Inchiesta in Vaticano sull'attico di Bertone. "Si ipotizzano reati gravissimi"
La Santa Sede conferma le indiscrezioni de 'L'Espresso'
che parla di reati ipotizzati "gravissimi". Indagati 2 ex manager del
Bambin Gesù. L'avvocato di Bertone: "Mai chiesto alcun pagamento"
Roma, 11 settembre 2016 - C'è un'inchiesta vaticana sull'attico ristrutturato dal cardinale Tarcisio Bertone.
Dopo le indiscrezioni pubblicate da L'Espresso, il Vaticano conferma
che la magistratura dello Stato pontificio ha aperto un'indagine in
merito. Il cardinale al momento, non sarebbe indagato. Sotto accusa ci
sarebbero invece Giuseppe Profiti, "manager vicinissimo al cardinale", e
l'ex tesoriere Massimo Spina.
LE INDISCREZIONI - "Il Vaticano", scrive Emiliano Fittipaldi sull'Espresso domani in edicola, "ha aperto un'inchiesta sull`attico di Tarcisio Bertone, e ha già iscritto nel registro degli indagati due persone", Profiti e Spina, appunto. I giudici vaticani, scrive peraltro l'autore del libro 'Avarizia', coimputato nel processo vaticano sulla divulgazione di documenti riservati (vatileaks) che riprende la prossima settimana, "ipotizzano reati gravissimi" ("peculato, appropriazione e uso illecito di denaro") e "hanno già trovato i riscontri documentali che dimostrano che i lavori di ristrutturazione dell'appartamento sono stati pagati dalla Fondazione dell`ospedale pediatrico Bambin Gesù".
LA RICOSTRUZIONE - I lavori per la ristrutturazione dell'attico dell'ex Segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone,
"sono costati in totale - si legge ancora nell'articolo di Fittipaldi
per l'Espresso - ben 422mila euro, che sono stati fatturati nel 2014 non
alla società italiana che ha materialmente effettuato il restauro (La
Castelli Re, fallita a luglio del 2015), ma a una holding britannica con
sede a Londra, la LG Concractor Ltd. Controllata sempre da Gianantonio
Bandera, titolare della Castelli Re e amico personale di Bertone".
Fittipaldi fa notare che "i soldi destinati ai bambini malati sono
stati, in pratica, utilizzati per la ristrutturazione, e poi girati a
Londra. Oltre alle sette fatture pagate al costruttore attraverso i
conti Ior e Apsa della Fondazione, però, i magistrati di Papa Francesco
hanno in mano anche lettere firmate che inchiodano l'ex Segretario di
Stato di Benedetto XVI alle sue responsabilità. Il cardinale -
sottolinea nell'articolo Fittipaldi - si era sempre difeso affermando
che tutto era avvenuto a sua insaputa. 'È una calunnia', s'era
giustificato: 'Ho pagato 300 mila euro, di tasca mia, secondo le fatture
che mi aveva mandato il Governatorato, proprietario dell'immobile. I
200 mila euro versati dalla Fondazione? Io non ho visto nulla. Ed
escludo in modo assoluto di aver mai dato indicazioni o autorizzato la
Fondazione ad alcun pagamento'. Ora sappiamo che, almeno sul punto,
mentiva", scrive l'autore di 'Avarizia'.
LA LETTERA - Tra i documenti in possesso del settimanale anche la corrispondenza tra Profiti e Bertone, dove si evince che il manager, in una lettera firmata del 7 novembre 2013, ha davvero offerto al cardinale di pagare (tramite la onlus dedicata ai bambini malati) i lavori dell'attico di residenza in cambio di ospitare "incontri istituzionali" nella casa, e che Bertone - il giorno dopo - lo ha ringraziato accettando l'offerta. "Nel documento dei pm - precisa L'Espresso - non viene citato il nome di Bertone, ma difficilmente la Santa Sede potrà evitare un suo coinvolgimento diretto nello scandalo".
I LEGALI DI BERTONE - "La missiva inviata dal cardinal Tarcisio Bertone al prof. Giuseppe Profiti l'8 novembre 2013 conferma integralmente la veridicità di quanto da lui sempre affermato", scrive in un comunicato il legale di Bertone, avvocato Michele Gentiloni Silveri. In quella lettera, sostiene il legale, "si chiarisce al prof. Giuseppe Profiti che la volontà di S.E. è quella di nulla porre a carico della Fondazione Bambino Gesù, comunicandogli al contempo che sarà cura del cardinale Bertone stesso di procedere alla ricerca di finanziamente per lavori da espletarsi nell'appartamento. Successivamente - prosegue la nota dell'avvocato Gentiloni Silveri - il cardinale Bertone, non avendo ricevuto sussidio da parte di terzi, ha pagato personalmente l'importo richiesto dal Governatorato in relazione ai lavori effettuati nell'appartamento a lui assegnato e di proprietà di quest'ultimo. Il cardinal Tarcisio Bertone - conclude la nota - ribadisce di non aver mai dato indicazioni, o autorizzato, la Fondazione Bambino Gesù ad alcun pagamento in relazione all'appartamento da lui occupato e di proprietà del Governatorato".
La Santa Sede conferma le indiscrezioni de 'L'Espresso'
che parla di reati ipotizzati "gravissimi". Indagati 2 ex manager del
Bambin Gesù. L'avvocato di Bertone: "Mai chiesto alcun pagamento"
LE INDISCREZIONI - "Il Vaticano", scrive Emiliano Fittipaldi sull'Espresso domani in edicola, "ha aperto un'inchiesta sull`attico di Tarcisio Bertone, e ha già iscritto nel registro degli indagati due persone", Profiti e Spina, appunto. I giudici vaticani, scrive peraltro l'autore del libro 'Avarizia', coimputato nel processo vaticano sulla divulgazione di documenti riservati (vatileaks) che riprende la prossima settimana, "ipotizzano reati gravissimi" ("peculato, appropriazione e uso illecito di denaro") e "hanno già trovato i riscontri documentali che dimostrano che i lavori di ristrutturazione dell'appartamento sono stati pagati dalla Fondazione dell`ospedale pediatrico Bambin Gesù".
LA LETTERA - Tra i documenti in possesso del settimanale anche la corrispondenza tra Profiti e Bertone, dove si evince che il manager, in una lettera firmata del 7 novembre 2013, ha davvero offerto al cardinale di pagare (tramite la onlus dedicata ai bambini malati) i lavori dell'attico di residenza in cambio di ospitare "incontri istituzionali" nella casa, e che Bertone - il giorno dopo - lo ha ringraziato accettando l'offerta. "Nel documento dei pm - precisa L'Espresso - non viene citato il nome di Bertone, ma difficilmente la Santa Sede potrà evitare un suo coinvolgimento diretto nello scandalo".
I LEGALI DI BERTONE - "La missiva inviata dal cardinal Tarcisio Bertone al prof. Giuseppe Profiti l'8 novembre 2013 conferma integralmente la veridicità di quanto da lui sempre affermato", scrive in un comunicato il legale di Bertone, avvocato Michele Gentiloni Silveri. In quella lettera, sostiene il legale, "si chiarisce al prof. Giuseppe Profiti che la volontà di S.E. è quella di nulla porre a carico della Fondazione Bambino Gesù, comunicandogli al contempo che sarà cura del cardinale Bertone stesso di procedere alla ricerca di finanziamente per lavori da espletarsi nell'appartamento. Successivamente - prosegue la nota dell'avvocato Gentiloni Silveri - il cardinale Bertone, non avendo ricevuto sussidio da parte di terzi, ha pagato personalmente l'importo richiesto dal Governatorato in relazione ai lavori effettuati nell'appartamento a lui assegnato e di proprietà di quest'ultimo. Il cardinal Tarcisio Bertone - conclude la nota - ribadisce di non aver mai dato indicazioni, o autorizzato, la Fondazione Bambino Gesù ad alcun pagamento in relazione all'appartamento da lui occupato e di proprietà del Governatorato".
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