Crolla il Pil italiano: -5,9%, ma per Berlusconi "c'è un miglioramento"
15 maggio 2009 - Crolla il Pil italiano nei primi tre mesi del 2009: il calo sfiora il 6% (-5,9% su base annua, dice Istat) rispetto al primo trimestre del 2008 e segna una riduzione del 2,4% in confronto ad ottobre-dicembre 2008. E' il risultato peggiore dall'80, anno di inizio delle serie storiche confrontabili, e comporta un calo già acquisito per l'intero anno del 4,6%: questo sarà cioé il calo del Pil annuale se le variazioni dei prossimi 3 trimestri saranno pari a zero. Le stime del governo prevedono una riduzione del 4,2%.
L'Italia non è comunque l'unico paese a soffrire - Dati negativi per il prodotto interno si registrano infatti anche in Germania (-3,8% nel primo trimestre), in Francia (-1,2%), in Olanda (-4,5%), Austria (-3,6%). E il segno meno si registra per i paesi della zona euro che chiudono il primo trimestre con un -2,5%.
Dopo sei anni di crescita, il pil della Romania a -6,4% - Emblematico il caso romeno, che conferma come la crisi stia colpendo tutti indiscrimintatamente. Dopo nove anni di continua crescita economica, il pil in Romania, nei primi tre mesi del 2009, per effetto della crisi, è calato del 6,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo dati resi noti oggi dall'Istituto nazionale di statistica riportati dall'agenzia Agerpres. Nel 2008 era stata registrata una crescita del 7,1%. Nel primo trimestre del 2009 il pil è calato del 2,6% rispetto agli ultimi tre mesi del 2008. In seguito ai negoziati per il prestito di circa 13 miliardi di euro dal Fondo monetario internazionale, e di cinque miliardi dalla Commissione europea, il governo ha aggiornato la finanziaria calcolando un calo del 4%. Il governatore della Banca centrale Mugur Isarescu prevede tuttavia una ripresa entro la fine dell'anno. Secondo l'analista Serbanescu, citato dall'Agerpres, invece, solo il capitale straniero potrà salvare l'economia romena.
Berlusconi: "La crisi esiste, i dati sono quelli che ci attendevamo" - Il premier rassicura sui dati appena resi noti. "Siamo nella peggiore crisi mai capitata, ha detto, ma tutti i contatti con le aziende ci dicono che c'é un miglioramento della situazione". Secondo Berlsuconi inoltre "nella crisi il fattore massimo è quello psicologico e per questo nostro compito è infondere fiducia e ottimismo".
Brunetta: "Le cose miglioreranno presto" - Rassicuranti anche i toni dell ministro della P.A. che ipotizza un miglioramento già nella seconda metà dell'anno perché, dice, "ci avvieremo verso tassi negativi più ridotti, che andranno verso lo zero, e poi dallo zero si andrà verso il segno più".
L'opposizione però attacca il Governo - Il primo commento è di Massimo D'Alema che fa notare come il risultato italiano sia il peggiore rispetto agli altri paesi europei: "Abbiamo un governo che fa demagogia e confusione di fronte ad una situazione drammatica del Paese: i dati di oggi dicono che siamo al crollo, tra l'altro il crollo dell'economia italiana è nettamente superiore alla media europea, e abbiamo il presidente del consiglio che si trastulla". Pierpaolo Baretta, capogruppo Pd in commissione Bilancio della Camera, chiede invece che "in assenza di un ruolo serio del governo, le categorie produttive e le parti sociali affrontino direttamente questa situazione sia dal punto di vista della produzione che del lavoro". Mentre Marina Sereni, vicepresidente dei deputati Pd, "da questo governo continuiamo sentire annunci e strumentalizzazioni in vista delle elezioni, ma, com'é facile constatare, nessun fatto".
Coldiretti: "Primi segnali positivi a tavola" - Conferma un lieve miglioramento invece la Coldiretti secondo cui i primi segnali di ripresa "vengono dalla tavola, con le quantità di prodotti alimentari acquistati dalle famiglie che fanno segnare una variazione positiva (+0,8 per cento) dopo il calo che si era verificato nell'anno precedente". Ad aumentare in questo primo scorcio dell'anno sono gli acquisti di praticamente tutti i prodotti alimentari di base, con performance particolarmente positiva, sottolinea la Coldiretti, per le quantità di frutta (+4,73 per cento) dopo il trend di progressiva riduzione in corso da anni. Si tratta di un andamento "incoraggiante" che la Coldiretti è impegnata a sostenere con il progetto per costruire una 'filiera agricola tutta italiana' per la vendita del prodotto agricolo 'cento per cento italiano' firmato dagli agricoltori. "Un impegno - conclude l'organizzazione agricola - per smascherare il finto Made in Italy e combattere le inefficienze e le speculazioni per assicurare acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori che ad oggi per ogni euro speso dai cittadini in alimenti ricevono appena 17 centesimi".