Aumentano i pesticidi nelle acque italiane
I dati dell'Ispra: +20% di pesticidi in quelle
superficiali, +10% in quelle sotterranee. Ma la Coldiretti: siamo
l'agricoltura più verde d'Europa
Roma, 9 maggio 2016 - Non sono buoni gli ultimi dati sui pesticidi nelle acque: +20% in quelle superficiali, +10% in quelle sotterranee. A diffondere i dati è l'Ispra (Istituto
superiore per la protezione e ricerca ambientale), che nel dettaglio
spiega: le acque superficiali (fiumi, laghi, torrenti)
'ospitano' pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio (nel 2012
era 56,9%); quelle sotterranee nel 31,7% dei 2.463 punti (31% nel
2012). Nell'edizione 2016 del Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque
si sottolinea che la contaminazione è più ampia nella pianura
padano-veneta. L'Ispra sottolinea che l'analisi dei dati di monitoraggio
non evidenzia una diminuzione della contaminazione, precisando che
l'aumento di punti contaminati "si spiega in parte col fatto che in
vaste aree del centro-sud, solo con ritardo, emerge una contaminazione
prima non rilevata".
IL CAMPIONE - Nel biennio 2013-2014 sono stati analizzati 29.220 campioni per un totale di 1.351.718 misure analitiche, con un sensibile aumento rispetto al biennio precedente. Nel 2014, in particolare, le indagini hanno riguardato 3.747 punti di campionamento e 14.718 campioni e sono state cercate complessivamente 365 sostanze (nel 2012 erano 335). Durante i controlli sono state trovate 224 sostanze diverse, "un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012)", che indica "una maggiore efficacia delle indagini condotte". Gli erbicidi sono ancora le sostanze più rinvenute, mentre è aumentata notevolmente la presenza di fungicidi e insetticidi. Nelle acque superficiali, 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali, mentre in quelle sotterranee l'evento si verifica in 170 punti (6,9% del totale).
LA MAPPA - L'Ispra indica che la contaminazione è più ampia nella pianura padano-veneta dove le indagini sono generalmente più efficaci. Nelle cinque regioni dell'area, infatti, si concentra poco meno del 60% dei punti di monitoraggio dell'intera rete nazionale. In alcune regioni la contaminazione è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria. Nelle acque sotterranee la diffusione della contaminazione è particolarmente elevata in Lombardia 50% dei punti, in Friuli 68,6%, in Sicilia 76%. Più che in passato, avverte l'Ispra, sono state trovate miscele di sostanze nelle acque, fino a 48 in un singolo campione, quindi con una tossicità più alta rispetto a quella dei singoli componenti.
I dati dell'Ispra: +20% di pesticidi in quelle
superficiali, +10% in quelle sotterranee. Ma la Coldiretti: siamo
l'agricoltura più verde d'Europa
IL CAMPIONE - Nel biennio 2013-2014 sono stati analizzati 29.220 campioni per un totale di 1.351.718 misure analitiche, con un sensibile aumento rispetto al biennio precedente. Nel 2014, in particolare, le indagini hanno riguardato 3.747 punti di campionamento e 14.718 campioni e sono state cercate complessivamente 365 sostanze (nel 2012 erano 335). Durante i controlli sono state trovate 224 sostanze diverse, "un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012)", che indica "una maggiore efficacia delle indagini condotte". Gli erbicidi sono ancora le sostanze più rinvenute, mentre è aumentata notevolmente la presenza di fungicidi e insetticidi. Nelle acque superficiali, 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali, mentre in quelle sotterranee l'evento si verifica in 170 punti (6,9% del totale).
LA MAPPA - L'Ispra indica che la contaminazione è più ampia nella pianura padano-veneta dove le indagini sono generalmente più efficaci. Nelle cinque regioni dell'area, infatti, si concentra poco meno del 60% dei punti di monitoraggio dell'intera rete nazionale. In alcune regioni la contaminazione è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria. Nelle acque sotterranee la diffusione della contaminazione è particolarmente elevata in Lombardia 50% dei punti, in Friuli 68,6%, in Sicilia 76%. Più che in passato, avverte l'Ispra, sono state trovate miscele di sostanze nelle acque, fino a 48 in un singolo campione, quindi con una tossicità più alta rispetto a quella dei singoli componenti.
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