1 DICEMBRE 2010
Cari colleghi, sono veramente
emozionato e quest’emozione sta crescendo da qualche giorno. Anzitutto vi
ringrazio di cuore per essere qui presenti: mi sembra un’attestazione di stima,
direi d’affetto.
Come vedete ho qualche foglio
in mano. Ho preso degli appunti perché sono un gran chiacchierone, non sono un
grande oratore e dimentico le cose.
Gira e rigira cosa si dice in
un’occasione del genere? La solita manfrina. Cioè che questo è in sostanza un
addio. Si rammenda che siamo a “una delle tappe fondamentali della vita”. Si
ripercorre qualche momento della propria carriera, se carriera c’è stata. Poi
magari viene il groppo in gola, sfugge qualche lacrimuccia…..e tutto diventa un
po’ triste.
Tanti fra voi da un po’ mi
dicono: “Ugo, beato te”, “Capo Repà, vorrei stare al tuo posto”, oppure
“maresià, tu ci sei arrivato alla pensione…chissà noi”. A costoro, che
comprendo benissimo, voglio ricordare un dettaglio: cioè che c’è una
contropartita da pagare, ed è l’età.
Vado in pensione il 30 di
questo mese, fui assunto il 1 luglio 1976 nel comando di Novara, sono trascorsi
35anni mi pare che siano abbastanza. Entrai che avevo 23 anni, a quei tempi le
pulizie in caserma e la cucina venivano svolte da noi vigili; nel giugno del
1982 sono stato trasferito a Latina dove sono rimasto quattro anni, insieme a
me nel turno c’era anche il collega Rocco. Nel luglio del 1986 l’apertura del
distaccamento di Terracina, mia città natale, dove vi ho prestato servizio per
19 anni, prima come vigile e dal 1 gennaio 1992 come capo squadra. Dal 1
gennaio 2004 il passaggio a capo reparto e dopo un breve periodo nel comando di Parma
sono tornato qui a Latina in sede centrale nella sezione C dove ho ritrovato
l’amico Rocco.
Con il turno ho trascorso
quasi 5 anni molto belli, dove non mi ha mai pesato alzarmi dal letto ed
arrivare al lavoro. Sapevo di trascorrere una giornata dove avrei avuto scambi
di opinioni, discussioni, qualche volta incazzature, momenti di ilarità, il
tutto senza perdere di vista l’obiettivo finale del lavoro che stavamo
svolgendo. La sera quando tornavo a casa, mentre percorrevo i 40 km che separano Latina da
Terracina, mi sentivo più ricco sia dal punto di vista umano che professionale.
Dalla mia ci ho messo onestà, disponibilità, impegno e professionalità, e sono
sicuro che il mio lavoro sia stato apprezzato. Oggi quindi lascio la frenetica
vita del vigile del fuoco ma porterò con me i molti ricordi di una carriera
stimolante e intensa. Porterò con me i ricordi di tanti colleghi con cui sono
venuto a contatto e che mi hanno insegnato tanto.
Cosa farò da grande, bella
domanda, sicuramente mi dedicherò maggiormente al mio sport preferito la
bicicletta, dedicherò più tempo alla famiglia e a me stesso.
E poi una cosa è certa: non
impiegherò il mio tempo a rimpiangere la caserma dei vigili del fuoco. Al più
il calore di tutti voi che ora siete qui, a dimostrarmi – come dicevo in
esordio – della vostra amicizia. Perché qualche vero autentico amico, in 35
anni, l’ho trovato proprio tra i colleghi vigili del fuoco.
Voglio ringraziarvi tutti per
quello che in questi anni avete fatto per me.
Grazie
Ugo Iacoucci
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