martedì 9 ottobre 2012

Crolla il potere d'acquisto delle famiglie italiane. Propensione al risparmio ai minimi dal 1999


Crolla il potere d'acquisto delle famiglie italiane. Propensione al risparmio ai minimi dal 1999


Ennesima conferma statistica della crisi economica che sta travolgendo l'Italia. Nel secondo trimestre 2012 il potere d'acquisto delle famiglie consumatrici, tenuto conto dell'inflazione, si è ridotto dell'1,6% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto al secondo trimestre 2011. Lo comunica l'Istat precisando che il calo tendenziale è il più marcato dal 2000.
Variazione Pil nel 2012 rivista al -2% - L'Istat ha rivisto al rialzo la variazione del Pil acquisita al secondo trimestre del 2012 per l'intero anno (quella che si avrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell'anno): dal -2,1% a -2%. Nel secondo trimestre del 2012 il pil é diminuito dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Propensione al risparmio ai minimi dal 1999 - Nel secondo trimestre 2012 la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, misurata al netto della stagionalità, è stata pari all'8,1%, con una diminuzione di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,5 punti rispetto allo stesso periodo 2011. Lo comunica l'Istat, precisando che il dato è più basso dal 1999.
Reddito disponibile in calo dell'1,5% - Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è diminuito dell'1,5% rispetto allo stesso trimestre del 2011 e dell'1% rispetto al trimestre precedente. Mentre il tasso d'investimento delle famiglie, sempre nel secondo trimestre, è stato pari al 6,8%, invariato rispetto al trimestre precedente e in calo di 0,2 punti percentuali rispetto al secondo trimestre 2011.
Indebitamento netto Pa in calo al 2,8% - Nel secondo trimestre 2012 l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è stato pari al 2,8%, inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto a quello del corrispondente periodo del 2011.
In calo quota profitti società non finanziarie - La quota di profitto delle societa' non finanziarie nel secondo trimestre 2012 è scesa al 38,5%, con una riduzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 2,1 punti rispetto al secondo trimestre 2011. Lo comunica l'Istat, precisando che il dato è ai minimi dal 1999, cioé dall'inizio delle serie storiche. Il tasso d'investimento delle imprese, pari al 21%, è inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,3 punti rispetto al secondo trimestre 2011.
In aumento le entrate fiscali per effetto di Imu e accise - La prima rata dell'Imu e la crescita delle accise fanno salire le entrate. Nel secondo trimestre del 2012 le entrate totali sono cresciute, in termini tendenziali, del 2,4% e la loro incidenza sul Pil è salita al 46,3%. Lo ha comunicato l'Istat. Le entrate correnti, infatti, sono aumentate del 2,5% su base annua per effetto di un incremento del 3,1% delle imposte dirette (a cui ha contribuito il maggior gettito delle imposte sostitutive sulle attività finanziarie derivante dalle modifiche al regime di tassazione) e di un aumento del 6,6% delle imposte indirette, influenzate positivamente dal gettito dell'Imu e dalla crescita delle accise. Sono invece in diminuzione i contributi sociali (-1%) e le altre entrate correnti (-3%). Le entrate in conto capitale sono diminuite dello 0,2%.

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