Vi spiego perché penso che Scalfari abbia cambiato idea su Matteo Renzi
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Della novità si sono accorti un po’ tutti. Qualcuno ha addirittura contato che nell’ultimo editoriale di Scalfari l’aggettivo “bravo” è accostato per ben quattro volte al nome di Renzi, fino a ieri criticatissimo. Nell’articolo si dà semaforo verde a Matteo Renzi. Certo, si mettono molte condizioni (nessuna delle quali verrà accettata), ma in sostanza si riconosce che l’interlocutore è l’attuale inquilino di palazzo Chigi e non altri. Nei prossimi mesi continuerà la schermaglia, ma adesso quello che conta è il semaforo verde e il riconoscimento che è Matteo quello che tiene il banco.
Ci si può chiedere allora come mai questa svolta, abbastanza netta, nell’atteggiamento di Eugenio. La risposta esatta può darla solo lui. Ma si può provare a ragionare. La mia interpretazione è che in questi mesi sono venuti a mancare tutti gli altri soggetti. La sinistra di Bersani e D’Alema si è rivelata un protagonista inesistente. Quelli che fino a un paio d’anni fa avevano in mano il Pd e comandavano, oggi non solo non hanno più in mano niente: sembra che non siano più capaci nemmeno di fare un minimo di politica. Da parte loro non arrivano proposte, ma solo voti contrari.
Se hanno in mente un’altra Italia rispetto a quella che Renzi (confusamente, a volte) sta disegnando non lo dicono. Il sospetto è che non lo sappiano. Tutto quello che sapevano fare era navigare giorno per giorno e fare ogni tanto, quando era possibile, qualcosa di buono. Ma un disegno complessivo non lo hanno e forse non lo hanno mai avuto. E forse è per questo che si sono fatti soffiare il partito da Renzi, che invece un disegno “modernista” lo aveva e lo ha.
Scalfari conosce troppo bene la politica italiana e i suoi protagonisti, quindi ha capito che, nella realtà, non esiste alcuna alternativa “di sinistra” a Renzi. In tutti questi mesi di opposizione Bersani e D’Alema si sono auto-annullati da soli, facendo cose un po’ insensate o non facendo assolutamente niente.
Nel frattempo la Cgil è volata su Marte e naviga in un cosmo tutto suo, dove perde potere ogni giorno che passa.
Anche a destra le cose non vanno bene. Più che altro c’è molta confusione e una gara esasperata per la leadership. Si è capito che quella di Berlusconi si sta esaurendo e allora tutti si sentono in corsa per il primo posto. In più ci sono i pentastellati che stanno lottando per vincere qualcosa (per una volta).
Ma anche a destra, se uno va a vedere bene, non hanno alcuna idea dell’Italia che vogliono, a parte alcuni slogan (basta immigrati, basta tasse, basta automobili, reddito di cittadinanza per tutti, non paghiamo i vecchi debiti).
Ci muoviamo insomma in una sorta di deserto, animato solo da qualche urlo e da qualche no, ma senza nulla che possa servire per ragionare o, peggio ancora, per fare.
E quindi Scalfari ha capito che, se si deve discutere, bisogna discutere con Matteo Renzi. Gli altri sono fantasmi di una stagione migliore (Rodotà, Zagrebelsky, Berlusconi, Salvini, Meloni, ecc.): avranno più o meno fortuna, ma non saranno mai un’alternativa. E quindi resteranno indietro.
Naturalmente, la mia interpretazione può essere del tutto arbitraria e le motivazioni di Scalfari possono essere altre.
Ho la sensazione, però, che la stessa svolta riguardi anche settori ampi della società italiana che fino a ieri avevano snobbato Renzi e che invece da qualche settimana (e soprattutto da ieri) cominciano a capire che, se c’è un interlocutore in questa crisi, è lui.
Marchionne, che è il più intelligente di tutti, lo ha capito da mesi e non perde occasione per riconoscerlo anche pubblicamente.
A questo si può aggiungere che, nonostante le bordate giustizialiste dei pentastellati e di qualche magistrato, ci si sta accorgendo che una delle cose più limpide esistenti nella politica italiana è proprio il Pd. Avrà la sua quota di mariuoli (come è ovvio, chi non ne ha?), però ha degli organi dirigenti che si riuniscono periodicamente, votano e avanzano idee. Gli altri partiti e movimenti sono delle accozzaglie di confusioni e di gerarchie disorganizzate (cioè personali).
In sostanza e concludendo: oggi Matteo Renzi è l’unico interlocutore. Se ne deve essere accorto Scalfari, ma se ne stanno accorgendo anche altri, soprattutto grossi settori della borghesia italiana. Non so quanto questo possa valere in termini di voti e di consensi, ma credo molto. Alla luce di tutto ciò vedo male grillini e leghisti (e anche Forza Italia). Fono a qualche tempo fa l’Italia era una specie di naviglio alla deriva, dove loro potevano esercitare le loro magie populiste. Però adesso c’è un capitano, via via riconosciuto da strati sempre più larghi della popolazione. E quindi le sceneggiate in parlamento e fuori cominciano a essere catalogate per quello che sono: pagliacciate con le quali non si fa politica.
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