Le mani della 'ndrangheta sulle scommesse web. 41 arresti e sequestro da 2 miliardi
Sequestrate 11 società estere e 45 italiane operanti nel
settore dei giochi e delle scommesse. Oscurati 82 siti di "gambling on
line". Il gioco online serviva a riciclare proventi della droga. Ecco
come operavano i malavitosi: intimidazioni sui gestori delle sale
INTIMIDAZIONI A SU GESTORI DI SALE SCOMMESSE - Le indagini hanno accertato come alla rete crimininale avrebbero preso parte numerosi rappresentanti delle cosche malavitose operanti sul territorio, soprattuto in città e nella zona tirrenica. Attraverso il metodo mafioso la 'ndrangheta avrebbe costituito una sistematica modalità per "convincere" anche con pressioni intimidatorie gli imprenditori che gestivano sale e scommesse a distanza a installare i software per far giocare i clienti sui siti gestiti dall'associazione criminale. Figura di primissimo piano, secondo le accuse, sarebbe stata quella assunta da Mario Gennaro, il quale avrebbe finito per rappresentare gli interessi non più solo della cosca Tegano, ma dell'intera 'ndrangheta provinciale.
DENARO RICICLATO DA PROVENTI DROGA - "Questa indagine va a toccare un obiettivo forse ancora troppo poco attenzionato rispetto all'importanza e alla rilevanza anche economica di affare criminale che sottende al gioco online": Così il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, che oggi a Reggio Calabria ha partecipato alla conferenza stampa che ha spiegato l'operazione denominata appunto Gambling. "Il gioco online è certamente il meccanismo privilegiato dalla 'ndrangheta per riciclare i proventi della droga", ha precisato Roberti. Al procuratore antimafia fa eco il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, che ha messo in evidenza come ai sequestri di droga non faccia seguito l'individuazione del denaro proveniente dal traffico. "Quei soldi - ha detto - non li vediamo. Dove vanno?. È probabile finiscano anche nel gioco online".
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