Renault, scoppia il caso delle emissioni oltre i limiti. "Ma non c'è frode"
Parigi, 14 gennaio 2016 - Bufera su Renault,
che in Borsa arriva a perdere il 20% per poi chiudere a -10%. Il
motivo? Il diffondersi della notizia che gli agenti della divisione anti
frode della polizia francese hanno effettuato una serie di perquisizioni
in alcuni impianti produttivi della casa automobilistica. Il timore dei
mercati è che possa scoppiare un caso emissioni, simile a quello che ha
investito Volkswagen. Le forze dell'ordine, spiega il sindacato, hanno
sequestrato numerosi personal computer ai dirigenti. In seguito
all'esplosione del caso Volkswagen, Renault aveva promesso di investire
50 milioni di euro per far sì che i livelli di emissione effettivi delle
sue auto fossero in linea con quelli registrati durante i test.
L'azienda fa sapere però che nei motori delle auto diesel Renault esaminate dalle forze dell'ordine francesi non è stato trovato nessun sowtfare fraudolento che consenta di aggirare i testi sulle emissioni, come quelli trovati invece sulle vetture del costruttore tedesco. A metà pomeriggio arriva anche la conferma del ministro francese responsabile dell'Ambiente e dei Trasporti, Ségolène Royal. Nella vicenda Renault - sottolinea la Royal - è stato osservato "uno sforamento delle norme" sul Co2 e l'ossido di Azoto ma "nessuna frode". Per lei, le analisi condotte sui motori Renault e di altri due costruttori stranieri non rivelano l'esistenza di un "software illegale" per truccare le emissioni. Scende in campo anche il ministro dell'Economia, Emmanuel Macron, che mantiene la sua "fiducia" nella Renault, che ritiene il caso "non paragonabile" a quello della casa tedesca.
Renault oggi paga in Borsa anche la forte flessione delle vendite in Russia. In seguito ai chiarimenti dell'azienda, il titolo ha comunque ridotto le perdite, viaggiando però sempre in territorio ampiamente negativo. La concorrente Peugeot fa intanto sapere di non essere stata coinvolta da indagini simili.
Il timore dei mercati è che possa scoppiare un caso emissioni, simile a quello che ha investito Volkswagen. L'azienda: "Nessun software fraudolento". Anche i ministri in campo: "Caso non paragonabile con quello della casa tedesca"
L'azienda fa sapere però che nei motori delle auto diesel Renault esaminate dalle forze dell'ordine francesi non è stato trovato nessun sowtfare fraudolento che consenta di aggirare i testi sulle emissioni, come quelli trovati invece sulle vetture del costruttore tedesco. A metà pomeriggio arriva anche la conferma del ministro francese responsabile dell'Ambiente e dei Trasporti, Ségolène Royal. Nella vicenda Renault - sottolinea la Royal - è stato osservato "uno sforamento delle norme" sul Co2 e l'ossido di Azoto ma "nessuna frode". Per lei, le analisi condotte sui motori Renault e di altri due costruttori stranieri non rivelano l'esistenza di un "software illegale" per truccare le emissioni. Scende in campo anche il ministro dell'Economia, Emmanuel Macron, che mantiene la sua "fiducia" nella Renault, che ritiene il caso "non paragonabile" a quello della casa tedesca.
Renault oggi paga in Borsa anche la forte flessione delle vendite in Russia. In seguito ai chiarimenti dell'azienda, il titolo ha comunque ridotto le perdite, viaggiando però sempre in territorio ampiamente negativo. La concorrente Peugeot fa intanto sapere di non essere stata coinvolta da indagini simili.
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