Berlusconi e Salvini ed un regno da rifondare. Il leghista "Nessun diritto di sangue", il Cav "Con destra provocatoria non si vince"
Berlusconi
continua a lavorare per il nuovo partito di centrodestra da lanciare
probabilmente il 2 giugno, cogliendo la simbolica data della festa della
Repubblica, un movimento "capace di abbracciare tutti i moderati italiani" ma
non con il nome di Repubblicani. E soprattutto senza primarie. Il perché l'ex
premier lo ribadisce: "Sono consultazioni manipolabilissime e non previste dalla
Costituzione con le quali la sinistra ha offerto i peggiori sindaci della
storia". Insomma il nuovo leader lo vuole scegliere lui, rimanendo a bordo
campo, dopo avere molto sbagliato nell'individuare delfini che poi si sono
rivelati, almeno per lui, degli squali. "Soltanto nelle monarchie - spiega
Berlusconi - il leader, cioè il re sceglie il suo successore. In democrazia il
leader viene scelto dal popolo, ci sono già protagonisti del centrodestra che
sono in grado di proporsi come leader (ndr. Ma chi?…) e saranno gli elettori a
decidere se avranno sufficiente preparazione o carisma per essere davvero
leader". A rispondergli ci pensa subito il leader leghista Matteo Salvini: "Non
ci sono erede i o dinastie ma cittadini che dovranno scegliere il programma e i
candidati per sfidare Matteo Renzi. Non penso che ci sia un diritto di sangue".
Controrepilca con stoccata del Cavaliere: "In tutti i paesi europei la destra
non e' mai riuscita a conquistare il governo, non e' con una destra che si pone
in una dimensione provocatoria che si riesce a catturare il consenso per guidare
il paese".
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