Leicester, la favola diventa realtà. Ranieri in trionfo
dal nostro corrispondente Leonardo Maisano2 maggio 2016
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Argomenti: Leicester | Fleetwood Town | Karishma Kapoor | Stefan Szymansky | Chelsea | Roma |Inghilterra | Elvis Presley | Vichai Srivaddhanaprabha
(Ansa)
LONDRA - Si fa presto a dire favola, apparecchiando tutti i luoghi comuni della pubblicistica rosa, ma bisognerebbe chiedere a Karishma Kapoor e a sua zia che cosa ne pensano. Oggi nipote ventenne e zia cinquantenne vanno all' incasso di 10000 mila sterline, il premio che li attende per averne scommesse 2 in data 8 agosto del 2015 quando la vittoria del Leicester football club in Premier League era data 1 a 5000. Le stesse chance, per intenderci, attribuite a Justin Bieber di diventare presidente degli Stati Uniti, un multiplo di quelli che gli allibratori assegnano alla notizia che Elvis Presley sia ancora vivo.
Come vuoi chiamarla se non fiaba, questa storia di una Cenerentola nel pallone che schianta tutte le più belle del Reame, andando a prendersi la vittoria della Premier - mai accaduto nella storia del club - sul campo del Chelsea, la super potenza economica del calcio inglese grazie ai petrorubli di Roman Abramovich? Proprio a Stamford Bridge s'è arreso il Tottenham condannato a vincere per poter continuare a sperare. Non ce l'ha fatta e le volpi ( the Foxes è il soprannome dei giocatori del Leicester) di Claudio Ranieri sono diventate matematicamente campioni con due giornate di anticipo. Unica seccatura : non aver potuto festeggiare nel modo migliore, sul campo. Anche il 'mister' non c’era, impegnato a pranzo con la mamma a Roma, giusto per dare un tocco di italianità a questa storia che di italiano, grazie a Claudio Ranieri, ha moltissimo. È la leggenda di un club senza storia, è il condottiero, eterno secondo, che riscatta sé stesso e, molto più di sé stesso, l'ultima squadretta di Premier, da un destino avaro di gloria.
Leicester e Ranieri entrano nella storia del calcio per una bizzarra congiuntura astrale che mette in fila tante eccentricità. L'ultima s'è vista proprio a Stamford Bridge dove s’è consumato l'indiretto trionfo del Leicester. Per fermare il Tottenham sul 2-2 (da un meno tranquillizzante 0-2 alla fine del primo tempo) il Chelsea ha avuto a disposizione giocatori che valgono - in termini di stipendio per lo staff - 200 milioni di sterline. Le Foxes superano di poco un monte stipendi di 50 milioni: non i più poveri della League, ma quasi. Uno a quattro, dunque la ratio, fra le buste paga dei trionfatori del campionato inglese dello scorso anno e quelli di quest' anno.
Troppo poco, forse, per dire che il calcio stia cambiando, ma abbastanza per sognare sulle ali di altre stranezze assai benvenute. Il trio - allenatore a parte - che i tecnici ritengono abbia contribuito di più alla vittoria, ovvero Vardy, Mehrez e Kanté: sono costati 7 milioni di pound, scovati, come sono stati, nelle squadre di serie minori dall' inglese Fleetwood Town, alle francesi Le Havre e Caen. Numeri che sembrano smentire l'equazione di Stefan Szymansky, docente di sport industry all'università del Michigan, ribadita al Financial Times. «In termini generali si può dire - ha riaffermato - che nell' industria del calcio il danaro significa successo e il successo genera ricavi».
La storia di questa straordinaria stagione del football inglese ci dice altro: il denaro s'è piegato alla passione, al cuore, al talento. Resta da vedere se ce lo dirà anche l' anno prossimo quando le volpi di Ranieri si misureranno in Champions con il grande calcio europeo, quando la tentazione di far cassa con le stelle appena nate affliggerà il presidente del club, il miliardario thailandese Vichai Srivaddhanaprabha, quando i danari garantiti dalla vittoria di ieri - fino a 75 milioni di sterline, secondo Deloitte - dovranno essere reinvestiti. Storie per l'anno che verrà, appunto. Quello in corso ha solo il gusto dolce di una lunga favola che ha saputo farsi cronaca.
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