US Open - Miracolo a New York! Roberta Vinci batte Serena Williams e la finale è tutta italiana
Roberta Vinci verrà ricordata nella storia del tennis come colei che, agli US Open, infranse il Grande Slam di Serena Williams: la batte 2-6, 6-4, 6-4 e a Flushing Meadows, in finale, c'è Flavia Pennetta ad attenderla per disegnare, sopra il cielo di New York, un'azzurrissima volta sistina. Incredibile. Semplicemente incredibile. Semplicemente bellissimo
Vivere per un
giorno così. Lavorare per un giorno così. Giocare un match-point
nell'Arthur Ashe Stadium, centrale di Flushing Meadows, contro la più
grande giocatrice del tennis moderno, davanti al suo pubblico, per un
giorno così. Roberta Vinci batte Serena Williams 2-6, 6-4, 6-4 a meno
due dal Grand Slam della dominatrice: un'impresa che sfuma per un sogno
di una notte di fine estate, nelle prossime ore un'italiana sarà la
campionessa degli US Open e un'altra sarà la finalista uscente. Nella
storia del nostro tennis, non era mai successo niente di tutto questo.
Piangere per un giorno così. Sorridere in un giorno così. Flavia
Pennetta e Roberta Vinci, un penny per i vostri desideri.
La
storia delle ultime ore a stelle e strisce è fatta della materia dei
sogni: per la prima volta nell’era Open, ci sono due tenniste italiane
in semifinale di uno slam. Giocheranno contro la numero 1 e la numero 2
della classifica mondiale: una da sfavorita - Flavia Pennetta contro
Simona Halep - l’altra, Roberta Vinci, da vittima sacrificale nel
labirinto del minotauro, sull’altare del suo Grande Slam. Poi a New York
arriva la pioggia e c’è chi versa inchiostro per calcare l’impresa, chi
invece sceglie un silenzioso raccoglimento lontano (o quasi) da
Flushing Meadows. Ventiquattro ore dopo, Flavia scende in campo e
cancella Simona Halep in 59 minuti con la sua racchetta magica... E
pensare che siamo appena all’inizio.
Flavia
Pennetta è in finale agli US Open: il tempo di avverare e Roberta Vinci
sta già calcando lo stesso campo, quello centrale di Flushing Meadows,
per sfidare Serena Williams che a vederle da vicino sembrano Davide e
Golia. L’americana estrae la clava e vara il suo bombardamento col primo
dei suoi 16 ace: iniziamo bene… Robertina svela la sua fionda e
risponde con un break, il primo della partita, nel terzo game: cala il
silenzio. Davide graffia Golia, che adesso ha un sassolino nella scarpa e
davvero poca voglia di scherzare, scalda tutti i colpi, vince 5 game
consecutivi e il primo set 6-2 in 31 minuti. Va bene così, la Vinci ha
strappato un turno di battuta a un’avversaria fuori portata e si toglie
perfino la soddisfazione di 3 BP in apertura di secondo set, poi
esagera, centra un break nel quinto game e sale 4-2 con l’80% dei punti
sulla prima di servizio. Roberta è attenta e imperscrutabile, lavora da
fondo campo, difende in back, raffina di tocco… Vince altri due game e
porta Serena Williams al terzo set. Ora però si tratta di lesa maestà.
Qualcosa è cambiato mentre
Serena Williams, nel quinto game del terzo set, sfoga tutta la sua
rabbia ferina per ogni punto vinto in un turno di battuta, sorpresa da
un violento vincente avversario sul primo quindici. Ma come? Lei non era
l'italiana dei back e basta? La sparring del peso massimo? Invece, come
un pugile sfiancato dalla guardia avversaria dopo tanti attacchi
invano, come un predatore nella rete, come una medea e come un macbeth,
Serena incontra le streghe e per Roberta l’attimo fuggente ha la forma
del 7. Venite amici, che non è tardi per scoprire un nuovo mondo! Io vi propongo di andare più in là dell'orizzonte... Settimo
game, 4-3 e servizio: ne mancano due per fare breccia, deporre la
regina d'America e abbracciare in finale Flavia Pennetta: il primo con
un'altra "piccola" rimonta da 15/40; il secondo, servendo per il match, a
zero. For the times they are a-changin' e all'orizzonte, seconda stella a destra, c'è una finale tutta italiana.
Nessun commento:
Posta un commento