CONTRATTEMPI,
DIMENTICANZE E PROTESTE ALL’OMBRA DEL MAXI APPALTO PER I RIFIUTI A
TERRACINA
di
Andrea Di Lello
Male,
è nato male. L'appalto più importante per consistenza economica nella storia
della città (per dirla con il sindaco Nicola Procaccini) è venuto al mondo tra
contrattempi, dimenticanze e proteste.
La
petizione
Intanto,
bisogna dire che sono stati 3.673 i cittadini che hanno chiesto la revoca del
bando per l'affidamento del servizio di igiene urbana attraverso una petizione
che ha visto mobilitati l'associazione Il Sestante, assieme al WWF Litorale
Pontino e l'Ascom-Confcommercio. Le loro contestazioni si concentravano
soprattutto sulla parte economica, nella convinzione che il valore del servizio
fosse stato sovrastimato rispetto a quello di mercato.
L'incontro
con il sindaco
Le
tre associazioni ottennero anche di essere ricevute dal sindaco, accompagnato da
assessori e funzionario comunale competente, per un confronto sulla questione.
In quell'occasione, proprio discutendo di costi dell'appalto, ad un certo punto
si arrivò a parlare anche dei mezzi necessari all'espletamento del servizio,
vale a dire sull'aspetto risultato poi decisivo per la sua indeterminatezza
nella sentenza del TAR che annulla l'appalto in questione. Secondo la
delegazione dell'amministrazione, la spesa per l'acquisto di questi mezzi doveva
essere compresa in quello dell'appalto, sebbene, sempre a detta della
rappresentanza del Comune, tale spesa non potesse essere quantificata.
Il
bando sbagliato
In
precedenza, nel corso di una conferenza stampa, vennero consegnate ai presenti
copie sbagliate del bando. Con qualche imbarazzo, il sindaco Nicola Procaccini
ed il dirigente comunale Alfredo Sperlonga dovettero prendere atto delle
contraddizioni che quella copia presentava. Infatti, agli articoli 23/1, 24/1 si
riconosceva all'amministrazione comunale la facoltà di indicare l'impianto di
smaltimento dei rifiuti, mentre negli articoli 25/1, 26/1, 27/1, 28/1 si parlava
solo di impianti autorizzati. Tuttavia, nel 29/6 doveva essere la ditta a
scegliere l'impianto, purché autorizzato, e nel 52/1, infine, si leggeva che per
tutti i materiali dell’appalto la ditta "era libera di scegliere l’impianto
previa comunicazione all’amministrazione". Un bel pasticcio che aveva spinto in
conferenza stampa il sindaco ad ammonire così il suo dirigente: "Facciamo
attenzione, che le ditte hanno i loro studi legali". Da parte sua il dirigente,
si era giustificato affermando che, per errore, non era stata consegnata
l'ultima stesura.
La
mancata copertura finanziaria
Dopo
questa gaffe, viene quella della copertura finanziaria inesistente. Il
Dipartimento delle Finanze del Municipio, infatti, osservò che i 9 milioni
relativi al costo annuo dell'appalto non risultavano in bilancio.
L'amministrazione Procaccini, così, dovette rinviare la pubblicazione del bando.
Niente a confronto della decisione del TAR di cancellarlo.
Nessun commento:
Posta un commento