Atac, Marino si scusa con i romani (che non ne possono più), azzera tutto e litiga con l'assessore Improta (vicino a Renzi)
I romani
non ne possono più di come funziona - naturalmente è un eufemismo - l'Atac e
dunque il trasporto pubblico a Roma. E quindi le prime parole sono per loro. Il
sindaco di Roma Ignazio Marino si è scusato con i quiriti e con i turisti che in
questa torrida estate popolano la capitale per quello che stanno sopportando,
tra ritardi, scioperi bianchi, corse cancellate, bus rotti e senza aria
condizionata, treni che viaggiano con le porte aperte ecc. Ma nella conferenza
stampa indetta in Campidoglio proprio sulle inefficienze del trasporto pubblico
romano il sindaco (vuoi vedere che il primo cittadino è rimasto particolarmente
colpito dalle feroci critiche piovutegli addosso dal New York Times?) Marino,
sempre più in bilico sulla poltrona di sindaco anche per la freddezza del
premier e segretario Pd), ha sparato a zero sull'attuale dirigenza dell'Atac ed
ha attaccato l'assessore alla Mobilità Improta (vicino a Renzi), già
dimissionario, chiedendogli pubblicamente di formalizzare la sua uscita,
beccandosi la replica polemica dell'interessato. Marino ha annunciato il
repulisti in Atac, a partire dall'attuale consiglio d'amministrazione fino a
tutti i dirigenti responsabili del disastro. Un azzeramento senza se e senza ma
- ha spiegato Marino - per una situazione ormai insostenibile e per un'azienda
sull'orlo della bancarotta - ma che sarà ricapitalizzata con 200 milioni - che
deve essere totalmente ripensata perchè assolva al suo compito. Quindi via il
cda, via i dirigenti e avanti invece sull'apertura ai privati nella ricerca di
un partner industriale "pur mantenendo la maggioranza pubblica". "Abbiamo
trovato una situazione che non si può che definire di bancarotta e di un
indebitamento insostenibile. Abbiamo scelto allora di non portare i libri in
tribunale ma di tentare una difficile strada con un percorso, un piano di
risanamento. Questo piano ha ottenuto dei risultati ma non è riuscito a produrre
quel risanamento che serviva per la qualità della vita delle persone che si
spostano ogni giorno in città" ha ammesso il sindaco aggiungendo che "l'unica
alternativa era chiudere Atac, portare i libri in tribunale e chiudere l'azienda
mettendo a rischio lavoratori e servizio. Sarebbe stata la soluzione più facile
ma penso che così possiamo farcela senza arrivare a una situazione così
drammatica". "Rivolgo un appello a tutti: ai dipendenti di Atac, ai sindacati
con i quali ho già fissato un incontro per i prossimi giorni, perché ci sia
piena collaborazione abbandonando vecchi schemi e preoccupazioni del passato" ha
concluso Marino. A stretto giro la risposta polemica dell'assessore Improta che
ha ricordato di aver dato le dimissioni il 22 giugno e che lo stesso Marino
gliele aveva sospese. Oggi c'è stata una riunione sull'Atac ma il sindaco - ha
detto Improta - ha preferito riferirsi a me solo in conferenza stampa. "Marino
ha dunque avuto la possibilità di far concludere in modo leale e rispettoso la
nostra collaborazione comunicandomi in Giunta, o a margine di essa, di aver
maturato la decisione di sostituirmi coerentemente alla situazione che io da
tempo avevo a lui prospettato. Ha preferito invece abbandonare la riunione prima
della sua conclusione e chiedermi a mezzo stampa le dimissioni, che ho già dato.
Spiace altresì constatare - ha concluso l'assessore dimissionario - che stia
tentando in modo scorretto di accreditare il messaggio che i disagi che sta
patendo la città siano responsabilità dell'assessore e del Consiglio
d'amministrazione di Atac, dimenticandosi le valutazioni che abbiamo condotto in
questi mesi e che coinvolgono anche altri livelli istituzionali".
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