Stefano Fassina, che sarebbe
il rivale piu' temibile per Renzi. Lo staff del sindaco fa sapere che Renzi
decidera' se candidarsi a settembre. "Mi prendero' quest'estate - sono le parole
del rottamatore - un po' di giorni per pensare. Decidero' insieme ai sindaci".
Ma se saranno loro a decidere rimangono pochi dubbi, insofferenti come sono
verso il partito romano, che ritengono non piu' adeguato. Renzi vuole solo
aspettare per vedere come andranno le cose a Letta. La sorte del governo rimane
la variabile piu' importante per programmare le strategie. Tra l'altro, oggi i
sondaggi danno un sostanziale testa a testa tra il premier Letta e Renzi
nell'indice di popolarita'. Ed una corsa tra due in futuro per la premiership
appare aperta e dall'esito incerto. Epifani ha accelerato per evitare l'aumento
delle tensioni ed il rischio di strappi, fino al pericolo di scissione tra post
democristiani e post comunisti, indicato da Franceschini. Anche il governo
preferisce non avere un Pd impegnato in liti personali, ma in un confronto a
viso aperto. Con l'augurio: "Vinca il migiolre". Intanto il lettiano Francesco
Boccia lancia un avvertimento: "Una delle precondizioni della mozione
congressuale dovra' essere il sostegno al governo". L'avvertimento e'
soprattutto all"amico-nemico" Matteo Renzi.
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