Galantino "Non cercate voti sulla pelle degli altri" e Feltri gli da' del "piazzista da sagrestia"
Prima e'
intervenuto dalla sua massima autorità morale il Papa con il monito che
respingere i migranti deve serre visto come un "atto di guerra". Poi a
rinfocolare la polemica con quei politici definiti "piazzisti da bar" (ndr. i
"populisti Grillo e Salvini) ci ha pensato Nunzio Galantino, vescovo poco
conosciuto fin quando non e' stato chiamato dal Papa a dirigere la Cei, la
Conferenza episcopale italiana. La polemica sui migranti e' diventata così'
quotidiana in queste giornate di fine agosto, con Galantino che non ha
risparmiato critiche neanche al governo. E Renzi un po' se l'e' presa, anche se
meno dell'altro Matteo, trattato certamente peggio alla stregua di un becero e
un po' rozzo mercante di voti. Lui, Galantino alza il tiro ed nella sua lectio
magistralis, dedicata alla difficile eredita' di De Gasperi (ndr. lo statista,
fondatore della Dc che fu tra gli artefici della rinascita italiana dopo la
seconda guerra mondiale e salvo' (naturalmente secondo quelli che erano dalla
sua parte) l'Italia dai comunisti sconfiggendo il fronte popolare nelle storiche
elezioni dell'aprile del 48) lancia il suo messaggio: "Non cercate voti sulla
pelle degli altri". Ed ancora: "Senza politica si muore. La politica come ordine
supremo della carità, questa e' la grande avventura per chi ne sente la
missione". Poi spiega le sue recenti esternazioni: "Nulla può far venir meno
pietà e pazienza. Questo mi ha spinto a essere fin troppo chiaro, per qualcuno
rude". "I populismi sono un crimine di lesa maestà di pochi capi spregiudicati
davanti ad un popolo che chiede di capire i passaggi complessi della storia", la
sua conclusione. Parole nobili, cristiane e sicuramente apprezzabili da tutti
sotto il profilo umano. Con delle pecche pero' secondo alcuni. E chi forse
meglio ha registrato gli umori di una certa parte della politica ed anche
dell'opione pubblica e' Vittorio Feltri sul Giornale. Una considerazione: "forse
monsignor Galantino dovrebbe ripassarsi il Concordato (ideato da Benito
Mussolini e rinfrescato da Bettino Craxi) nel quale, grosso modo, e' scritto che
i preti hanno facoltà di predicare ciò che vogliono, ma non sono autorizzati a
interferire nelle questioni di Stato italiane". Ma dopo una considerazione, la
vera domanda: "Come potremmo fare e con quali mezzi ad ospitare gioiosamente
centinaia di migliaia di stranieri bisognosi di soccorso, vitto ed alloggio, e
magari di argent de poche? Lo sappiamo, il fenomeno della migrazione e' sempre
esistito e sempre esisterà, dato che il mondo cambia di cattiveria, ma mai cessa
di essere cattivo. Pero' nessuna spiega quale sia il modo di moltiplicare i
pesci, cioè i soldi in misura sufficiente a soddisfare le esigenze primarie e
secondarie dei richiedenti asilo". Feltri aggiunge: "E'probabile che sua
eccellenza, vivendo in una dimora adeguata al suo rango, ignori che i
connazionali attraversano la nota crisi, un momento di enorme difficoltà.
Insomma l'Italia e' in bolletta marcia, e non essendo in grado di provvedere ai
suoi cittadini più sfortunati, non lo e' neppure di assistere gli
extracomunitari che bussano alle sue porte". "Non e' un concetto complicato, lo
capisce chiunque e immagino sia alla portata anche del segretario generale della
Cei", scrive Feltri che aggiunge: "Se egli pero', a differenza di noi comuni
mortali, fosse in possesso di una magica formula finalizzata a trasformarci da
poveri cristiani in signori abbienti, lo preghiamo di rendercene partecipi. Nel
qual caso pronti ad obbedire". "In mancanza di una risposta, saremmo costretti a
ribaltare le sue accuse e a considerare Galantino un piazzista da
sagrestia".
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