
Non è
stata istigazione a delinquere quell'invito a "sabotare" la Tav Torino-Lione, il
collegamento ferroviario dell'Alta velocità che passerà in Val di Susa. Aver
detto in un paio di interviste del 2013, nel momento più caldo delle proteste
contro quel tratto ferroviario, che la Tav andava sabotata non costituisce
reato. E quindi Erri De luca, lo scrittore e giornalista napoletano, ex-Lotta
Continua e poi una carriera di riconoscimenti letterari in Italia e in Francia,
è stato assolto dal Tribunale di Torino dall'accusa di aver istigato a
commettere altri reati "perchè il fatto non sussiste". I Pm avevano chiesto una
condanna a 8 mesi. Un'esplosione di applausi in aula alla lettura della sentenza
da parte dei No-Tav presenti. Quello di Torino è stato un processo che ha fatto
molto discutere e diviso l'opinione pubblica perché si presentava,
nell'interpretazione dei No-Tav ma non solo, come una volontà da parte della
magistratura di censurare la libertà di espressione, sancita dal'art. 21 della
Costituzione. Un processo che ha mobilitato intellettuali e politici soprattutto
francesi (anche Hollande ha chiamato Renzi) per chiedere che non si procedese
contro lo scrittore. E in dichiarazioni spontanee prima della setenza De Luca
non aveva rinnegato nulla, anzi aveva ribadito che l'invito a "sabotare" la Tav,
da intendersi come un invito ad "ostacolare" i lavori - qui le citazioni di
Gandhi e Mandela - non doveva condurlo sul banco degli accusati perchè ciò
avrebbe costituito una violazione dell Costituzione. "Non è una vittoria, è
stata impedita una ingiustizia, quest'aula è un avamposto sul presente
prossimo", sono state le prime parole pronunciate da Erri De Luca dopo la
sentenza. "Adesso - ha aggiunto - andrò a Bussoleno in val Susa a un
appuntamento che avevo già preso tempo fa con gli amici che attendevano la
decisione del giudice"."Ora mi sento tornato un cittadino qualunque - ha
continuato - Ma la Valle di Susa resta una questione che mi riguarda". "Di
questo processo mi rimane la grande solidarietà delle persone che mi hanno
sostenuto, in Italia e in Francia. La sentenza ribadisce il valore dell'articolo
21 della Costituzione. Ho letto sui giornali della telefonata di Hollande a
Renzi, ma non credo che abbia influito sulla decisione del giudice".
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