A battesimo il bonus bebè. Dalla culla al terzo compleanno
Da pochi giorni è in vigore le regole per l'accesso all'incentivo LA GUIDA PER LE FAMIGLIE
di MATTEO PALO
di MATTEO PALO
Il decreto che attua la legge di Stabilità 2015 è stato pubblicato ufficialmente lo scorso 10 aprile, mandando così in vigore le regole sull’incentivo «alla natalità ed al sostegno delle spese relative». Qui ci sono tutte le coordinate necessarie ai genitori.
LA PRIMA scrematura è temporale: il bonus vale per i figli nati o adottati tra il primo gennaio del 2015 e il 31 dicembre del 2017. Quindi, la copertura è di tre anni totali. Il secondo paletto è l’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente: deve essere inferiore a 25mila euro, in modo da avvantaggiare le fasce di reddito più disagiate.
Se si superano queste due condizioni sarà possibile presentare domanda all’Inps, in via telematica, per ricevere l’incentivo. Che, va ricordato, non è unico ma si articola in due tipologie di assegno. Quella più ricca riguarda le famiglie con un Isee molto basso, non superiore a 7mila euro totali: incasseranno 1.920 euro all’anno. Le famiglie che superano questo livello, invece, riceveranno 960 euro all’anno, esattamente la metà.
Sul punto è importante tenere a mente un aspetto: il requisito dell’Isee deve sussistere per tutta la durata del beneficio. Se, quindi, ci fossero modifiche nell’assetto del reddito, si potrebbe finire in una categoria differente o si potrebbe restare senza sostegno.
L’ASSEGNO sarà versato una volta al mese, per importi da 80 o 160 euro, fino a quando il bambino non compirà il terzo anno di età o fino al terzo anno dall’ingresso nel nucleo, in caso di adozione. Sui tempi, è importante ricordare che la domanda andrà depositata al massimo entro 90 giorni dal verificarsi della nascita o dell’adozione.
Per chi è nato prima del 10 aprile (momento di entrata in vigore del decreto), i 90 giorni scattano da questa data.
INFINE, va considerata la questione delle risorse disponibili. Per il 2015 c’è sul piatto un plafond di 202 milioni di euro. Ogni mese sarà fatto un monitoraggio delle domande e delle spese. Se per tre mesi gli oneri supereranno il denaro in cassa, scatterà il congelamento delle nuove richieste finché un nuovo decreto non rideterminerà per tutti l’importo dell’assegno, abbassandolo.
di MATTEO PALO
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