Il prossimo mese di ottobre, nei giorni compresi tra giovedì 16 e domenica 19, come riportato da alcuni manifesti comparsi in città, si svolgerà a Terracina una delle tappe del campionato del mondo di offshore, iniziativa che ha luogo per il secondo anno consecutivo nel braccio di mare antistante il centro costiero.
I motivi di perplessità nei confronti dell'iniziativa sono presto detti: l'evento, se confermato, andrà ad interessare un SIC (Sito di Importanza Comunitaria ai sensi della Direttiva Habitat, codice IT6000013) presente nella fascia costiera di pertinenza nei fondali tra Capo Circeo e Terracina, istituito per la presenza di una delle più estese praterie di Posidonia oceanica di tutto il tratto di litorale. La Posidonia (una pianta superiore, non un'alga) presente esclusivamente nel Mediterraneo, svolge nei nostri mari un ruolo fondamentale per la conservazione della biodiversità marina: offre rifugio, siti di riproduzione e alimentazione ad una moltitudine di specie animali e vegetali, le sue estese praterie sono produttori primari di sostanze organiche e di ossigeno e, non ultimo, sono delle formazioni importantissime nel contrasto dell'erosione dei nostri litorali, grazie alla loro capacità di smorzare la forza dei moti ondosi che si infrangono lungo le coste.
Se poi, a tutto questo, aggiungiamo che lo stesso tratto costiero compreso tra Porto Badino e Terracina è interessato anche da un'area di ripopolamento ittico che ha visto lo stanziamento, da parte della Regione Lazio, di Fondi Europei per interventi di tutela e sviluppo degli ecosistemi marini, ci rendiamo conto di quanto, l'iniziativa in oggetto, sia del tutto inopportuna: basti considerare i soli effetti che l'inquinamento acustico, quello dell'aria e delle acque potrebbero avere sulla fauna marina in generale. Non occorre andare troppo indietro nella memoria a tale proposito, ricordando semplicemente lo spiaggiamento di pochi giorni fa di numerosi capodogli sulle coste adriatiche per capire quale effetto deleterio possano avere fenomeni di inquinamento sonoro sottomarino (ritenuto al momento una delle possibili cause dello spiaggiamento) sulla fauna ittica. E tutto il braccio di mare che separa le coste di Terracina ed il Circeo dall'arcipelago delle isole Pontine, risulta essere altamente frequentato da numerose specie particolarmente sensibili a questa tipologia di impatto ambientale: dai mammiferi marini (grossi cetacei come i Tursiopi, la Stenella striata, il Delfino comune, e ancora Capodogli per l'appunto e Globicefali) ai rettili marini come la tartaruga marina comune Caretta caretta.
Motivi per esprimere più di una perplessità ce ne sono dunque in quantità, e non a caso il Circolo Larus di Legambiente, proprio per la contiguità di questo tratto di costa con le acque antistanti il Parco Nazionale del Circeo, ha più volte ribadito in diverse circostanze la propria proposta di istituire una vera e propria Area marina protetta che andrebbe a ricomprendere integralmente tutte le praterie di posidonia residue nei SIC che circondano l'attuale Area Protetta sia nord che a sud del promontorio del Circeo, collegandosi fino all'isola di Zannone.
In considerazione anche del fatto che le dinamiche marine non hanno confini politici o amministrativi, e ciò che realizziamo oggi in un determinato luogo può avere effetti anche a notevoli distanze, il Circolo Larus Legambiente di Sabaudia chiede al Sindaco di Terracina di riconsiderare l'idea di organizzare un simile evento in un'area tanto delicata e importante.