L'allarme di Boeri (Inps), la 'generazione '80' rischia di andare in pensione a 75 anni
La elevata disoccupazione giovanile e la rigidità del sistema pensionistico rischiano di diventare una miscela esplosiva per le giovani generazioni. Se la politica non affronta "in tempi stretti" il tema della flessibilità in uscita la penalizzazione cui andranno incontro i trentenni di oggi sarà davvero gravissima. Un esempio? Lo ha fatto il presidente dell'Inps Tito Boeri - proprio mentre alla Camera il ministro Padoan parlava di una possibile revisione del sistema pensionistico - intervenendo oggi al graduation day dell'Universià Cattolica di Milano e riecheggiando l'allarme lanciato pochi giorni fa da Mario Draghi ("L'Italia rischia di perdere intere generazioni e quella più colpita sarà la più istruita di sempre"). Naturalmente tocca alla politica intervenire dopo che l'Inps i suoi calcoli li ha fatti e trasmessi a chi di dovere ha detto Boeri Boeri spiegando che "c'é una penalizzazione molto forte dei giovani. Il livello di disoccupazione è intollerabile. Il tema dell'uscita flessibile va affrontato adesso". Quindi ha illustrato come l'Inps abbia studiato la storia contributiva della "generazione 1980, una generazione indicativa" prendendo a riferimento un "universo di lavoratori dipendenti, ma anche artigiani": dallo studio è emerso come per un lavoratore tipo ci sia "una discontinuità contributiva, legata probabilmente a episodi di disoccupazione, di circa due anni". Un buco destinato a pesare sul raggiungimento delle pensioni, che a seconda del prolungamento dell'interruzione, può slittare "fino anche a 75 anni". Un risultato che può avere "contraccolpi elettorali", un'eventualità che il presidente dell'Inps non ha affatto nascosto ma che anzi ha individuato come causa dei "tantissimi ostacoli" incontrati dall'Istituto di previdenza nell'invio delle famose buste arancioni "perché, lo voglio dire con sincerità - ha aggiunto - c'è stata paura nella classe politica, paura che dare queste informazioni la possa penalizzare". In settimana, intanto, dovrebbero partire le prime 150mila buste arancioni con le informazioni di base", dalla stima dell'estratto conto contributivo alla previsione del rapporto tra contributi versati fino alla pensione futura con la possibile data di uscita. Boeri ha parlato anche della sperimentazione del part time per i lavoratori cui mancano tre anni alla pensione: "E' una sperimentazione, noi la seguiremo con estrema attenzione e daremo i dati su quante persone la utilizzeranno. Ci sono dei limiti di stanziamento, ma in ogni caso non potranno essere più di 30mila lavoratori nel giro di tre anni".
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