La frase «strappata» alle Vele a un pusher di camorra dal cronista di Panorama Carlo Puca
La fabbrica degli «acidi»
Rivelazioni choc da Scampia: «Li produciamo nel Basso Lazio, vicino Fondi»
UNA frase, pronunciata da un pusher di
Scampia così, en passant, senza nemmeno
pensarci troppo mentre spiega al «neofita»
il mercato della droga controllato dalla camorra e la sua provenienza. Quel neofita era
in realtà un giornalista del periodico Panorama, Carlo Puca, infiltrato alle Vele per tre
mesi. L’inchie -
sta è comparsa
questa settimana sulle pagine
del periodico, e
racconta il diet r o l e q u i n t e
de l lo spa c c io
alle Vele. Proprio mentre Puca ascolta gli spacciatori parlare in libertà
della provenienza delle droghe piazzate sul
mercato dalla camorra, spunta quella frase:
«Abbiamo due fabbriche» appunterà poi il
cronista da un Internet point, in una e-mail
con le testimonianze raccolte «una nel Sannio e l’altra nel Basso Lazio, vicino Fondi».
Il riferimento è a laboratori che fabbricano
«acidi», i derivati del «Lsd» ma forse anche
anfetamine, e pasticche di ecstasy. Questo
tipo di droga, secondo quanto raccontato al
giornalista di Panorama, a differenza di
hashish, marijuana, cocaina, eroina, che
arrivano in gran parte dal Marocco, via
Spagna, verrebbe prodotta «in casa», e per
casa gli uomini dello spaccio a Scampia
intendono. il Sannio e il Basso Lazio «vicino Fondi». La notizia è arrivata anche
all’orecchio delle forze dell’ordine. Certo,
la frase «vicino Fondi» può voler dire tanti
posti per uno che fa il pusher dei piani bassi
della catena criminale. Pure, quel riferimento preciso nel Basso Lazio, anche solo per
orientarsi, apre interrogativi. Le coordinate
indicate dai due spacciatori al cronista, insomma, appaiono secche e precise. Dunque, sono questi i posti in cui si fabbricano
droghe sintetiche per lo spaccio di Scampia? Troppo presto per rispondere. Ma se
così fosse sarebbe indice di un salto di
qualità della malavita organizzata. E da noi
non si dovrebbe più parlare di infiltrazioni
ma di radicamento sul territorio. Almeno se
è vero che avere un laboratorio della droga
significa poter contare su una
filiera che dalla produzione passi al trasporto. La cronaca recente ci dice che, a fronte di ingenti
e importanti operazioni antidroga che riguardano i traffici di
hashish, marijuana, cocaina ed
eroina, molti dei quali intercettati proprio lungo la rotta campana, poco o nulla sul territorio
riguarda le droghe sintetiche. Il
che non fa che rendere le affermazioni strappate ai manovali
della droga di Scampia dal giornalista Carlo Puca, ancora più
indecifrabili. Restano una marea di domande: che cosa intendono i pusher di Scampia per
«fabbriche»? Chi le gestisce, chi
trasporta la droga fino a Scampia, e quali altre ramificazioni
prende lo spaccio. Ma soprattutto, quali appoggi ha la camorra
nel Basso Lazio? Tutti interrogativi destinati al momento a
rimanere senza risposta, in attesa che si capisca meglio la consistenza di quelle rivelazioni «strappate» in
incognito da un giornalista coraggioso alla
manovalanza criminale della camorra.
Diego Roma
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