sabato 9 aprile 2016

LA CANAPA SI FA SPAZIO IN ITALIA

LA CANAPA SI FA SPAZIO IN ITALIA
La canapa torna a crescere in Italia. Certo, si tratta di un ritorno “timido” rispetto ai fasti del passato quando l’Italia era la seconda produttrice al mondo, dietro alla Russia, ma prima per qualità, con una superficie vocata nella prima metà del XX secolo di circa 90.000 ettari. Se pensiamo che oggi il principale produttore è la Cina con circa 60.000 ettari si comprende l’importanza del dato italiano.
Un aumento progressivo
Oggi, però, la ripresa nel nostro Paese c’è, come certifica Assocanapa, coordinamento nazionale per la canapicoltura in Italia: «Le superfici coltivate sono arrivate a 400 ettari nel 2013, hanno sfiorato i 1.000 ettari nel 2014, e sono arrivati a circa 2.500 nel 2015».
Lo sviluppo comincia quindi a diventare significativo: secondo i dati del Senato, dei circa 20.000 ettari coltivati a canapa in Europa, la Francia, con più di 11.000 ettari (oltre la metà delle superfici europee), è il leader europeo nella produzione di canapa industriale davanti a Germania (circa 2.500 ettari) e Regno Unito (circa 1.500 ettari).
I pregi della canapa per l’edilizia ecosostenibile
Sostenibilità ambientale ed economica, duttilità di utilizzo, caratteristiche eccellenti in diversi ambiti: la canapa è un’ottima materia prima sotto molti punti di vista.
Lo sanno bene gli esperti di bioedilizia che da anni la utilizzano nel settore per le sue caratteristiche: la fibra viene impiegata per la produzione di pannelli isolanti e fonoassorbenti; il canapulo viene miscelato con la calce o l’argilla, oppure usato in combinazione con la fibra offre la base per realizzare materiali da costruzione (avendo come pregio di essere più leggeri del calcestruzzo); sempre con la calce trova impiego nei pannelli per costruzioni o per scopi isolanti, sia sotto forma di intonaci o di cappotti.
Le sue doti si apprezzano anche per la realizzazione di abitazioni antisismiche: se qualcuno volesse approfondire segnaliamo il “Tour della Canapa” organizzato da ANAB (Associazione Nazionale Architettura Bioecologica) sabato 2 aprile proprio nel cratere del sisma che colpì l’Emilia nel 2012 (è ancora possibile iscriversi entro oggi inviando un’email all’indirizzo emiliaromagna@anab.it). Si tratta di una visita a quattro edifici e cantieri di ricostruzione in cui sono stati utilizzati canapa, calce, legno e argilla.
Quattro materiali ottimi per caratteristiche, come evidenzia la stessa ANAB: «L’utilizzo del legno per costruire e ristrutturare riprende un materiale che da sempre veniva utilizzato insieme al mattone cotto e crudo; l’argilla e la calce possono essere utilizzate insieme alla canapa per il miglioramento termico degli edifici. La calce, che anche qui come in buona parte del territorio nazionale, era la malta per eccellenza, offre quelle prestazioni di traspirabilità necessarie in queste zone con alti tassi di umidità».
Segnali di ripresa e d’interesse
Ci sono poi diversi segnali che testimoniano un rinnovato interesse verso la canapa: giusto un paio di settimane fa a Monsano (Ancona) è stato dato il via ufficiale a Il Borgo della Canapa, un progetto di filiera che s’innesta in un più ampio progetto di promozione, della coltivazione e trasformazione della canapa nel territorio regionale. L’associazione marchigiana oltre a promuovere lo sviluppo della canapicoltura nella regione, è attiva anche alla realizzazione di una mappatura completa di tutte le attività legate alla canapa, in Italia, visibile online grazie al sito web Growmaps.it.
Altro segnale è la nascita recente di Federcanapa, federazione della canapa italiana, nata per stimolare il tema e far sì che possano svilupparsi filiere di produzione industriale. Uno dei punti su cui lavorerà la neonata federazione, secondo quanto affermato dal suo presidente Beppe Croce, sarà il disegno di legge sulla canapa, fermo attualmente in Senato, in modo da assicurare adeguate tutele legali a chi opera nel settore.

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