GIRALOG:
L’ENERGIA RECUPERATA DEGLI ACQUEDOTTI
di
Veronica Ulivieri
Energia
da produrre utilizzando le fonti rinnovabili, energia da risparmiare, ma anche
energia da recuperare. Se ne parla poco, eppure forse sarebbe, delle tre, la
cosa più semplice: imbrigliare quell’energia già presente nei nostri impianti e
sistemi e utilizzarla per scaldarci e alimentare case, macchinari,
illuminazione. Eros Bridi, ingegnere trentino con esperienza anche nel settore
dell’energia idroelettrica, aveva in mente questo concetto quando sette anni fa
ha messo insieme le idee e fatto il primo disegno di Giralog sul suo
tecnigrafo.
“L’idea
mi è venuta quando mi trovavo per lavoro in una centrale idroelettrica vicino a
Graz, in Austria. Parlando con i tecnici dell’impianto, ci confrontammo su come
sfruttare la pressione dell’acqua”, spiega Bridi. Lo schizzo è diventato poi un
prototipo in collaborazione con un’officina specializzata e nel 2012 è nata la
società NextEnergy. “Giralog è nata in Italia in
mezzo alle montagne, ed è lì che secondo me trova la sua prima applicazione.
Questo sistema, oggi coperto da un brevetto europeo, permette di sfruttare la
pressione dell’acqua in arrivo e in uscita dagli acquedotti per produrre energia
elettrica, ottimizzando allo stesso tempo il funzionamento della rete idrica e
alimentando in modo autonomo i campionatori per la sicurezza dell’acqua”.
Ecco
come funziona: “L’acqua scende a valle ed entra in pressione attraverso le
tubature nelle vasche di decantazione dell’acquedotto. Sfruttando l’energia
cinetica, ossia la forza dell’acqua in entrata, si innesca il moto della turbina
di Giralog, che girando produce elettricità. Questa viene trasformata da
speciali inverter per la vendita in rete, oppure resa disponibile per alimentare
utenze e macchinari direttamente sul posto. A questo punto l’acqua corre lungo
altre tubazioni tramite la rete di distribuzione, fino alle nostre case. Di
norma, essendoci un eccesso di pressione, all’ingresso dei centri abitati
vengono installati dei riduttori di pressione: il nostro macchinario è
facilmente installabile prima di questi dissipatori”. In questo modo, Giralog
produce energia ininterrottamente, e migliora la gestione dell’acquedotto: “Di
solito, al raggiungimento del livello massimo previsto, viene interrotto
l’afflusso dell’acqua nelle vasche di decantazione. Queste aperture e chiusure
causano variazioni di pressione, che alla lunga portano alla rottura di
tubazioni. Consentendo di uniformare la pressione e l’afflusso, Giralog permette
di raggiungere una situazione di equilibrio, e di ridurre così indirettamente i
costi di manutenzione della rete”.
Non
solo: attraverso dei sensori, rende anche possibile il controllo della rete
idrica da remoto: “È possibile monitorare quanta acqua passa e quanta energia si
produce, ma anche analizzare l’acqua e chiudere in automatico un ramo
dell’acquedotto in casi di Ph alterato”.
I
benefici sono ambientali, perché si recupera un’energia già disponibile, ed
economici: “Un Comune può ricavare dalla vendita di energia circa 5.000 euro
all’anno, con un tempo di rientro dell’investimento che non supera i sei anni.
Inoltre, si riducono le spese per la manutenzione, non trascurabili: ogni
rottura di un tubo, infatti, comporta costi per circa 3.500 euro”.
Oggi
Giralog è già installata in due piccoli comuni trentini, Vattaro e Canal San
Bovo, anche se le difficoltà sono state molte: “Ho incontrato diversi ostacoli
burocratici, perché i tecnici degli uffici del territorio non sono abituati ad
avere a che fare con innovazioni come la mia, non hanno le competenze. Inoltre,
il mio sistema è anche un fattore di disturbo per molti, perché rompe quel
business delle manutenzioni che vale svariati milioni di euro. Ma indietro non
posso tornare: in Giralog ho investito molto, tutto di tasca mia: posso andare
solo avanti”.
Per
far conoscere Giralog, NextEnergy ha deciso di puntare sui tecnici:
“Organizziamo visite guidate e corsi, anche il collaborazione con l’Ordine degli
Ingegneri, per far conoscere i vantaggi della nostra tecnologia. Inoltre, stiamo
collaborando con l’ISPRA per divulgare i risultati ottenuti nella gestione delle
reti idriche”. Anche l’Università di Trento e il Politecnico di Milano si sono
già detti pronti a collaborare con la società.
Per
il futuro Bridi sta anche lavorando a nuove declinazioni del suo sistema: “Mi
sto concentrando sugli impianti industriali, dove passano grosse quantità di
acqua, e sugli edifici molto alti, in cui c’è bisogno di ridurre la pressione
dell’acqua in caduta dai piani superiori. In entrambi i casi, Giralog
permetterebbe di produrre energia”.
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