Macedonia: arrestato reporter Terracinese
Nella giornata di ieri, lungo il confine greco-macedone, il giovane fotoreporter terracinese Fabrizio Di Nucci è stato tratto in arresto dalle autorità locali con l’accusa “di aver tentato di entrare in Macedonia illegalmente, senza permesso di lavoro”
accusa quanto mai aleatoria dato che il paese è uno dei 28 membri
dell’area Schengen e come tale permette ai cittadini comunitari di
entrare e soggiornare sul suo territorio fino a novanta giorni senza la
necessità di alcun visto o permesso.
Il fatto è accaduto mentre il giovane
stava seguendo un gruppo di rifugiati che tentava di forzare il blocco
che da giorni si è instaurato lungo il confine tra Grecia e Macedonia. “Stavamo
seguendo i rifugiati che attraversavano il confine. Oltrepassato un
fiume, abbiamo continuato a camminare e all’improvviso l’esercito
macedone ci ha preso e ci ha bloccato, dicendoci che eravamo entrati
illegalmente”, racconta Fabrizio Di Nucci. Il quale poi è stato
portato in commissariato, condannato ad una multa di circa 260€ e in
aggiunta gli è stato notificato un foglio di via che lo obbligava a
lasciare il paese entro le 24h successive, vietandogli il rientro sul territorio nazionale per i successivi 6 mesi.
Fortunatamente nella serata di ieri
abbiamo parlato con Fabrizio, il quale si è detto stanco ma felice per
essere di nuovo libero. Quanto accaduto deve farci riflettere su ciò che
si sta consumando in quei territori che nella nostra testa pensiamo
come “altrove” ma che in realtà sono semplicemente al di là dell’Adriatico. Praticamente dietro casa. Dobbiamo molto a persone, come Fabrizio,
le quale non accettano di chiudere gli occhi e far finta di nulla ma
soprattutto grazie alle loro foto e ai loro articoli non permettono
neanche a noi di chiudere gli occhi, tentando, vanamente talvolta, di
farci prova un’empatia verso coloro che per sole ragioni fortuite oggi
si trovano costretti in un limbo tra un paese, d’origine, troppo
pericoloso per potervi vivere e un altro che non vuole farli entrare
perché “indesiderati”.