SIGARETTE
ELETTRONICHE, RINVENUTI METALLI PESANTI: SCATTA L’INCHIESTA
di
Marco Grigis
Le
sigarette elettroniche sono il tema scottante dell’estate italiana: delle vere e
proprie fazioni contrapposte si scontrano quotidianamente sul Web, tanto da far
impallidire anche il tifoso calcistico più sfegatato. La questione è sempre
quella: le cosiddette ecig sono sicure? Potrebbero esserci dei rischi per la
salute dallo “svapare”, l’arte di respirare il vapore prodotto da questi
dispositivi?
Se
ne discute da diverso tempo e, ogni qualvolta si sollevi il dubbio le sigarette elettroniche non
siano propriamente aria fresca, giornalisti ed esperti vengono accusati di
essere legati ai “poteri forti”, di aver ricevuto mazzette, di voler foraggiare
il monopolio dei tabacchi di Stato. Emergono oggi, però, dei risultati di una
ricerca condotta dalla testata Il Salvagente, con l’evidenza di dati non
esattamente rassicuranti: nei liquidi delle ecig sarebbe stata rilevata la
presenza di metalli pesanti cancerogeni.
Non
si tratta di stabilire se la sigaretta elettronica sia meglio o peggio delle
normali bionde – appare evidente che, non essendo il soggetto esposto agli oltre
4.000 elementi chimici tossici derivanti dalla combustione, l’ecig presenti un
rischio teoretico decisamente minore – quanto di fornire al consumatore tutte le
informazioni disponibili affinché possa effettuare una scelta più che
consapevole.
Il
Salvagente ha consegnato sei dei liquidi più diffusi per le sigarette
elettroniche al Dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli,
per una ricerca indipendente. Dalle analisi, è emersa la presenza di metalli
pesanti come arsenico e piombo – a volte in quantità minime, a volte in dosi
superiori rispetto al minimo consentito disciolto in acqua – noti per le loro
proprietà cancerogene. La questione non è allora se le sigarette elettroniche
siano dannose o meno, ma l’assenza di un’adeguata valutazione del rischio e di
una corretta informazione per i consumatori, considerato come la tendenza
odierna sia quella di pubblicizzare questi prodotti come totalmente innocui. Per
i metalli pesanti, infatti, esistono dei limiti normativi di sicurezza per la
loro presenza in prodotti d’assunzione, quali cibo, farmaci, acqua, prodotti
aromatici e aria. Per le ecig questo limite non è stato imposto e così, in
assenza di studi o verifiche, non è dato sapere cosa davvero si assorba per
inalazione e gli eventuali – se esistenti – effetti tossici da esposizione. Così
spiega Alberto Ritieni, docente di Chimica degli alimenti alla Federico II di
Napoli: “I metalli pesanti sono da sempre al centro dell’attenzione perché
rappresentano un serio pericolo e sono legati a un rischio per una serie di
patologie anche piuttosto gravi. Sono considerati degli indicatori
dell’inquinamento ambientale e la normativa prevede limiti alla loro
concentrazione nelle acque, nei cibi e nell’aria. La tendenza è procedere verso
le riduzione della presenza di metalli come il piombo, l’arsenico, il cadmio e
via elencando”.
Raffaele
Guariniello, procuratore di Torino che da tempo si sta interessando al caso
delle sigarette elettroniche, promette di indagare ulteriormente la sicurezza di
questi dispositivi con l’apertura di un nuovo fascicolo d’inchiesta: “I valori
sembrerebbero molto elevati, in special modo per il campione Louisville, nel
quale la concentrazione di arsenico sarebbe più elevata di quella ammessa per
l’acqua potabile. Valuteremo attentamente”.
Nel
frattempo, produttori e fornitori hanno deciso di non sottovalutare il problema
e hanno già messo in atto delle misure di protezione per il consumatore. Alcuni
portali per la vendita online di liquidi di ricarica per le ecig, ad esempio,
hanno deciso di sospendere la distribuzione del campione Louisville – quello
apparentemente dalle più alte concentrazioni di metalli pesanti – in attesa che
vengano pubblicate informazioni più dettagliate sulla sua sicurezza.
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