Bandiera nera dell'Isis sventola su Palmira, stragi e distruzioni, rischiano Damasco e Bagdad. Scacco ad Obama
Vendette e
coprifuoco. Le case perquisite una ad una in cerca degli amici della "banda di
Assad". I miliziani dell'Isis hanno ormai ii pieno controllo della città di
Palmira, la città carovaniera da cui passava sul cammello nel deserto fin dai
tempi biblici il traffico tra la Mesopotamia ed il Mediteranno con il suo carico
di merci e di sculture. La bandiera dello stato islamico sventola sopra le
rovina della città. Ma gran parte della grande ricchezza archeologica,
patrimonio dell'umanità e' stato trasferito in luoghi sicuri dai siriani di
Assad, prima di lasciare le loro postazioni. La popolazione in parte e' in fuga
ed in parte e' rimasta bloccata e affamata, rintanata in casa, con il terrore
di sentire bussare alla porta. Sono state distrutte per ora solo alcune repliche
di gesso. Il problema e' che la guerra si sta estendendo e il Califfato sembra
avere superato il punto di non ritorno. Sul fronte siriano occupa meta' del
territorio, mentre su quello iracheno il fronte e' allargato, dopo la presa di
Ramadi, dalla provincia di Mosul a quella di Anbar. L'Isis bussa alla porta di
Damasco in Siria e a quella di Bagdad, che vorrebbe come capitale, in Iraq. "Non
penso che stiamo perdendo", ha commentato Obama, che pero' viene messo sotto
accusa in America e non solo dagli avversari repubblicani. I bombardamenti non
appaiono sortire gli effetti sperati e l'avanza dell'Isis sta diventando
inarrestabile. E' tutta la sua strategia a non convincere in patria. "In Siria
c'era gente pronta a combattere contro i terroristi dell'Isis ed il carnefice
Assad, ma noi americani abbiamo deciso di non aiutarli dicendo che erano
ingegneri, medici, banchieri, poco credibili con le armi in mano. In Iraq invece
, abbiamo continuato a cercare di costruire un esercito locale con capi settari
e soldati corrotti che non avevano voglia di combattere", scrive il noto
columnist Charles Krauthammer. E ridurre la caduta di Palmira e soprattutto
quella di Ramadi a semplici episodi, sarebbe grave. "Spero che quello che dice
Obama - afferma il giornalista - sia puro cinismo. Se crede davvero in quello
che dice siamo nei guai".
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