
Grande vittoria di Renzi. Alla fine ce l'ha fatta e le riforme, che
mettono fine al bicameralismo e che di fatto relegano il Senato ad un muso
istituzionale, sono state approvate. I si' sono stati 179, ben al di sopra dei
161 necessari. Evitate trappole ed imboscate e superati brillantemente dal
governo anche diversi scrutini segreti, grazie all'accordo raggiunto con la sua
minoranza (indicazione dei nuovi 'consiglieri-senatori' da parte dei cittadini e
nomina successiva da parte dei Consiglio regionali) e all'alleanza con il suo
amico Verdini, che ha a lasciato Berlusconi, insieme ad una bella pattuglia di
parlamentari I voti contrari sono stati 16 e 7 gli astenuti. Forza Italia e'
rimasta in aula ma non ha partecipato al voto. Aventino invece per Lega, M5S e
Sel. Calderoli ha lasciato l'aula con in una mano la Costituzione e nell'altra
una bottiglia di olio di ricino. Tweet di Renzi: "Grazie a chi continua a
inseguire il sogno di un'Italia più semplice e più forte.Le riforme servono a
questo". Momenti di tensione quando ha parlato Napolitano con alcuni senatori
che hanno lasciato l'aula per non ascoltare "un golpista". il pittoresco
Scilipoti ha esposto un foglio con su scritto "2011". Quando Berlusconi fu
costretto alle dimissioni. C'e' stato un colloquio tra due "grandi vecchi", e
"grandi" sostenitori delle riforme, Verdini e Napolitano, subito notato,
fotografato e postato dai cinque stelle con sotto scritto: "Verdini e Napolitano
a colloquio. Ecco chi si appresta a stravolgere la Costituzione". Ora non ci
sono più ostacoli sulla strade delle riforme, ma solo i tempi tecnici necessari
trattandosi di una legge costituzionale. La Camera dovra' approvare le riforme
in quarta lettura, ovviamente nello stesso testo, senza cambiare neppure una
virgola. E con questa lettura si concluderà la prima votazione. (Nel senso di
testi identici, anche se ci sono voluti quattro passaggi). Poi a distanze di tre
mesi, seconda votazione, con doppia definitiva lettura, sempre in copia
conforme, di Camera e Senato. Il tutto presumibilmente entro aprile. Poi il
referendum confermativo, che non prevede alcun quorum per essere valido. Il
sogno di Renzi e' quello di fare svolgere il referendum in primavera insieme
alle elezioni nelle grandi citta'. Anche per dare un aiutino al suo Pd a Roma e
Milano.
Nessun commento:
Posta un commento