domenica 29 marzo 2015

Mills, la signora e la giustizia bizantina

Mills, la signora e la giustizia bizantina

Direttore de ilfattoquotidiano.it e scrittore
Departing MPsIntervistata il 20 marzo dalla versione on line del Telegraphl’aspirante candidata a sindaco di Londra per il partito laburista, Tessa Jowell, ha finito per rafforzare le convinzioni di chi, anche in Gran Bretagna, ritiene la bugia una malattia professionale della politica. La moglie dell’ex avvocato inglese di Berlusconi, David Mills, a proposito dei processi per corruzione giudiziaria subiti in Italia dal consorte, ha testualmente dichiarato: “Mio marito è stato assolto (My husband was exonerated), nessuno ha mai veramente capito di che cosa si trattasse”.  
Come è noto, però, Mills non è stato assoltoDopo essere stato condannato a 4 anni e sei mesi di reclusione, il legale si è salvato nel 2010 in Cassazione grazie alla prescrizione del reato. Per i giudici di terzo grado era infatti provato che Mills negli anni Novanta avesse mentito per favorire Berlusconi in due processi e che per questo avesse ricevuto una tangente di 600 mila dollari. Così, pur dichiarando il caso prescritto, la Cassazione aveva obbligato Mills a risarcire con 250mila euro la Presidenza del Consiglio. Le affermazioni di Tessa Jowell, già ministro per le Olimpiadi nei governi Blair e Brown, sono dunque false. Ma in tutta franchezza dobbiamo dire di non sapere se avranno qualche influenza nella sua corsa, scandita dalle primarie, per ottenere la candidatura nelle elezioni londinesi del 2016. Anzi ne dubitiamo molto. È vero che nel Regno Unito, molto più che in Italia, le bugie di un politico sono tradizionalmente un fatto grave. Ed è altrettanto vero che i lettori della stampa britannica sono stati in passato informati con completezza sui vari sviluppi del caso. Ma basta riascoltare un intervista radiofonica, rilasciata da Tessa Jowell il 18 settembre 2012, per rendersi conto di come l’inglese medio abbia tutto il diritto di non comprendere cosa è accaduto nei tribunali italiani. In Gran Bretagna, come in tutti i paesi civili, i reati non si possono prescrivere a processo in corso. Una volta che un imputato entra in aula ne esce o da colpevole o da innocente. Una terza ipotesi, quasi fosse la x sulla schedina del Totocalcio, non è prevista. Per questo, quando tre anni fa la signora Jowell ai microfoni della Bbc ha per la prima volta sostenuto la tesi dell’assoluzione del marito venendo interrotta da una giornalista che le ricordava come Mills fosse “stato multato per una grossa cifra”, ha potuto ribattere: “La natura bizantina della giustizia italiana è qualcosa che è molto, molto difficile da spiegare. Loro hanno una serie di sanzioni civili che scattano se ritengono che l’integrità di una delle alte cariche dello Stato sia stata messa in dubbio”.  
Il fatto è che i sudditi della Corona sono gente pratica. Sanno che se i processi non si prescrivono in aula, gli imputati raggiunti da prove forti non avranno nessuna convenienza ad affrontare i dibattimenti. Meglio per loro dichiararsi colpevoli e ottenere un sconto di pena, piuttosto che rischiare in Corte un verdetto durissimo. In questo modo in Inghilterra di processi se ne fanno pochi (li affronta solo il 10 per cento degli imputati) e i tribunali non sono intasati. Nella bizantina Italia invece se ne fanno tanti e, causa prescrizione, spesso finiscono in pareggio. Così i politici bugiardi possono impunemente dire: non c’è condanna, non c’è stato il reato.

Andreas Lubitz, ritrovati i resti. Comandante: ‘Per amor di Dio apri porta’

Andreas Lubitz, ritrovati i resti. Comandante: ‘Per amor di Dio apri porta’

Andreas Lubitz, ritrovati i resti. Comandante: ‘Per amor di Dio apri porta’
Mondo

Nuovi particolari sul contenuto della scatola nera dell'Airbus che il co-pilota ha fatto schiantare contro una montagna causando la morte di 150 persone: il comandante gridò al suo secondo, che si era chiuso dentro, "apri questa maledetta porta". Intanto emerge che negli Usa non avrebbe potuto pilotare un aereo passeggeri. Lufthansa smentisce di aver ricevuto da un conoscente segnalazioni sulla sua capacità di volare
Fonti tedesche hanno confermato sabato che i resti del corpo diAndreas Lubitz sono stati ritrovati. Lo riferisce il Corriere della Sera. Il quotidiano di via Solferino ricostruisce anche come il copilota tedesco da ragazzo fosse solito far volare il proprio aliante insieme al padre nel velodromo di Sisteron, sul versante opposto della parete di roccia contro cui ha fatto volontariamente schiantare l’Airbus di Germanwings contro le Alpi francesi, uccidendo 149 passeggeri.
A Düsseldorf continuano le indagini per tentare di comprendere le motivazioni dietro il gesto del 27enne e ricostruirne gli ultimi giorni di vita. Gli investigatori, scrive Die Welt am Sonntag, hanno trovato in casa antidepressivi. Uno degli inquirenti, citato dal giornale, afferma che il co-pilota soffriva di una “grave malattia psicosomatica” e di “una grave depressione e sindrome daaffaticamento“.
Non è chiaro se fossero di origine psicosomatica anche i problemi divista – un deficit del 30%, secondo Le Figaro – da cui Lubitz, a quanto è emerso, era affetto. Disturbi che lo preoccupavano perché avrebbero potuto comprometterne la carriera. Secondo indiscrezioni potrebbe aver sofferto di un distacco della retina, ma gli investigatori non sono sicuri se i suoi problemi di vista avessero cause fisiche o psicologiche.
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Sempre il quotidiano di via Solferino racconta che la sua licenza era frutto solo dell’addestramento ricevuto da Lufthansa, mentre il 27enne non aveva mai, contrariamente a quanto circolato nei giorni scorsi, ricevuto la qualifica di pilota dallaFederal aviation administration statunitense. Vero è che la Faa ha emesso due certificati di iscrizione a suo nome, ma il primo (risalente al 2010) è da “studente pilota” e il secondo lo qualifica come “pilota privato”, con licenza limitata ad aerei a un solo motore e alianti. Negli Usa, dunque, Lubitz non avrebbe potuto mettersi alla cloche di un aereo passeggeri.
La compagnia aerea tedesca, ora nel mirino per le apparenti falle nei controlli sullo stato di salute di Lubitz, domenica ha per la prima volta smentito di aver ricevuto segnalazioni, da parte di “uno stretto conoscente” del giovane che “ne avrebbe messo in dubbio la capacità di volare“. Interpellata dal tabloid Bild am Sonntag, la società ha fatto sapere di “escludere con sicurezza che una notizia simile sia arrivata ai vertici dell’azienda, alla direzione della flotta o ad altri ruoli rilevanti di Germanwings e Lufthansa”.
Emergono intanto nuovi particolari sul contenuto della scatola nera ritrovata già nel giorno della tragedia, quella con le voci registrate nella cabina. Secondo la stessa Bild le ultime parole del comandante Patrick Sonderheimer, che dopo essere uscito dalla cabina l’ha trovata chiusa dall’interno, sono state “Per l’amor di Dio, apri la porta!“. I primi venti minuti di volo registrano scambi di battute banali tra i due. Alle 10.27, il pilota chiede a Lubitz di preparare l’atterraggio a Duesseldorf e gli dice: “Adesso puoi assumere il comando”. Le ultime parole di Lubitz sono “spero” e “vedremo”. A quel punto il pilota esce per andare in bagno e l’aereo comincia la discesa. Pochi minuti più tardi si sente bussare forte alla porta, ricostruisce Bild. Sonderheimer dall’esterno grida: “Per l’amor di Dio, apri la porta”. In sottofondo, si percepiscono le urladei passeggeri. Si sentono i tentativi di abbattere la porta conun’ascia, poi un urlo: “Apri questa fottuta porta!”. Alle 10.40 circa, l’aereo colpisce la montagna.
La Bild, confermando le indiscrezioni diffuse sabato, ipotizza poi che la ex fidanzata, a cui Lubitz disse “un giorno il mondo conoscerà il mio nome”, sia incinta. Sabine L., hostess della Germanwings, viveva a Düsseldorf con il copilota e i due avrebbero voluto sposarsi. Poi la donna lo ha lasciato perché, ha raccontato, “era sempre più evidente che lui aveva un problema. Nelle discussioni crollava e mi urlava addosso. Avevo paura“. Per ora sono stati isolati 78 diversi Dna dagli inquirenti che lavorano all’identificazione delle vittime della tragedia. “Un passo avanti per l’identificazione delle vittime”, ha commentato Brice Robin, procuratore di Marsiglia. Il passo successivo consisterà nel raffronto con i campioni forniti dalle famiglie. Sul luogo del disastro aereo si sta cercando di realizzare una via di accesso per agevolare le indagini e consentire il trasporto di grossi pezzi di fusoliera tramite veicoli 4×4.
Sebastian Stahl, 36 anni, fratellastro di Michael Schumacher, ha rischiato di trovarsi sul volo della Germanwings. Secondo il Daily Express, il pilota con esperienze nella Serie A1 Gran Prix, anche conosciuto come ‘il terzo Schumacher’, il giorno prima dell’incidente si trovava a Barcellona per girare uno spot pubblicitario per una casa automobilistica. Il suo staff aveva preso in considerazione l’ipotesi di ritardare il rientro di 24 ore a causa delle forti piogge sulla città spagnola, ma alla fine ha deciso di attenersi al piano originario e di rientrare in Germania lunedì 23 marzo.