Il "Quarto Reich" con Tsipras che starebbe pensando ad una sorta di Venezuela del Mediterraneo
E'
sicuramente la crisi più grave che l'Europa sta vivendo dalla sua costituzione,
perché c'e' la seria possibilità che la Grecia se ne vada con rischi economici
ma anche politici e geopolitici. Con stati che fanno parte dei 28 e che ben poco
hanno storicamente parlando di europeo e con una Grecia, che e' una parte
integrante e soprattutto fondante, della cultura dell'europa mediterranea, che
potrebbe prendere altre strade. "Se anche in Grecia dovesse vincere il no, non
credo a un contagio finanziario. Il sistema di sicurezza e' ben congegnato e
proteggerà gli altri stati europei. Il problema e' più ampio, e' geopolitico,
fuori dall'Europea guidata da Syriza, la Grecia potrebbe diventare una
repubblica balcanica, un Venezuela senza petrolio, nel cuore del Mediterraneo,
nel momento in cui il futuro e' già incerto in Siria e anche in Turchia". E' il
parere espresso al Corriere da Pascal Lumy, socialista francese e grande
europeista, collaboratore del gabinetto di Jacques Delors per un decennio. a suo
avviso il rischio e' concreto perché Tsipras e' "molto comunista anni cinquanta"
e potrebbe davvero puntare a costruire un modello antagonista di stampo
comunista. E tutto questo sarebbe poco compatibile con una presenza nella Nato,
con un naturale avvicinamento alla Russia di Putin. E questa e' proprio la
grande preoccupazione di Obama che sta cercando di spingere l'Europa a risolvere
tutto con accordo. Ma dall'altra parte c'e' il Quarto Reich" di Frau Merkel. E'
lei che decide sull'Europa e per l'Europa. Inutile girarci troppo intorno.
Parlamento europeo, Commissione europea appaiono nelle decisioni chiave poco
piu' che dei corollari. E quando escono un po' troppo dal seminato vengono
subito richiamati e subito ubbidiscono. Cameron si considera più che altro il
primo alleato dell'Europa, Hollande cerca di sbraitare ma poco conta alle prese
per di più con tutti suoi problemi interni, Renzi dice di si' a tutti. Ad Obama
che rincorre durante i vertici per scattare un selfie, ma soprattutto alla
Merkel che chiama affettuosamente Anghela (mai nome fu più inappropriato), alla
quale giura completa devozione. E si gongola quando lei, che ha capito il tipo,
gli dispensa elogi di vario tipo. Tutta la trattativa tra la Grecia e l'Europa
in realtà e' stata la trattativa tra Berlino ed Atene. Non si e' mossa foglia
che la Merkel non abbia voluto e quando appena, appena ha svolazzato, e' stata
subito stoppata. Alla fine decide sempre lei la grande Merkel a capo della
"grande Germania" e se qualcuno non si adegua, come successe a Berlusconi nel
2011, e come potrebbe presto succedere a Tsipras, se ne va a casa. Non si tratta
d destra o di sinistra, ma solo di considerare un "premier suddito" poco
gestibile e inaffidabile nell'eseguire gli ordini ricevuti. Del resto la
Germania già un paio di volte nella storia ha pensato "L'Europa siamo noi" e si
sono visti i risultati…
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