martedì 23 dicembre 2014

Retata di neofascisti, 14 arresti

Retata di neofascisti, 14 arresti: volevano uccidere magistrati e politici e far saltare sedi Equitalia

. Cronaca
Retata di neofascisti in tutta Italia: 14 arresti in diverse città e una trentina di indagati. Sequestrate armi. Progettavano attentati contro magistrati e politici da effettuare simultaneamente per sovvertire l'ordine democratico dello stato e pensavano anche di far saltare sedi Equitalia (col personale dentro). Ma non solo: tra gli obiettivi di quest'associazione denominata 'Avanguardia ordinovista' che si rifaceva al disciolto Ordine Nuovo c'erano anche le stazioni, le prefetture e le questure. Il gruppo terroristico è stato scoperto e sgominato dai carabinieri del Ros tra L'Aquila, Montesilvano, Chieti, Ascoli Piceno, Milano, Torino, Gorizia, Padova, Udine, La Spezia, Venezia, Napoli, Roma, Varese, Como, Modena, Palermo e Pavia. A firmare il provvedimento è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di L'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, a seguito di una inchiesta portata avanti dalla procura distrettuale antimafia dell'Aquila. A coordinare le operazioni è stato il colonnello dei Ros di Roma, Massimiliano Macilenti. I reati contestati a arrestati (tra cui Stefano Manni, 48 anni, ritenuto uno dei capi dell'organizzazione) e indagati sono associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, associazione finalizzata all'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi nonché tentata rapina. I provvedimenti scaturiscono da un'attività investigativa (guidata dal procuratore dell'Aquila Fausto Cardella e dal pubblico ministero Antonietta Picardi) che è stata avviata nel 2013 dal Ros dei carabinieri nei confronti di un'associazione clandestina denominata "Avanguardia Ordinovista" che, "richiamandosi agli ideali del disciolto movimento politico neofascista "Ordine Nuovo" e ponendosi in continuità con l'eversione nera degli anni '70, progettava azioni violente nei confronti di obiettivi istituzionali, al fine di sovvertire l'ordine democratico dello Stato". L'organizzazione che usava Facebook per scambiarsi progetti e studiare attentati è stata sgominata anche grazie a due 'infiltrati' (due carabineri dei Ros che si erano fatti accettare e si erano inseriti nel gruppo neofascista).

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