ARRESTATO
AFFILIATO DEL CLAN MOCCIA: ERA IN AFFITTO IN UNA VILLA DEL LITORALE A
TERRACINA
di
Francesco Avena
Latitante
da tre mesi, accusato di essere affiliato al clan camorristico dei Moccia,
egemone nel nord di Napoli, aveva preso una villa in affitto per tutta l’estate
e stava passando le vacanze sul litorale di Terracina. Ieri mattina i
carabinieri hanno fatto irruzione in casa e lo hanno arrestato. A finire in
manette Giovanni Castiello, 40 anni, sfuggito alla cattura lo scorso aprile
quando i carabinieri arrestarono altre 15 persone nell’ambito dell’operazione
«Titano 2». Castiello riuscì a fuggire e da quel momento i carabinieri del
Nucleo Provinciale di Caserta lo hanno ricercato senza sosta in Campania e sul
litorale pontino. A portare gli investigatori a casa del latitante, raggiunto da
un mandato di arresto spiccato dal GIP della Direzione Distrettuale Antimafia di
Napoli, sarebbe stata la cognata: seguendo i movimenti della donna i militari
del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, in collaborazione con quelli
della Compagnia di Terracina, sono riusciti a individuare la villa in cui il
latitante abitava da qualche tempo, all’interno del residence «Lido Azzurro»,
sulla Pontina. Pare che avesse preso in affitto la villetta a due passi dal mare
fino alla fine dell’estate. Ieri è finita la sua latitanza ed è stato rinchiuso
nel carcere di Latina. Giovanni Castiello, detto «Giannino», è ritenuto un
capozona del clan Moccia, egemone nei territori di Afragola, Casoria e Arzano. È
accusato di associazione a delinquere, porto illegale di arma da sparo ed
estorsione. «Giannino» è genero di Gennaro Tuccillo, detto «Gennaro zi’ Sant»,
figura di spicco del clan camorristico dei Moccia. Quando hanno fatto irruzione
nella villetta, i carabinieri hanno trovato oltre a Castiello anche la cognata e
i tre figli di lei. Al momento della cattura il quarantenne non ha opposto alcun
tipo di resistenza ai carabinieri che lo hanno bloccato agevolmente e portato in
caserma per le formalità di rito. Dopodiché è stato condotto a sirene spiegate
al carcere di Latina.
IL
BUEN RETIRO DELLA CAMORRA
di
Francesco Avena
Giovanni
«Giannino» Castiello è solo l’ultimo dei casi che riguardano presunti affiliati
di camorra in vacanza sul litorale terracinese. Il precedente più celebre è
quello di Gaetano «moncherino» Marino, crivellato di colpi sul lungomare Circe
il 23 agosto scorso. Boss di camorra, al centro di una faida tra clan, Marino da
anni trascorreva le sue vacanze a Terracina. La scorsa estate un sicario gli
fece l’agguato in strada, in mezzo alla gente, alle 5 del pomeriggio,
scaricandogli sul corpo una raffica di colpi di pistola. Ma di personaggi
riconducibili alla malavita campana che si rifugiano da queste parti ci sono
anche altri precedenti. Esponenti del clan Sacco, Licciardi e Cennamo sono
passati da queste parti, si sono rifugiati a Terracina e qui sono stati fermati
dalle forze dell’ordine.
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