Guerra criminale a Latina, definitive le condanne per l’agguato a Zof e l’assalto sull’Epitaffio
Clemente Pistilli | set 10, 2014 | Commenti 0
- video 8 aprile 2010 – Latina: sparatoria in via Galvaligi: fermato Ferdinando Di Silvio -
Condanne definitive per l’agguato a Zof e l’assalto all’abitazione di una famiglia nomade sull’Epitaffio. I ricorsi degli imputati sono stati in parte respinti e in parte dichiarati inammissibili dalla Cassazione. I giudici hanno così confermato che il primo episodio è stato compiuto daFerdinando Di Silvio, detto Pupetto, e daChristian Liuzzi, detto Nino.
Il secondo invece è stato opera di Armando Di Silvio, detto Lallà, dei figli Giuseppe Pasquale e Samuele, e di Ferdinando Ciarelli, detto Furt.
Due vicende inserite dagli inquirenti nell’ambito della cosiddetta guerra criminale tra rom e non rom, per il controllo degli affari illeciti a Latina, esplosa nel 2010. Il 7 aprile di quell’anno, in via Galvaligi, venne gambizzato Alessandro Zof.
Due settimane dopo venne messa a ferro e fuoco la casa di una famiglia di origine nomade, sull’Epitaffio, quella della nonna di un ragazzino che aveva fatto una “fuitina” con una ragazzina di un’altra famiglia nomade. Spari e un’auto in fiamme.
Per l’agguato a Zof vennero arrestati Pupetto e Liuzzi. Gli inquirenti sostennero che “Nino” aveva sparato e “Pupetto” guidato lo scooter Scarabeo rubato con cui era giunto insieme a Liuzzi in via Galvaligi e col quale i due si erano poi dati alla fuga.
Nel corso del processo davanti al Tribunale di Latina i giudici si convinsero anche che un minorenne, residente nella zona, era stato intimidito dai nomadi, che volevano costringerlo a ritrattare.
I due vennero condannati per tentato omicidio, ma il 9 luglio dello scorso anno la Corte d’Appello di Roma derubricò il reato in quello di lesioni, ridimensionando le condanne: 7 anni e mezzo per Liuzzi e 6 anni e mezzo per Pupetto.
Sentenza resa definitiva dalla Cassazione.
Per quanto riguarda invece l’assalto in via Epitaffio, in Appello le condanne, ugualmente rese definitive dalla Cassazione, erano state ridotte a 4 anni per “Lallà”, 4 anni e mezzo per Giuseppe Pasquale, 2 anni e 8 mesi per Samuele, e 4 anni per “Furt”.
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