sabato 6 aprile 2013

Paradisi fiscali: i dati segreti rivelati sui media di tutto il mondo. Anche 200 italiani nell'Offshoreleaks


Paradisi fiscali: i dati segreti rivelati sui media di tutto il mondo. Anche 200 italiani nell'Offshoreleaks

I ricchi di mezzo mondo tremano: due milioni e mezzo di documenti segreti su decine di società offshore sono stati rivelati su 35 media internazionali, grazie al lavoro di coordinamento svolto dal Consorzio internazionale dei giornalisti d'inchiesta con sede a Washington. "Il colpo più forte mai sferrato all'enorme buco nero dell'economia mondiale", come è stato definito da alcuni esperti di evasione fiscale. "Funzionari governativi e loro familiari e associati in Azerbaijan, Russia, Canada, Pakistan, Filippine, Thailandia, Canada, Mongolia e altri Paesi si sono uniti per l'uso di compagnie private e account bancari", si legge nel rapporto. "I super-ricchi hanno usato strutture offshore per possedere ville, yacht, capolavori artistici e altri beni guadagnando vantaggi fiscali nell'anonimato non disponibile per la gente comune", prosegue il testo.
200 italiani nei database sull’evasione - Sono 200 i nomi di italiani finiti nel database sui paradisi fiscali realizzata dalla collaborazione di 38 testate mondiali, tra le quali l'Espresso. Fra questi c’è anche "Gaetano Terrin, all'epoca commercialista dello studio Tremonti, Fabio Ghioni, hacker dello scandalo Telecom, i commercialisti milanesi Oreste e Carlo Severgnini, che hanno incarichi professionali nei più importanti gruppi italiani".
Ci sono 2,5 milioni di files - L'inchiesta dell' International Consortium of Investigative Journalists (Icij) di Washington ha valutato oltre 2,5 milioni di files che rivelano i conti segreti e le transazioni nascoste nei forzieri dei grandi ricchi del mondo. All'inchiesta, secondo lo Icij, hanno partecipato 86 giornalisti di tutto il mondo. Tra i detentori dei conti, 4mila americani, ma anche oligarchi russi, uomini d'affari orientali e politici di tutto il mondo.
Francia: Le Monde, conti esteri per un consigliere di Hollande - La pioggia di rivelazioni sui conti off-shore che sta bersagliando i politici francesi continua. Le Monde rivela che Jean-Marc Augier, uomo d'affari nel mondo dell'editoria e tesoriere di Francois Hollande, già provato dallo scandalo del suo ex ministro del bilancio, durante la campagna elettorale dell'anno scorso, è azionista di due società offshore alle isole Cayman. "Non so nulla delle attività di Jean-Marc Augier. Se non sono conformi alla legge l'amministrazione deve adottare i correttivi adeguati", ha detto il presidente francese. "Augier era il tesoriere della mia campagna del 2012 - ha continuato Hollande - quei conti sono stati esaminati dal Consiglio costituzionale perfettamente regolari e conformi al diritto. E' quello che conta per me, perché come candidato sono impegnato su questo".
Nella lista moglie vicepremier Russia - Nella schiera dei russi con interessi nei paradisi fiscali offshore ci sono la moglie del primo vicepremier Igor Shuvalov, come pure alcuni top manager di importanti appaltatori militari e di holding statali come Gazprom. La consorte di Shuvalov, Olga Shuvalova, ha respinto l'ipotesi di presunte irregolarità nei suoi interessi offshore. Nel mirino dell'inchiesta, tra gli altri, anche due top manager del colosso del gas Gazprom. Spunta anche il premier georgiano Bidzina Ivanishvili, eletto lo scorso anno alla guida della repubblica caucasica. Figurano inoltre personaggi pachistani, thailandesi e indonesiani, oltre ad un britannico, Neil Gaitely, che risulta essere nominalmente direttore della Tamalaris Consolidated Ltd, società che per la Ue opera per conto della compagnia di navigazione statale iraniana, coinvolta nello sviluppo del programma nucleare di Teheran.
Il Guardian pubblica i nomi degli evasori - Anche il Guardian pubblica oggi i nomi di personalità di varie nazionalità individuate per aver utilizzato strutture offshore mettendo le proprie fortune al riparo in paradisi fiscali. Nell'articolo tuttavia, in prima pagina e con un ampio servizio di due pagine all'interno, il quotidiano britannico precisa che nel citare i nomi "non si suggerisce automaticamente che abbiano infranto la legge". Si tratta di un rapporto sui paradisi fiscali compilato grazie ad informazioni riservate ottenute dall'Icij (Internationat Consortium of Investigative Journalism), ed emergono nomi, a volte illustri, legati ai paesi più disparati, le cui società sono per la gran parte di base nelle Isole Vergini britanniche, paradiso fiscale tra i più 'utilizzati'. Il Guardian menziona l'ex ministro della Finanza mongolo, Bayartsogt Sangajav, il presidente dell'Azerbaijan e la sua famiglia; il marito di una senatrice canadese; il governatore provinciale filippino e figlia dell'ex presidente Ferdinand Marcos, Maria Imelda Marcos Manotoc; la baronessa spagnola Carmen Thyssen-Bornemisza, nota collezionista d'arte e la statunitense Denise Rich, ex moglie di una già controversa figura, il trader del petrolio Marc Rich.
Coinvolte anche le banche e grandi società - Sono una ventina gli istituti di credito svizzeri finite nell'inchiesta: lo scrive il quotidiano svizzero Le Matin precisando che Ubs "ha creato almeno 2.900 società di comodo", mentre Credit Suisse "almeno 700". In tutto sono "300 le persone di nazionalità svizzera" coinvolte nell'inchiesta. C'è anche la Deutsche Bank tra gli istituti di credito implicati nella rete mondiale di evasori ed elusori fiscali. E' quanto scrive il quotidiano Sueddeutsche Zeitung (Sz), uno dei due media tedeschi coinvolti nell'inchiesta del consorzio giornalistico investigativo statunitense Icij. Secondo Sz l'istituto di Francoforte avrebbe creato 309 trust e società di comodo attraverso la propria filiale di Singapore in diversi paradisi fiscali, in gran parte nelle Isole Vergini britanniche. In almeno un caso, un dipendente della filiale di Singapore avrebbe aiutato un cliente a 'parcheggiare' il suo yacht in una società offshore, scrive il quotidiano di Monaco. Tra le aziende finite nell'inchiesta c'è anche la Tamalaris Consolidated Limited, società che per la Ue opera per conto della compagnia di navigazione statale iraniana, coinvolta nello sviluppo del programma nucleare di Teheran.
Ue, ci saranno conseguenze - "Ci saranno conseguenze" per i paradisi fiscali "che accettano o nascondono" i proventi dell'evasione fiscale, che "ogni anno nella Ue arriva a 1.000 miliardi l'anno", ha dichiarato il portavoce della Commissione, Olivier Bailly, commentando le anticipazioni dello "Offshoreleaks". Bruxelles, ha ricordato Bailly, ha "una posizione molto ferma" contro le frodi fiscali e "a dicembre ha presentato ai 27 un pacchetto di trenta misure" ma "è ancora in attesa di risposta dagli stati".
La storia dello scoop - Il quotidiano elvetico Le Matin ricostruisce la storia di questo scoop: un anno fa un "pacchetto" è stato recapitato anonimamente tramite posta a un indirizzo australiano. Il disco rigido contenuto all'interno è stato poi trasmesso all'ICJI che ha analizzato i milioni di dati che conteneva - contratti, fax, copie di passaporti, e-mail, corrispondenza bancaria, ecc. - tutti provenienti da due società specializzate in domiciliazioni offshore: Commonwealth Trust Limited, delle Isole Vergini britanniche e Portcullis Trustnet, con base a Singapore, operativa alle Isole Cayman, Isole Cook e Samoa, tutte giurisdizioni offshore fra le più opache al mondo.

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