Renzi: per l’anticipo della pensione si perderà tra l’1 e il 3% all’anno
«L'anticipo pensionistico si chiama Ape. Sarà nella legge di stabilità 2017. E siamo disponibili anche da domani mattina a incontrare i sindacati dei pensionati». Lo ha detto il premier Matteo Renzi nel suo intervento a Porta a Porta, affrontando uno dei temi più sensibili per l’opinione pubblica. «Stiamo studiando - ha precisato - un meccanismo sapendo che ci sono i vincoli di Bruxelles e sulle leggi bisogna essere credibili. Il meccanismo deve prevedere che per andare in pensione devi essere disposto a rinunciare a una piccola percentuale l'anno, che vada dall'1 al 3%: solo per quelli che son messi male, hanno pensione bassa e hanno 55 anni puoi togliere l'1%, per gli altri magari puoi arrivare al 4%».
Il problema è che in Italia «ci sono state delle autentiche vergogne» ha sottolineato il premier. «Fino agli anni '80 c'erano le pensioni baby, poi si è iniziato a dire che bisognava andare in pensione un po' più tardi. Il principio che ha portato ad aumentare l'età pensionabile non è sbagliato, ma il modo in cui è stato fatto ha portato una fascia di pensionati, nati tra il 1951 e il '55 ad aspettare i 66 anni», con una penalizzazione rispetto a chi è nato solo un anno prima. «Magari molti son contenti di lavorare, ma c'è anche gente a cui girano le scatole». Il progetto allo studio riguarda la possibilità di accedere alla pensione anticipata per gli over 63, con un anticipo massimo di 3 anni rispetto all’età pensionabile. Il piano entrerà nella prossima manovra ed è dunque ancora in fase di elaborazione. «L'intervento sulle pensioni sarà nella Legge di Stabilità o anche prima - ha precisato Renzi - Noi siamo pronti a incontrare anche domattina i sindacati dei pensionati».
Il premier ha parlato anche di giustizia e di Unioni civili. Delle critiche giunte dalle opposizioni e da parte del mondo cattolico.«L'atteggiamento negativo di parte della gerarchia e di parte del mondo cattolico era ovviamente atteso. Io sono cattolico ma faccio politica da laico: ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo. Ma ho rispetto di tutti e conoscendo il mio mondo sapevo che le polemiche ci sarebbero state. È assolutamente rispettabile che ci sia chi non è d'accordo». Matteo Renzi rivendica le proprie scelte in tema di diritti civili e il traguardo raggiunto dal Governo con l’approvazione da parte della Camera del testo sulle Unioni civili. A Porta a porta, parlando delle unioni civili ha poi aggiunto: «Se una legge sulle adozioni si fosse potuta fare in questa legislatura l'avremmo già fatta, vedremo se si potrà fare da qui al 2018». Renzi ha spiegato che «ora è prematuro capire se i numeri ci sono o meno, in questo Parlamento finora non c'erano».
In generale ha precisato «mi piacerebbe deideologizzare il tema delle adozioni. Ci sono un sacco di bambini soli, un sacco di coppie eterosessuali che vorrebbero adottare ma hanno un sistema molto farraginoso di procedure, in cui spesso devi conoscere qualcuno e non è giusto. Mi piacerebbe discutere serenamente, riflettere per il bene del bambino». Tuttavia, «ora valorizziamo quello che abbiamo fatto», ovvero la legge sulle unioni civili.
I sindaci non obbligati a celebrare. Il Comune si
Sulle scelte di coscienza dei sindaci ha puntualizzato: «Il problema diventano anche le modalità applicative» della legge. In particolare, in merito alla «discussione sul fatto che c'è chi non vuole celebrare, dico che il sindaco non è obbligato a celebrare sempre lui i matrimoni. Il punto è l'istituzione, ma se c'è una legge si rispetta» ha ribadito il premier.
Sulle scelte di coscienza dei sindaci ha puntualizzato: «Il problema diventano anche le modalità applicative» della legge. In particolare, in merito alla «discussione sul fatto che c'è chi non vuole celebrare, dico che il sindaco non è obbligato a celebrare sempre lui i matrimoni. Il punto è l'istituzione, ma se c'è una legge si rispetta» ha ribadito il premier.
Nel 2017 tasse scendono ancora, interessante ridurre scaglioni Irpef «Nel 2017 le tasse continueranno a scendere: non diro' come finche' non avro' numeri chiari, ma ad esempio per l'Irpef ci sono cinque scaglioni, piu' che limarli di un punto sarebbe interessante ridurli» ha annunciato Renzi. Quanto all'ipotesi di limare di un punto percentuale le aliquote Irpef del 27% e 38% «è una delle tante ipotesi, non c'è solo questa».
Serve giustizia e non giustizialismo
Tra i temi in primo piano anche quello della giustizia. «I giudici - ha detto Renzi - possono dire la loro su tutto». In particolare ha aggiunto: «non solo sulla riforma costituzionale e sul referendum, ma credo che il punto chiave del rapporto politica-giustizia sia di arrivare finalmente ad un limite che è stato superato in passato, più per responsabilità della politica, cioè di considerare l'avviso di garanzia una sentenza». Serve giustizia e non giustizialismo, ha chiarito davanti alla platea di Bruno Vespa. «Serve - chiarisce Renzi - un sistema di garanzia: se arriva un avviso di garanzia, tutti dobbiamo ricordare che si è innocenti fino a sentenza passata in giudicato. Tutto qui il resto è una discussione autoreferenziale a cui non partecipo». Insomma, l’avviso di garanzia «per me non rileva ai fini della valutazione se rimanere o no al proprio posto: rivendico con grande tranquillità che il mio governo per primo lo ha teorizzato in Parlamento. Per anni c'è stata la strumentalizzazione dell'avviso di garanzia anche da parte del centrosinistra che secondo me ha sbagliato». Il premier si è detto pronto ad incontrare Pier Camillo Davigo o Morosini. «Non ho alcun problema a incontrareli. Se tu dici che tutti i politici sono ladri, rispondo che non è vero».
Tra i temi in primo piano anche quello della giustizia. «I giudici - ha detto Renzi - possono dire la loro su tutto». In particolare ha aggiunto: «non solo sulla riforma costituzionale e sul referendum, ma credo che il punto chiave del rapporto politica-giustizia sia di arrivare finalmente ad un limite che è stato superato in passato, più per responsabilità della politica, cioè di considerare l'avviso di garanzia una sentenza». Serve giustizia e non giustizialismo, ha chiarito davanti alla platea di Bruno Vespa. «Serve - chiarisce Renzi - un sistema di garanzia: se arriva un avviso di garanzia, tutti dobbiamo ricordare che si è innocenti fino a sentenza passata in giudicato. Tutto qui il resto è una discussione autoreferenziale a cui non partecipo». Insomma, l’avviso di garanzia «per me non rileva ai fini della valutazione se rimanere o no al proprio posto: rivendico con grande tranquillità che il mio governo per primo lo ha teorizzato in Parlamento. Per anni c'è stata la strumentalizzazione dell'avviso di garanzia anche da parte del centrosinistra che secondo me ha sbagliato». Il premier si è detto pronto ad incontrare Pier Camillo Davigo o Morosini. «Non ho alcun problema a incontrareli. Se tu dici che tutti i politici sono ladri, rispondo che non è vero».
Priorità non è la prescrizione o la riforma Csm, ma i processi
«Non è la prescrizione il problema della giustizia. La prima cosa è dare un segnale di serietà e rispetto ai giudici: noi non siamo per riaprire la polemica tra giustizia e magistratura ma dire “fate i processi, siamo qui”. La priorità è che i tribunali facciano sentenze» ha puntualizzato il premier . Alla domanda se la riforma del Csm possa essere una priorità, ha risposto: «Non considero una priorità neanche questa, la priorità è che si facciano i processi».
«Non è la prescrizione il problema della giustizia. La prima cosa è dare un segnale di serietà e rispetto ai giudici: noi non siamo per riaprire la polemica tra giustizia e magistratura ma dire “fate i processi, siamo qui”. La priorità è che i tribunali facciano sentenze» ha puntualizzato il premier . Alla domanda se la riforma del Csm possa essere una priorità, ha risposto: «Non considero una priorità neanche questa, la priorità è che si facciano i processi».
Non esclusa fiducia su prescrizione
Sulla prescrizione «non escludo la fiducia, siamo pronti a farlo. Ma non è questo il punto, non è questo il problema della giustizia» ha sottolineato il presidente del Consiglio.
Sulla prescrizione «non escludo la fiducia, siamo pronti a farlo. Ma non è questo il punto, non è questo il problema della giustizia» ha sottolineato il presidente del Consiglio.
Su pubblicazione delle intercettazioni decidano i giornalisti
«La valutazione, il compromesso tra informazione e privacy lo devono trovare i giornalisti, devono decidere i giornalisti, non noi. Noi non metteremo mai una riga su questo» ha assicurato il premier Matteo Renzi parlando della pubblicazione delle intercettazioni.
«La valutazione, il compromesso tra informazione e privacy lo devono trovare i giornalisti, devono decidere i giornalisti, non noi. Noi non metteremo mai una riga su questo» ha assicurato il premier Matteo Renzi parlando della pubblicazione delle intercettazioni.
Verdini? Non c'è bisogno di andare al Colle
Non c'è bisogno di andare al Quirinale solo perché Ala vota la fiducia al governo: «Siccome c'è questa maggioranza, devo andare al Quirinale e chiedere la fiducia? Ci vado sempre al Quirinale» e «ne ho chieste 52 di fiducie...» ha ricordato Renzi.
Non c'è bisogno di andare al Quirinale solo perché Ala vota la fiducia al governo: «Siccome c'è questa maggioranza, devo andare al Quirinale e chiedere la fiducia? Ci vado sempre al Quirinale» e «ne ho chieste 52 di fiducie...» ha ricordato Renzi.
Banche: su bail in non ho toccato palla
«Io sul Bail in non potevo toccare palla. A noi e' arrivato cotto e mangiato» ha detto nel suo intervento a Porta a Porta. «Merkel ha messo nelle banche 247 miliardi perche' sapeva che poi sarebbero andati agli imprenditori per gli investimenti. Da noi si e' deciso di lasciare le cose come stanno».
Marco Carrai entrerà nel mio staff, no problemi da Usa
«Per Marco Carrai, se accettera'. c'e' un ruolo nella mi squadra. Se accettera' di lavorare con noi, dovra' fare un blind trust per le sue aziende. Sono orgoglioso delle nomine che ho fatto» ha detto MatteoRenzi a proposito delle voci per cui l'ipotesi Carrai ai big data si sta allontanando a causa di un parere contrario della Cia.
«Il rapporto con gli americani non e' mai stato tanto stretto come in questo memento. Se qualcuno pensa che Obama si preoccupi dello staff di Palazzo Chigi deve farsi vedere da uno bravo» ha aggiunto Renzi.
«Il rapporto con gli americani non e' mai stato tanto stretto come in questo memento. Se qualcuno pensa che Obama si preoccupi dello staff di Palazzo Chigi deve farsi vedere da uno bravo» ha aggiunto Renzi.
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