Il Tribunale dei minori di Roma autorizza l'adozione per due papà con la surrogacy. E' la prima volta in Italia
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Anche due papà possono adottare il figlio avuto grazie a una maternità surrogata in Canada. La sentenza è dell'ex presidente del tribunale dei minori di Roma, Melita Cavallo, in pensione da metà dello scorso gennaio, in linea con analoghi provvedimenti che hanno autorizzato l'adozione gay in casi particolari. Il caso su cui ha deciso il magistrato è quello di una coppia di uomini, padri di un bimbo di sei anni, che aveva avanzato richiesta di adozione nel giugno del 2015. E anche stavolta, coerentemente con le altre decisioni favorevoli già prese nel caso di coppie di donne, il collegio ha tenuto in primo piano l'interesse e il benessere psico-fisico del minore perfettamente inserito nel contesto familiare.
E' la prima volta che due uomini chiedono e ottengono il riconoscimento dell'adozione da parte di un tribunale in Italia. Tutti gli altri casi infatti riguardano coppie di donne.
"Questo collegio ritiene che il desidero di avere dei figli, naturali o adottati, rientri nell'ambito del diritto alla vita familiare, nel 'vivere liberamente la propria condizione di coppia' riconosciuto come diritto fondamentale, anzi ne sia una delle espressioni più rappresentative". E in attesa che "il Legislatore adotti una disciplina maggiormente tutelante per i nuovi modelli familiari", questo collegio ritiene che la normativa sulle adozioni "debba poter essere interpretata alla luce delle emergenze sociali che sollecitano per il riconoscimento di nuove forme di genitorialità". E' un passo della motivazione della sentenza con la quale il tribunale dei minorenni di Roma ha riconosciuto a una coppia di uomini, sposati in Canada dopo sette anni di convivenza, l'adozione di un bimbo, figlio di uno dei due.
Spiega il tribunale: "Una volta valutato in concreto il superiore interesse del minore a essere adottato e l'adeguatezza dell'adottante a prendersene cura, un'interpretazione dell'articolo 44, comma 1, lettera d, della Legge 184/1983 che escludesse l'adozione per le coppie omosessuali solo in ragione della omosessualità, al tempo stesso riconoscendo la possibilità di ricorrere a tale istituto alle coppie di fatto eterosessuali, sarebbe una interpretazione non conforme al dettato costituzionale in quanto lesiva del principio di uguaglianza (articolo 3 della Costituzione) e della tutela dei diritti fondamentali (articolo 2)".
"Mi chiedono: ma tutte queste sentenze che riconoscono l'adozione del figlio del partner dello stesso spingeranno il Parlamento a fare una legge? No, rispondo, queste sentenze mostrano che il mondo va avanti, e con lui la necessaria tutela dei diritti fondamentali delle persone, anche senza nuove leggi e mostrano il fallimento del Parlamento di fronte a un'urgenza sociale. In tempi di crisi della politica forse qualcuno dei nostri grandi strateghi dovrebbe rifletterci un pò". Lo scrive sul suo profilo Facebook il senatore del Pd, Sergio Lo Giudice, a commento della nuova sentenza del Tribunale dei Minori di Roma che ha visto riconosciuta dai giudici la stepchild adoption a due uomini che hanno avuto un bambino grazie a una gestazione per altri in Canada.
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