Referendum, Roberto Benigni cambia verso e propende per il Sì. "Ma capisco le ragioni del No".
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Aveva stupito molti per aver detto che propendeva per il No al referendum di ottobre, ora chiarisce il suo pensiero e dice che voterà Sì, ma comprende le ragioni di chi si oppone alla riforma costituzionale. Roberto Benigni concede una lunga intervista alla Repubblica, in cui elogia la Costituzione che ha "raccontato" anche in televisione, ma sostiene che la seconda parte del testo può essere cambiata.
"Farebbero bene ad attuarla, prima di pensare a cambiarla. La Carta è nata come una promessa alle generazioni future. Noi siamo qui riuniti – disse Calamandrei in quei giorni – per debellare il dolore e per ridurre la maggior quantità possibile di infelicità. Ci rendiamo conto? In questo senso la Costituzione, come la democrazia, è un paradosso, perché chiede a tutti le virtù di pochi". [...] "I Costituenti si sono preoccupati di disegnare la porta, perché sapevano benissimo che un paradiso da cui non si può uscire diventa facilmente un inferno. Dunque hanno previsto i meccanismi di revisione del loro testo. Io sono affezionato particolarmente alla prima parte, quella dei diritti e dei doveri, che per fortuna nessuno vuole toccare. Ma sulla parte dell’ordinamento dello Stato intervenire si può, anche tenendo conto della fase storica in cui la Costituzione è nata, dopo un periodo di umiliazione del Paese e delle sue istituzioni".
Nessun timore di democrazia indebolita.
"Lei sa che io non sono né un costituzionalista né uno storico, parlo da cittadino. Ma dopo settant’anni di democrazia, se qualcuno volesse provare a farsi dittatore nell’Italia di oggi sa cosa verrebbe fuori? Un tiranno da operetta".
Nell'atteggiamento di Matteo Renzi, che rischia di trasformare il referendum in un plebiscito personale, Benigni vede furbizia...e non rinuncia all'umorismo.
"Mi ricorda più un giocatore di poker, quelli che si puntano l’intera posta spingendo le fiches con le mani: all in. Ma guardi bene e ascolti meglio, perché può esserci il trucco all’italiana. Renzi non dice mai se perdo vado via, me ne vado. Dice: se perdo vado a casa. Stia attento: dov’è casa sua? Lui abita da due anni a Palazzo Chigi. Capito?" [...] Renzi è una persona che stimo. Quando recitavo Dante a Firenze veniva ogni sera, e ogni volta si sedeva più a destra. Prima due file più in là, come per provare, poi quattro, poi sei. Andava sempre a destra, io lo facevo notare al pubblico con una gag infantile, che creava un sacco di risate, segno di popolarità e di simpatia. Anche perché in Toscana le case del popolo sono piene di matteorenzi che dicono che fanno tutto loro. Il personaggio è conosciuto"
Il suo voto sarà un Sì, non convintissimo.
"Ho dato una risposta frettolosa, dicendo che se c’è da difendere la Costituzione, col cuore mi viene da scegliere il No. Ma con la mente scelgo il “Sì”. E anche se capisco profondamente e rispetto le ragioni di coloro che scelgono il No, voterò Sì".[...] "Sono trent’anni che sento parlare della necessità di superare il bicameralismo perfetto: niente. Di creare un Senato delle Regioni: niente. Di avere un solo voto di fiducia al governo: niente. Pasticciata? Vero. Scritta male rispetto alla lingua meravigliosa della Costituzione? Sottoscrivo. Ma questa riforma ottiene gli obiettivi di cui parliamo da decenni. Sono meglio del nulla. E io tra i due scenari del giorno dopo, preferisco quello in cui ha vinto il Sì, con l’altro scenario si avrebbe la prova definitiva che il Paese non è riformabile".
La Repubblica Italiana compie 70 anni, i genitori di Benigni non ebbero dubbi su come votare.
"Due contadini socialisti come loro cosa potevano votare? Repubblica, naturalmente. Ne abbiamo parlato molte volte, in casa. La sera prima, mio padre disse a mia madre: ma tu, vuoi votare per il re, che sarà uno e uno solo, o per la Repubblica che ci farà diventare tutti re? Non ebbero dubbi, e non si sono mai pentiti".
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