Nepal, "forse 10mila vittime". Morti 4 italiani, 10 irreperibili. Valanga, 250 dispersi
Continua a salire il bilancio delle vittime del sisma che
sabato ha colpito il Nepal: più di 5000. Gentiloni fa il
punto: 347 italiani sono stati rintracciati dopo il sisma. Aiuti e
squadre di soccorso da tutto il mondo. Ma il maltempo complica le
operazioni di socorso e la vita dei terremotati. Papa Francesco invia
100mila dollari per primi aiuti
Terremoto Nepal, si scava tra le macerie
IL BILANCIO DELLE VITTIME - Intanto continua a crescere il bilancio complessivo delle vittime: l'ultimo bilancio parla di 5.057 morti. La Caritas ipotizza una cifra agghiacciante: 6.000 vittime. Terribile anche la previsione del premier nepalese Sushil Koirala, che teme che il numero possa salire fino a 10.000. Il sisma ha fatto anche 8.235 feriti. Altre 100 vittime sono state registrate nei Paesi vicini. Il distretto di Sindhupalchok è quello che ha registrato il maggior numero di vittime (1.180), seguito da Kathmandu (1.039). La polizia ha fornito una lista parziale di dieci cittadini morti di Cina, Francia, India, Usa e Australia.
VALANGA, 250 DISPERSI - Si temono 250 dispersi nella valanga che ha colpito il villaggio nepalese di Ghodatabela, non distante dall'epicentro del sisma di sabato. Lo riferiscono funzionari locali. Il villaggio sorge lungo un'area di trekking.
MALTEMPO E PIOGGIA - Migliaia di persone che sono rimaste senza casa stanno ora facendo i conti con i forti venti e le piogge che stanno colpendo il centro della capitale Kathmandu, mentre gli aiuti giunti finora appaiono scarsi di fronte al grande numero di sfollati. Piazza Tudikhel, usata per le parate militari e le feste nazionali, si è trasformata in un'enorme area di soccorso per i terremotati. I soldati dell'esercito inviati sul posto per aiutare la popolazione che si ripara in tende improvvisate, hanno annunciato che stanno distribuendo cibo ad almeno 7mila persone. Per quanto riguarda le tende, sono tutte in pessime condizioni e in ogni caso ospitano troppe persone.
VASTE ZONE ANCORA SENZA ASSISTENZA - Vaste aree interessate al sisma che ha colpito il Nepal sono accessibili solo via elicottero e non hanno ancora ricevuto alcuna assistenza: lo rende noto Medici senza Frontiere, che ha inviato 38 operatori, con base a Kathmandu e Ghorka, con la priorità di raggiungere quelle zone per valutare i bisogni e avviare al più presto un intervento. La città di Kathmandu, riferisce Msf, ha subito un livello di distruzione relativamente basso. Nelle aree circostanti la capitale, dalla ricognizione di Msf risulta che circa 45 villaggi sono distrutti o gravemente danneggiati.
PAPA UN PRIMO AIUTO: 100MILA DOLLARI - Il Papa ha stabilito di inviare in Nepal un primo contributo di centomila dollari per il soccorso alle popolazioni. Lo comunica il Pontificio consiglio Cor Unum, incaricato di erogare questo primo aiuto. La somma, spiega Cor Unun, verrà inviata alla Chiesa locale e sarà impiegata a sostegno delle opere di assistenza svolte in favore degli sfollati e dei terremotati.
KATHMANDU SI E' SPOSTATA DI 3 METRI - Il terremoto avrebbe spostato la capitale Kathmandu di diversi metri verso sud, mentre l'altezza dell'Everest sarebbe rimasta invariata. Lo riporta il sito della televisione indiana Ndtv, riportando le prime considerazioni degli esperti.
ITALIANI, LE VITTIME E LE STORIE
LE VITTIME ITALIANE - Non ce l'hanno fatta gli escursionisti Renzo Benedetti e Marco Pojer, travolti dai massi staccatasi dalla montagna mentre erano impegnati a 3.500 metri di quota in un trekking nella Rolwaling Valley. E' giunta poi la notizia della morte di Oskar Piazza (foto a destra) e Gigliola Mancinelli, 51 anni, di Ancona, medico anestesista, due dei quattro speleologi italiani di cui non si avevano più notizie. La Mancinelli, 50 anni medico dell'Ospedale Cardiologico Lancisi di Ancona, era assieme al trentino Piazza, anche lui ucciso dalla frana mentre si trovavano nella valle del Rolwaling a nord di Kathmandu. Salvi il genovese Giovanni Pizzorni ed il marchigiano Giuseppe Antonini, gli altri due speleologi. "È una gioia immensa. Abbiamo ricevuto la telefonata dalla Farnesina e siamo rimasti senza parole. Sono state ore di angoscia e di paura. Ora possiamo tirare un sospiro di sollievo. Ringraziamo Dio". Gianluca Pizzorni commosso ha raccontato all'Ansa il suo stato d'animo dopo la notizia che il fratello Nanni è riuscito a mettersi in contatto attraverso una scheda satellitare nepalese. "È ferito ma sta bene. Questa la cosa più importante", ha detto.
GLI ESCURSIONISTI MORTI DA EROI - Benedetti e Pojer avevano deciso di effettuare una leggera deviazione di percorso perché volevano portare medicinali ad un'anziana nepalese che conoscevano dalle precedenti spedizioni. Avevano detto ai compagni di escursione di proseguire lungo il sentiero. Stavano effettuando un'escursione sul Langtang Trek assieme a Iolanda Mattevi, in ospedale con l'avambraccio ed un dito fratturato, e Attilio Dantone, trentino della Val di Fassa rimasta illeso.
CUOCO ALTOATESINO: SONO SALVO - "Cara mamma, io sto bene. Ero sulle montagne. A Kathmandu è tutto distrutto". E' questo il testo del messaggio inviato via Skype a mamma Carolina da Aaron Hell, il giovane di 22 anni di Bolzano dato inizialmente per disperso sulle montagne dell'Himalaya. Il ragazzo è riuscito a mettersi poco fa in contatto con la famiglia grazie a Skype dopo aver provato più volte, invano, un contatto telefonico.
UNA MODENESE: HO RIVISSUTO IL TERRORE DEL 2012 - "Ho rivissuto lo stesso terrore del 2012, che ancora non sono riuscita a dimenticare. Ho gridato implorando che tutto finisse al più presto, ma non smetteva mai". Annalisa Cavani, escursionista
30enne di Modena che si trovava a Kathmandu quando il sisma ha
devastato il Paese e che ieri è rientrata in Italia, era a casa nel
maggio 2012 quando il terremoto devastò anche la sua provincia, portando
morte e distruzione. Tre anni dopo, la terra ha nuovamente tremato
sotto i suoi piedi in Nepal. "È stato fortissimo e infinito - racconta
all'edizione cittadina del Resto del Carlino - Ero al terzo piano del
mio hotel Holy Himalaya, a 40 km circa dall'epicentro. Stavo facendo i
bagagli, perchè la sera stessa avrei dovuto prendere il volo di ritorno.
Ero sola in stanza e all'improvviso ho sentito il boato; sono
ripiombata con la mente al 29 maggio".
UN ANCONETANO: CI SIAMO SALVATI PERCHE' NEL BOSCO - "È stato il bosco in cui ci trovavamo a salvarci la vita, ma fate qualcosa per aiutare questa gente in qualche modo. Perché non sappiamo dire quanti morti ci siano". Edoardo Giuliani, di Ancona, è scampato con il padre Giancarlo dal terremoto in Nepal. Comunica con i familiari tramite Facebook, e il Resto del Carlino pubblica oggi la sua testimonianza.
UNA COPPIA DI BOLOGNA: LE MOTO VOLAVANO - Un viaggio ai piedi dell’Everest per festeggiare i 25 anni di matrimonio, poi l'inferno. Andrea Ballandi, impiegato di Trebbo di Reno, e la moglie Chiara Benedetti sono fra gli ultimi viaggiatori occidentali ad avere raggiunto il cambo base del tetto del mondo prima dell’ecatombe. "Ho avuto la fortuna di vederlo – ha raccontato Ballandi –, mi hanno detto che è venuto giù tutto con la valanga". Ora la coppia, rientrata dal trekking, si trova nella capitale Kathmandu.
EVEREST
ELICOTTERISTA ITALIANO: ANCORA 10-12 PERSONE A CAMPO BASE - "Ci sono ancora circa 10/12 persone al Campo 2 che recuperiamo domani" ed "i feriti sono tutti in ambulatorio
o in ospedale a Kathmandu. Domani continueranno i voli al Campo base". I
feriti trasportati finora dall'Everest "sono tutti in ambulatorio o in
ospedale a Kathmandu": è l'aggiornamento che l'elicotterista d'alta
quota italiano Maurizio Folini ha
dato all'associazione Ev-K2-Cnr. Folini scrive da Periche, il villaggio
che si trova a oltre 4.000 metri di quota lungo il sentiero che da
Lukla porta al Campo base dell'Everest. "Mi sono fermato un momento per
problemi meteo", ha scritto. L'elicotterista è arrivato in Nepal
domenica con il collega Piergiorgio Rosati e da allora i due sono al
lavoro per soccorrere le persone bloccate sull'Everest, tra il Campo
base, a quota 5.500, il Campo 1 (6.000) e il Campo 2 (6.500).
SALVATI 170 ALPINISTI - Sono stati tratti in salvo con gli eliocotteri i 170 alpinisti rimasti bloccati al Campo numero 1 sull'Everest a quota 6.000.
Sfruttando il tempo buono tre eleicotteri hanno fatto la spola ieri
ininterrottamente per tutto il giorno dal Campo 1, sopra l'invalicabile
cascata di giaccio Khumbu. Per la rarefazione dell'aria a quella quota,
al limite per un elicottero, ad ogni viaggio sono stati trasportati solo
2 scalatori alla volta. RECUPERATI 13 CORPI SULL'EVEREST - Le squadre di soccorso hanno recuperato almeno 13 corpi senza vita, delle 18 persone morte sull'Everest in seguito alle frane scatenate dal sisma di sabato. Lo fa sapere una fonte ufficiale, spiegando che le vittime recuperate sono nove nepalesi, un australiano, un cinese, due statunitensi.
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