Nucleare Iran, festa in piazza. Arabia&Israele: rabbia anti-Usa. Obama: intesa ok, Putin d'aiuto
Strade invase a Teheran. Il presidente iraniano e quello
americano tornano sulla storica intesa firmata ieri a Vienna. Ancora in
calo il prezzo del petrolio
Accordo sul nucleare, festa per le strade di Teheran
CASA BIANCA - Per il presidente degli Stati Uniti Barack Obama "sono critiche sbagliate" quelle che puntano il dito contro l'accordo sul nucleare iraniano che non è arrivato ad eliminare interamente l'infrastruttura per l'arricchimento. "Quello che abbiamo ottenuto - ha sottolineato invece il leader Usa in un'intervista al New York Times - è tagliare ogni strada all'Iran verso lo sviluppo dell'atomica"." La ragione per cui siamo stati in grado di compattare la comunità mondiale rispetto al regime di sanzioni più efficace mai applicato, che ha colpito l'economia iraniana al punto da portare l'Iran al tavolo dei negoziati, era che il mondo era d'accordo con noi che sarebbe stato un grande pericolo per la regione, per i nostri alleati, per il mondo, se l'Iran avesse posseduto l'atomica. Non avevamo quel tipo di consenso globale sulla nozione che l'Iran non possa avere alcun programma nucleare del tutto". Obama ha ammesso al Nyt anche il ruolo positivo della Russia. "E' stata d'aiuto", e "devo essere onesto - ha riconosciuto il presidente -, non ne ero sicuro considerate le differenze sull'Ucraina". Invece Obama ha confessato di essere "rimasto sorpreso da Putin". In ogni caso Obama ha sottolineato che l'accordo sul nucleare iraniano non va misurato sulla sua "capacità di cambiare il regime in Iran" né di "eliminare tutte le loro scellerate attività nel mondo" bensì "sulla sua capacità di impedire" a Teheran "di avere la bomba atomica".
CONFERENZA STAMPA - Obama ha ribadito i punti cui tiene di più anche nell'odierna conferenza stampa alla Casa Bianca: "L'accordo con l'Iran è la prova della leadership dell'America e della sua diplomazia - ha detto il presidente -. Con questo accordo abbiamo ridotto le possibilità iraniane di sviluppare un programma nucleare di tipo bellico. Se l'Iran dovesse violare gli impegni, ci sarebbero conseguenze reali. L'intesa rende gli Stati Uniti e il mondo più sicuri. Senza l'accordo sul nucleare rischiamo più guerre in Medio Oriente". Il presidente ha aggiunto che nelle prossime settimane si attende "un dibattito molto vigoroso" all'interno del Congresso. E proprio al Congresso ha chiesto di agire con responsabilità perché "questo accordo è nell'interesse della sicurezza degli Stati Uniti dei nostri alleati".
RICADUTE SUI MERCATI - Nel frattempo, cresce l'attenzioni sui mercati per capire le ripercussioni che l'accordo avrà sul prezzo del petrolio. I valori tornano a calare anche oggi sulle prospettive che il greggio iraniano aumenterà l'offerta globale. I future sul Brent cedono 30 cent a 58,2 dollari al barile mentre quelli sul Wti lasciano sul terreno 29 cent a 52,75 dollari al barile. Secondo uno studio di Goldman Sachs nel 2016 l'export di Teheran potrebbe attestarsi tra i 200mila e i 400mila barili al giorno mentre secondo altre analisti i barili iraniani potrebbero salire a 700mila al giorno.
NUOVA STRATEGIA - Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha proseguito oggi la sua offensiva mediatica contro l'accordo sul programma nucleare iraniano nella speranza di ottenere "contropartite" militari dagli Stati Uniti. Se infatti fino a qualche settimana fa contava soprattutto sulla capacità del Congresso Usa di bocciare l'intesa con Teheran, adesso il premier israeliano sembra essere passato al suo piano B: bussare alla porta della Casa Bianca per ottenere maggiore cooperazione militare e commerciale. "L'accordo concluso a Vienna non rappresenta la fine della storia. Continueremo a denunciare i pericoli dell'approvazione di un accordo con un regime dittatoriale", ha garantito il premier alla Knesset, il Parlamento isareliano.
ASSURDITA' DEL TESTO - Dalla lettura dell'accordo sul nucleare iraniano emergono anche vere "assurdità", ha denunciato Netanyahu, riferendosi in particolare alla clausola che stabilisce un preavviso di 24 giorni per l'ispezione di alcuni siti. "È come anticipare a spacciatori di droga che fra 24 giorni i loro laboratori saranno esaminati", ha osservato il premier in un intervento pubblico. Sul piano interno Israele deve ora lavorare alla coesione nazionale: "Su temi che riguardano l'esistenza stessa del Paese - ha detto - non ci sono più maggioranza e opposizione".
DIPLOMAZIA GB - Per placare la rabbia di Israele, il ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, ha annunciato un viaggio in serata a Gerusalemme per discutere con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sull'accordo nucleare iraniano siglato ieri a Vienna. Intanto, lo stesso ministro ha detto di sperare nella riapertura dell'ambasciata britannica a Teheran entro la fine di quest'anno.
LA TELEFONATA - Furibonda anche l'Arabia Saudita, nonostante la telefonata personale di Obama a re Salman. Il quotidiano al Quds scrive che l'intesa dimostra "in modo inequivocabile che gli Stati Uniti hanno di fatto abbadonato gli arabi come alleato strategico". Una scelta che sarebbe dettata dalla volontà di Obama di "costringere gli arabi ad avere bisogno della protezione permanente degli Usa". Una fine, del resto, da prevedere perché "se l'America finora non ha fatto la guerra all'Iran neanche per difendere Israele perché avrebbe dovuto farla per gli arabi", si interroga l'editoriale, che poi descrive i passi da compiere per dare una risposta a "questa dura lezione": ovvero lanciare subito la "costruzione di una forza panaraba di dissuasione", comprando "armi dalla Francia e dalla Russia", per dare una lezione agli americani.
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