Natale, sorpresa: dopo 7 anni la gente tornerà a spendere
Roma, 2 dicembre 2015 - Dopo sette anni di crisi, migliora l'economia e il Natale 2015
si preannuncia finalmente positivo. La situazione economica degli
italiani sembra stia attraversando un periodo di ripresa che rende tutti
più ottimisti verso il futuro. Questo avrebbe ripercussioni più
immediate sui consumi in vista del Natale. Secondo Confcommercio, infatti, le famiglie spenderanno circa 10 miliardi per i regali, 166 euro a persona, con un aumento del 5%
rispetto allo scorso anno. In particolare, secondo le previsioni
dell'Ufficio studi dell'associazione di categoria, per il 38,8% degli
italiani questo Natale sarà il primo di uscita dalla recessione
(una percentuale doppia rispetto al 2014 quando era al 19,2%). Le
tredicesime sono stimate in crescita dell'1,6%. L'85,9% degli italiani
farà i regali di Natale contro l'85,2% del 2014.
A contribuire al miglioramento dell'economia, secondo la fotografia scattata dall'Istat nel rapporto Bes 2015, l'avanzamento nel mercato del lavoro, l'innalzamento del tenore e della durata della vita. Il rapporto sottolinea come comunque questo miglioramento non sia uniforme e non tocchi le classi più deboli della popolazione, i giovani e le zone più disagiate come il Mezzogiorno. In prospettiva, ha detto, il presidente dell'istituto, Giorgio Alleva: "è possibile ma non semplice" che il Pil dell'Italia si attesti al +0,9% nel 2015. Cresce l'ottimismo verso il futuro: il 24% di persone con più di 14 anni, infatti, ritiene che la loro situazione migliorerà nei prossimi 5 anni nel 2013 al 27% nel 2014.
Nel 2014 e ancor più nei primi mesi del 2015, rileva l'Istat, la situazione economica registra una serie di segnali positivi che dalle regioni del Nord si diffondono al resto del Paese, riflettendosi sulla condizione delle famiglie, a partire da quelle più agiate fino a quelle condizionate da maggiori vincoli di bilancio. Secondo il Rapporto aumenta il reddito disponibile (dello 0,7% nel 2013 e dello 0,1% nel 2014) e il potere d'acquisto. Cresce anche la spesa per consumi finali, anche se in misura più limitata in conseguenza del lieve aumento della propensione al risparmio. Sempre meno famiglie mettono in atto strategie per il contenimento della spesa mentre è più elevata la quota di quelle che tornano a percepire come adeguate le proprie risorse economiche. In leggero miglioramento anche gli indicatori di natura soggettiva: la percentuale di persone in famiglie che arrivano a fine mese con grande difficoltà torna a scendere (17,9%) dopo aver raggiunto il valore massimo del decennio proprio nel 2013 (18,8%). Segnali di ripresa anche sul fronte del lavoro anche se permangono forti divari di genere ed esclusione dei giovani. La quota di persone di età 20-64 anni occupate in Italia sale al 59,9% nel 2014 (+0,2 punti percentuali rispetto al 2013), ma la distanza con l'Europa continua ad aumentare.
Lo dice la Confcommercio. Istat: ripresa sì, ma non uniforme
A contribuire al miglioramento dell'economia, secondo la fotografia scattata dall'Istat nel rapporto Bes 2015, l'avanzamento nel mercato del lavoro, l'innalzamento del tenore e della durata della vita. Il rapporto sottolinea come comunque questo miglioramento non sia uniforme e non tocchi le classi più deboli della popolazione, i giovani e le zone più disagiate come il Mezzogiorno. In prospettiva, ha detto, il presidente dell'istituto, Giorgio Alleva: "è possibile ma non semplice" che il Pil dell'Italia si attesti al +0,9% nel 2015. Cresce l'ottimismo verso il futuro: il 24% di persone con più di 14 anni, infatti, ritiene che la loro situazione migliorerà nei prossimi 5 anni nel 2013 al 27% nel 2014.
Nel 2014 e ancor più nei primi mesi del 2015, rileva l'Istat, la situazione economica registra una serie di segnali positivi che dalle regioni del Nord si diffondono al resto del Paese, riflettendosi sulla condizione delle famiglie, a partire da quelle più agiate fino a quelle condizionate da maggiori vincoli di bilancio. Secondo il Rapporto aumenta il reddito disponibile (dello 0,7% nel 2013 e dello 0,1% nel 2014) e il potere d'acquisto. Cresce anche la spesa per consumi finali, anche se in misura più limitata in conseguenza del lieve aumento della propensione al risparmio. Sempre meno famiglie mettono in atto strategie per il contenimento della spesa mentre è più elevata la quota di quelle che tornano a percepire come adeguate le proprie risorse economiche. In leggero miglioramento anche gli indicatori di natura soggettiva: la percentuale di persone in famiglie che arrivano a fine mese con grande difficoltà torna a scendere (17,9%) dopo aver raggiunto il valore massimo del decennio proprio nel 2013 (18,8%). Segnali di ripresa anche sul fronte del lavoro anche se permangono forti divari di genere ed esclusione dei giovani. La quota di persone di età 20-64 anni occupate in Italia sale al 59,9% nel 2014 (+0,2 punti percentuali rispetto al 2013), ma la distanza con l'Europa continua ad aumentare.
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