Psicosi Isis, maestro denuncia falsa aggressione. Città si blocca
Alle elezioni regionali la destra non supera i ballottaggi. Marine Le Pen attacca: «Contro di noi intimidazioni». Sette regioni per i conservatori, sei ai socialisti. A Parigi, un insegnante ha raccontato di "esser stato accoltellato da un uomo, inneggiante l'Isis", per poi ammettere: "Ho inventato tutto"
A Parigi torna la paura, ma questa volta è per una bufala. Un maestro
di una scuola materna di Aubervilliers, banlieue della capitale
francese, ha raccontato di esser stato aggredito questa mattina da un
uomo con il viso coperto che fuggendo, avrebbe urlato: «È per l’Isis, è un avvertimento, non è che l’inizio». Un episodio che ha di nuovo gettato nel terrore la Francia ma che poi si è rivelato completamente falso. Nel pomeriggio, la Procura, dopo l'interrogatorio
della presunta vittima dell'aggressione, ha infatti annunciato che l'uomo ha confessato di aver inventato tutto e di essersi procurato da solo le ferite con delle forbici e un taglierino che teneva in classe. Ma ormai era scattato il sistema di sicurezza, con il rafforzamento del presidio e la zona completamente blindata.
Erano state rafforzate misure sicurezza
Sul posto, dopo la denuncia dell'insegnante, era andato anche il ministro dell’Educazione, Najat Vallaud-Belkacem che aveva annunciato: «Continueremo a rafforzare le misure di sicurezza in un momento in cui, sì, il mondo della scuola si sente minacciato». L'inchiesta, affidata alla sezione anti-terrorismo della procura di Parigi, ha scoperto il falso e poi ha sottoposto l'uomo ad un nuovo interrogatorio per capire i motivi che l'hanno spinto a simulare l'aggressione.
Sul fronte politico in Francia è il day-after le elezioni regionali. Il Front National di Marine Le Pen, dopo l’exploit del primo turno, non ha ottenuto nessuna regione. Un risultato che premia il "Fronte repubblicano" voluto da socialisti per fermare l'estrema destra, ma che rappresenta per Marine Le Pen, pur sconfitta, un punto di partenza importante per le elezioni presidenziali che si svolgeranno nel 2017, tanto che di fronte ai sostenitori oggi ha rilanciato: «Nelle prossime settimane riuniremo tutti i francesi che vogliono partecipare all’opera di riconsolidamento della nostra Patria, una volta tutti insieme non ci fermerà nessuno». Il risultato finale parla però di sette regioni per i conservatori di Nicolas Sarkozy, che soffrono però al loro interno di divisioni tra correnti, e sei regioni (compresa la Corsica, vinta grazie all'alleanza con gli indipendentisti) ai socialisti di Francois Hollande.
Marine Le Pen sconfitta di oltre 15 punti
Marine Le Pen esce quindi sconfitta anche nella regione nella quale era candidata, il Nord Pas de Calais Picardie, dove ha vinto il suo avversario, Xavier Bertrand dei Republicains, con il 57,70% dei voti contro il 42,30%. Xavier Bertrand ha subito preso la parola nel suo quartier generale per ringraziare chi lo ha votato, anche «gli elettori di sinistra che hanno fatto sbarramento» contro l'estrema destra. «Non è una mia vittoria, non è una vittoria politica, è la vittoria della gente», ha detto. Sconfitta anche per Marion Le Pen, la nipote della leader del Fn, che nel Paca, la regione Provence-Alpes-Cote d'Azur, ha perso contro il candidato conservatore, Christian Estrosi 53,5% contro il 46,5%.
«Contro di noi manipolazioni»
Duro il commento a caldo della Le Pen: «Voglio esprimere la mia gratitudine ai più di 6 milioni di francesi» che hanno votato Fn e «hanno saputo rifiutare le intimidazioni e le manipolazioni» ha detto la leader del Front National. «Ora la divisione non è più tra destra e sinistra ma tra i mondialisti e i patrioti. Viva la Francia, Viva la Repubblica!» ha concluso. Sconfitta per il FN anche nella triangolare del Grand Est, la regione Alsazia-Champagne-Ardenne-Lorena, dove il candidato dei repubblicani Philippe Richert ha conquistato il primo posto con il 47% delle preferenze contro il 36% del candidato lepenista Florian Philippot, considerato l’ideologo del movimento. Meno del 16% per Jean-Pierre Masseret, il terzo incomodo dei socialisti che rifiutò l'ordine di scuderia di ritirarsi dalla corsa per favorire la vittoria della destra moderata.
Vittoria per Manuel Valls
A gauche, nel silenzio assoluto osservato dal presidente Francois Hollande in questa settimana, il grande vincitore appare il primo ministro Manuel Valls, che si è esposto in prima persona gridando addirittura al rischio di «guerra civile» nel caso di vittoria del Front National. Valls ha preso la parola dopo i risultati per rendere omaggio all'appello «chiarissimo, netto, coraggioso, quello della sinistra, che ha sbarrato la strada all'estrema destra che stasera non conquista nessuna regione». Tuttavia, il premier ha subito avvertito che non è proprio il caso di rilassarsi: «Nessun sollievo, nessun trionfalismo, nessun messaggio di vittoria», poiché «il pericolo dell'estrema destra non è eliminato. Dobbiamo dimostrare - ha concluso - che siamo capaci di restituire la voglia di votare 'per' e non unicamente 'contro'».
Divisioni nel partito di Sarkozy
I Republicains di Nicolas Sarkozy, appaiono spaccati e alla vigilia di una resa dei conti decisiva. Già da oggi la strada dell'ex presidente sarà tutta in salita. Ha salutato «l'unità della famiglia dei Repubblicani» e l'unione con il centro, esortando a non dimenticare «l'avvertimento» dei francesi. Ma la sua politica tutta rivolta verso il terreno dell'estrema destra e la fortissima opposizione interna lo rendono ogni giorno più debole. Ad Alain Juppé e Francois Fillon, avversari di sempre, si aggiunge Nathalie Kosciusko-Morizet, che aveva votato contro il no di Sarkozy al Fronte repubblicano: «Se gli elettori lo avessero seguito - ha detto stasera - i nostri candidati nel nord e nel sud sarebbero stati battuti».
della presunta vittima dell'aggressione, ha infatti annunciato che l'uomo ha confessato di aver inventato tutto e di essersi procurato da solo le ferite con delle forbici e un taglierino che teneva in classe. Ma ormai era scattato il sistema di sicurezza, con il rafforzamento del presidio e la zona completamente blindata.
Sul posto, dopo la denuncia dell'insegnante, era andato anche il ministro dell’Educazione, Najat Vallaud-Belkacem che aveva annunciato: «Continueremo a rafforzare le misure di sicurezza in un momento in cui, sì, il mondo della scuola si sente minacciato». L'inchiesta, affidata alla sezione anti-terrorismo della procura di Parigi, ha scoperto il falso e poi ha sottoposto l'uomo ad un nuovo interrogatorio per capire i motivi che l'hanno spinto a simulare l'aggressione.
Najat Vallaud-Belkacem: "nous allons continuer à renforcer" la sécurité des écoles https://t.co/Fe3dmsO50U pic.twitter.com/qIEgQjCp5v
— BFMTV (@BFMTV) 14 Dicembre 2015
Front National sconfitto ai ballottaggiSul fronte politico in Francia è il day-after le elezioni regionali. Il Front National di Marine Le Pen, dopo l’exploit del primo turno, non ha ottenuto nessuna regione. Un risultato che premia il "Fronte repubblicano" voluto da socialisti per fermare l'estrema destra, ma che rappresenta per Marine Le Pen, pur sconfitta, un punto di partenza importante per le elezioni presidenziali che si svolgeranno nel 2017, tanto che di fronte ai sostenitori oggi ha rilanciato: «Nelle prossime settimane riuniremo tutti i francesi che vogliono partecipare all’opera di riconsolidamento della nostra Patria, una volta tutti insieme non ci fermerà nessuno». Il risultato finale parla però di sette regioni per i conservatori di Nicolas Sarkozy, che soffrono però al loro interno di divisioni tra correnti, e sei regioni (compresa la Corsica, vinta grazie all'alleanza con gli indipendentisti) ai socialisti di Francois Hollande.
Marine Le Pen esce quindi sconfitta anche nella regione nella quale era candidata, il Nord Pas de Calais Picardie, dove ha vinto il suo avversario, Xavier Bertrand dei Republicains, con il 57,70% dei voti contro il 42,30%. Xavier Bertrand ha subito preso la parola nel suo quartier generale per ringraziare chi lo ha votato, anche «gli elettori di sinistra che hanno fatto sbarramento» contro l'estrema destra. «Non è una mia vittoria, non è una vittoria politica, è la vittoria della gente», ha detto. Sconfitta anche per Marion Le Pen, la nipote della leader del Fn, che nel Paca, la regione Provence-Alpes-Cote d'Azur, ha perso contro il candidato conservatore, Christian Estrosi 53,5% contro il 46,5%.
«Contro di noi manipolazioni»
Duro il commento a caldo della Le Pen: «Voglio esprimere la mia gratitudine ai più di 6 milioni di francesi» che hanno votato Fn e «hanno saputo rifiutare le intimidazioni e le manipolazioni» ha detto la leader del Front National. «Ora la divisione non è più tra destra e sinistra ma tra i mondialisti e i patrioti. Viva la Francia, Viva la Repubblica!» ha concluso. Sconfitta per il FN anche nella triangolare del Grand Est, la regione Alsazia-Champagne-Ardenne-Lorena, dove il candidato dei repubblicani Philippe Richert ha conquistato il primo posto con il 47% delle preferenze contro il 36% del candidato lepenista Florian Philippot, considerato l’ideologo del movimento. Meno del 16% per Jean-Pierre Masseret, il terzo incomodo dei socialisti che rifiutò l'ordine di scuderia di ritirarsi dalla corsa per favorire la vittoria della destra moderata.
A gauche, nel silenzio assoluto osservato dal presidente Francois Hollande in questa settimana, il grande vincitore appare il primo ministro Manuel Valls, che si è esposto in prima persona gridando addirittura al rischio di «guerra civile» nel caso di vittoria del Front National. Valls ha preso la parola dopo i risultati per rendere omaggio all'appello «chiarissimo, netto, coraggioso, quello della sinistra, che ha sbarrato la strada all'estrema destra che stasera non conquista nessuna regione». Tuttavia, il premier ha subito avvertito che non è proprio il caso di rilassarsi: «Nessun sollievo, nessun trionfalismo, nessun messaggio di vittoria», poiché «il pericolo dell'estrema destra non è eliminato. Dobbiamo dimostrare - ha concluso - che siamo capaci di restituire la voglia di votare 'per' e non unicamente 'contro'».
I Republicains di Nicolas Sarkozy, appaiono spaccati e alla vigilia di una resa dei conti decisiva. Già da oggi la strada dell'ex presidente sarà tutta in salita. Ha salutato «l'unità della famiglia dei Repubblicani» e l'unione con il centro, esortando a non dimenticare «l'avvertimento» dei francesi. Ma la sua politica tutta rivolta verso il terreno dell'estrema destra e la fortissima opposizione interna lo rendono ogni giorno più debole. Ad Alain Juppé e Francois Fillon, avversari di sempre, si aggiunge Nathalie Kosciusko-Morizet, che aveva votato contro il no di Sarkozy al Fronte repubblicano: «Se gli elettori lo avessero seguito - ha detto stasera - i nostri candidati nel nord e nel sud sarebbero stati battuti».
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