Latina, madre e figlia uccise:
confessa l'ex marito indiano
Raptus del 37enne: prima sgozza la ex, poi la figlia della donna
Esclusa già in mattinata la pista del suicidio-omicidio. Dall'incrocio
dati dei cellulari la pista risolutiva. L'assassino avrebbe perso la
testa in seguito al ricatto dell'ex moglie, che voleva 8.000 per tener
la bocca chiusa su un giro di permessi di soggiorno della comunità
indiana legato a lavori fittizi
Martina Incocciati, uccisa con la madre a Latina (foto Ansa)
Latina, 7 aprile 2013 - Ha confessato il 37enne indiano
sospettato dai carabinieri dell'omicidio di Francesca Di Grazia di 56
anni (sua ex moglie) e della figlia 19enne Martina Incocciati, avvenuto ieri mattina in piazza dei Bonificatori a Borgo Flora, frazione rurale di Cisterna di Latina.
IL MOVENTE - La lite tra i due ex coniugi è scoppiata - secondo l'omicida - per il ricatto ufficializzato dall'ex moglie dopo una lunga sequela di richieste: 8.000 euro per tener la bocca chiusa su un giro di permessi di soggiorno attraverso lavori fittizi. Irregolarità commesse a favore di parenti dell'ex marito. Un ricatto vero e proprio, stando a quanto il 37enne ha raccontato ai carabinieri che all'alba di oggi sono andati a prenderlo nell'abitazione di Nettuno dove vive con altri connazionali.
LA CONFESSIONE - L'assassino ha detto di essersi recato in casa della donna per un chiarimento e sentendosi ribadire dalla 55enne la richiesta di denaro, quando la donna si è voltata per preparare il caffè, in preda a un raptus l'ha sgozzata con un coltello da cucina. Nella camera da letto stava dormendo la figlia della donna, Martina Incocciati, che sentendo dei rumori si è alzata e per questo è stata colpita a morte dall'uomo. La ragazza ha cercato di difendersi ferendo al volto il suo assassino. Dopo il delitto lo straniero è fuggito, ha gettato il coltello in un canale nei pressi dell'abitazione, dove poi è stato trovato
dai carabinieri, ed è tornato a Nettuno dove ai connazionali che gli chiedevano spiegazioni per la ferita sul volto l'uomo aveva raccontato di essersi ferito durante un incidente. Una bugia presto smascherata dall'arrivo dei carabinieri.
PRESO SUBITO - L'uomo - che sarebbe residente a Nettuno e vive in Italia con regolare permesso di soggiorno - è stato raggiunto in nottata dai carabinieri che hanno incrociato i tabulati telefonici e ripercorso gli ultimi movimenti dei cellulari della donna e dell'ex marito.Nell'appartamento della frazione di Borgo Flora hanno a lungo lavorato i Ris e ulteriori accertamenti sono stati disposti sui cadaveri rinvenuti ieri sera intorno alle 21.
VIGILI DEL FUOCO - A fare la macabra scoperta i vigili del fuoco, intervenuti dietro segnalazione di alcuni vicini preoccupati perché, nonostante la loro auto fosse parcheggiata sotto casa, le due non rispondevano al telefono da ore. In casa c'erano un corpo immerso in una pozza di sangue in cucina e l'altro nella camera da letto. Tra le piste battute, in un primo tempo, anche quella di un possibile omicidio-suicidio, dal momento che alcuni vicini avevano riferito di aver sentito qualche schiamazzo dovuto forse a un litigio tra le due e che nell’appartamento non ci sono segni di effrazione. Poi, la pista indiana e nel pomeriggio la svolta.
SOLE E SENZA SOLDI - Le vittime non erano molto conosciute in zona, dal momento che si erano trasferite in quell’appartamento da qualche mese dopo averne girati altri sempre alla ricerca di un affitto basso. Problemi di soldi, insomma. Da qui forse è nata l'idea del ricatto. Conclusosi in tragedia.
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STORIA TORMENTATA - L'indiano e Francesca Di Grazia si erano sposati in India. Da qualche tempo però non vivevano più insieme. L'uomo, che svolgeva lavori saltuari come manovale, ha raccontato che la donna gli faceva continue richieste di denaro.
Proprio ieri mattina alle 6.40 l'ultima violenta lite durante la quale
il 37enne, in preda a un raptus, ha afferrato un coltello e colpito in
cucina la donna uccidendola con un fendente alla gola. La lite
ha svegliato la figlia. Ne è nata una collutazione durante la quale la
19enne è riuscita a ferire al volto l'assassino venendo poi a sua volta
sgozzata. L'arma è stata ritrovata dai carabinieri in un canale poco lontano dall'appartamento di Piazzale dei Bonificatori.IL MOVENTE - La lite tra i due ex coniugi è scoppiata - secondo l'omicida - per il ricatto ufficializzato dall'ex moglie dopo una lunga sequela di richieste: 8.000 euro per tener la bocca chiusa su un giro di permessi di soggiorno attraverso lavori fittizi. Irregolarità commesse a favore di parenti dell'ex marito. Un ricatto vero e proprio, stando a quanto il 37enne ha raccontato ai carabinieri che all'alba di oggi sono andati a prenderlo nell'abitazione di Nettuno dove vive con altri connazionali.
LA CONFESSIONE - L'assassino ha detto di essersi recato in casa della donna per un chiarimento e sentendosi ribadire dalla 55enne la richiesta di denaro, quando la donna si è voltata per preparare il caffè, in preda a un raptus l'ha sgozzata con un coltello da cucina. Nella camera da letto stava dormendo la figlia della donna, Martina Incocciati, che sentendo dei rumori si è alzata e per questo è stata colpita a morte dall'uomo. La ragazza ha cercato di difendersi ferendo al volto il suo assassino. Dopo il delitto lo straniero è fuggito, ha gettato il coltello in un canale nei pressi dell'abitazione, dove poi è stato trovato
dai carabinieri, ed è tornato a Nettuno dove ai connazionali che gli chiedevano spiegazioni per la ferita sul volto l'uomo aveva raccontato di essersi ferito durante un incidente. Una bugia presto smascherata dall'arrivo dei carabinieri.
PRESO SUBITO - L'uomo - che sarebbe residente a Nettuno e vive in Italia con regolare permesso di soggiorno - è stato raggiunto in nottata dai carabinieri che hanno incrociato i tabulati telefonici e ripercorso gli ultimi movimenti dei cellulari della donna e dell'ex marito.Nell'appartamento della frazione di Borgo Flora hanno a lungo lavorato i Ris e ulteriori accertamenti sono stati disposti sui cadaveri rinvenuti ieri sera intorno alle 21.
VIGILI DEL FUOCO - A fare la macabra scoperta i vigili del fuoco, intervenuti dietro segnalazione di alcuni vicini preoccupati perché, nonostante la loro auto fosse parcheggiata sotto casa, le due non rispondevano al telefono da ore. In casa c'erano un corpo immerso in una pozza di sangue in cucina e l'altro nella camera da letto. Tra le piste battute, in un primo tempo, anche quella di un possibile omicidio-suicidio, dal momento che alcuni vicini avevano riferito di aver sentito qualche schiamazzo dovuto forse a un litigio tra le due e che nell’appartamento non ci sono segni di effrazione. Poi, la pista indiana e nel pomeriggio la svolta.
SOLE E SENZA SOLDI - Le vittime non erano molto conosciute in zona, dal momento che si erano trasferite in quell’appartamento da qualche mese dopo averne girati altri sempre alla ricerca di un affitto basso. Problemi di soldi, insomma. Da qui forse è nata l'idea del ricatto. Conclusosi in tragedia.
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