NUCLEARE:
IN ITALIA GESTIONE DISASTROSA DELLE SCORIE
di
Guido Grassadonio
Fonte:
EuroNews
Lo
ripetiamo spesso: in Italia il nucleare esiste ed esiste un problema scorie. Un
problema serio, che le istituzioni politiche tendono sempre a dimenticare.
Intanto, questo è dovuto al processo di decommissioning delle vecchie centrali,
spesso lontano dall’essere concluso.
Si
tratta di un lavoro durissimo e molto delicato, dato che a dover essere
recuperati e messi in sicurezza non sono solo le scorie ma qualsiasi cosa abbia
fatto parte della centrali, finanche i guanti utilizzati decenni fa all’interno
della stessa centrale.
Ma
le scorie non arrivano solo dai vecchi impianti civili. Abbiamo alcuni impianti
nucleari costruiti per motivi di ricerca e abbiamo, soprattutto, scorie prodotte
per usi medici: circa 500 mc annui.
La
legge dello Stato che regola la gestione del problema non è, paradossalmente,
essa stessa a norma UE. L’Italia ha tempo fino ad agosto per adeguarsi alle
normative comunitarie, ma difficilmente il nuovo governo avrà testa per pensare
anche a questi “dettagli”.
Ricordiamo,
poi, come sia ancora da trovare il sito definitivo per lo stoccaggio delle
scorie italiane. A chi pensa all’attuale centro di raccolta nei pressi di
Saluggia, l’amministratore delegato SOGIN Giuseppe Nucci ha risposto così: “No,
guardi una cosa è certa un deposito non può stare vicino all’acqua. E quindi
quel deposito è per definizione temporaneo. Noi faremo adesso il Cemex, una
grandissima opera che era ferma da molti anni: significa trasformare da liquido
a solido i rifiuti ad alta attività. Quei rifiuti dovranno essere portati poi in
deposito. Saluggia non lo sarà mai, non lo potrà essere e soprattutto ritengo
una cosa: che noi dobbiamo veramente ridare il territorio decontaminato ai
cittadini. Perché da molti anni questo materiale è fermo lì”.
Il
problema è che per mettere su un sito di stoccaggio ci vogliono, oltre ai soldi,
anche 5 anni di lavoro. E nel 2020 la Francia è tenuta a rispedirci le scorie
che sta intanto trattando per nostro conto nelle sue centrali. Per allora la
sede dovrà essere pronta. Il rischio sono multe e rinegoziazioni economiche dei
patti con Parigi, che possono essere piuttosto onerosi.
Le
aziende come la SOGIN che si occupano di questi problemi sono formate da tecnici
della cui professionalità non abbiamo motivo di dubitare. Ma per risolvere
questi problemi occorre anche un intervento politico. Restano pochi mesi per
cambiare una legge e un paio d’anni per trovare un sito, con il beneplacito
degli abitanti della zona. Intervenire ed evitare multe e pericoli ci sembra
davvero sacrosanto. Pensare di risolvere tutto all’ultimo minuto, magari
imponendo dall’alto le decisioni al territorio, stile Val di Susa, al contrario
sarebbe per lo meno irresponsabile.
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