lunedì 15 dicembre 2014

AMIANTO KILLER NELLE CASERME, L’ULTIMO APPELLO DI UN FINANZIERE DI SABAUDIA GRAVEMENTE MALATO

AMIANTO KILLER NELLE CASERME, L’ULTIMO APPELLO DI UN FINANZIERE DI SABAUDIA GRAVEMENTE MALATO
di Rita Cammarone
Nell’elenco nero delle caserme esposte all’amianto c’era anche quella della brigata della Guardia di Finanza di Sabaudia: è stata completamente bonificata solo alcuni giorni fa. Tanto recente è la notizia che nell’atto di risposta del Ministero delle Finanze – reso noto la scorsa settimana – ad un’interrogazione presentata dal deputato Alessio Villarosa del Movimento 5 stelle, la sede in questione appariva nell’elenco delle bonifiche da completare.
LA RECENTE BONIFICA DELLA CASERMA GDF DI SABAUDIA
A seguito di un monitoraggio avviato nel 2012 – avevano spiegato dal Ministero – su 111 sedi con presenza di eternit, 89 sono state bonificate, mentre 22 sono ancora da risanare: la caserma di Sabaudia, insieme a quella di Ivrea, nel Torinese, attendono integrazioni ai piani di lavoro. Piano di lavoro nel frattempo completato a Sabaudia, dopo oltre un anno che il comando della locale Brigata aveva disposto la rimozione d’urgenza della tettoia in eternit, adiacente alla caserma.
AMIANTO KILLER, DA SABAUDIA UN ACCORATO APPELLO
La notizia di questi giorni, circa la presenza di amianto ancora in una ventina di caserme delle Fiamme Gialle, ha spinto Antonio Dal Cin, finanziere quarantacinquenne di Sabaudia in congedo per una patologia molto grave di origine professionale, a scrivere al comandante generale della Guardia di Finanza. Un appello accorato e commosso, inviato questa mattina. “Ho appeso dagli atti parlamentari – scrive Dal Cin – e in modo particolare dalla replica del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ma anche dalla mia quotidiana frequentazione, se non altro per via telematica e telefonica (le mie condizioni di salute non mi permettono altro perché avendo l’asbestosi debbo rimanere quasi tutta la giornata disteso sul letto per evitare tra l’altro che aumenti il ritmo del battito cardiaco, già oltre la soglia, e perché avverto dispnea, e soffocamento), che effettivamente anche grazie all’opera e all’impegno delle Superiori Gerarchie è in atto la bonifica delle caserme dalla presenza di amianto. Certo molte debbono essere ancora bonificate ma almeno si è iniziato a farlo, in modo costante e deciso e di questo La ringrazio, in modo che quando lascerò questa vita, purtroppo assai presto, per quello che mi dicono i sanitari, almeno potrò dire che la mia morte potrà servire a qualche cosa”.
LA TRAGEDIA NELLA TRAGEDIA
“La lucida consapevolezza della mia fine... e la tragedia legata al fatto che ho tre figli, di cui gli ultimi due in tenera età, sette anni e 17 mesi, che purtroppo rimarranno solo con la madre e cioè con mia moglie che peraltro è affetta da sclerosi multipla e morbo di Basedow, non mi impedisce di mantenere quella saldezza e quella speranza, e anche quella forza che mi ha infuso il servizio, che ho prestato nella Guardia di Finanza per quasi un quarto di secolo. La imploro dunque di proseguire questa attività di bonifica e di decontaminazione delle caserme ma Le chiedo pure di non lasciarci soli, di non lasciare soli i ragazzi che rimarranno orfani per il fatto che non siamo stati avvertiti della presenza del minerale killer e del fatto che bastassero poche fibre per contrarre il tumore”.
UN FINANZIERE TRA L’AMIANTO
Nella missiva indirizzata al comandante generale della Guardia di Finanza, Dal Cin spiega che ha fatto il servizio in caserme con presenza di amianto, impiegato di servizio in luoghi dove giacevano, perché sequestrati, materiali di amianto senza alcuna protezione. L’amianto – scrive il finanziere di Sabaudia – era presente anche nelle camerate.
I COLLEGHI, I FIGLI E GLI ORFANI: UN SOLO PENSIERO
“La prego, dunque, lo faccia per tutti quei miei colleghi che ancora non si sono ammalati – conclude Dal Cin rivolgendosi al comandante generale – e disponga che il Corpo glorioso della Guardia di Finanza disponga qualche mezzo di assistenza per gli orfani, specialmente i minorenni per il tempo successivo alla morte dei loro cari, per via delle patologie asbesto correlate e di altre patologie professionali che abbiamo contratto nello svolgimento del nostro dovere. La ringrazio anticipatamente per l’attenzione che mi vorrà dare, anche nel caso in cui ritenesse di non dover accogliere questa supplica, valga comunque con il segno della mia stima personale di tutti gli altri colleghi malati di patologie asbesto correlate e dei familiari di quelli che sono deceduti, l’augurio di un buon lavoro”.
LA BATTAGLIA DELL’OSSERVATORIO

Antonio Dal Cin dà coraggio a chi non lo ha, è un uomo forte che ha fatto della sua malattia un motivo di ribellione. Il finanziere, nativo di Crema, sabaudiano di adozione, in questi anni ha portato avanti la sua battaglia, abbracciata dall’Osservatorio Nazionale Amianto a cui sono iscritti 300 colleghi. L’associazione ha presentato una trentina di esposti nelle diverse Procure d’Italia e messo in piedi una campagna di sensibilizzazione al problema dell’amianto rivolta soprattutto alle istituzioni. “Per molto, troppo tempo, prima che il comitato ONA GDF facesse le segnalazioni – dichiara Ezio Bonanni, presidente dell’ONA, in un’intervista rilasciata di recente al Fatto Quotidiano – vi sono stati materiali contenenti amianto nelle caserme e quindi pericolosi per la salute. All’ONA risulta che siano in corso bonifiche in diverse caserme della Guardia di Finanza per rimuovere l’amianto. Certo sarebbe stato preferibile che fossero state bonificate prima, comunque va apprezzato l’impegno per la messa in sicurezza dei suoi siti lavorativi. Come ONA auspichiamo la costituzione di parte civile delle stesse Fiamme Gialle nel caso in cui l’autorità giudiziaria dovesse procedere penalmente nei confronti dei responsabili. Purtroppo – prosegue Bonanni – dobbiamo attenderci per il futuro altri finanzieri che si ammaleranno a causa dell’esposizione prolungata all’amianto visto che le patologie possono sorgere anche dopo 30-40 anni. È per questo che insistiamo, ancora, perché sia intensificata la ricerca scientifica per debellare queste patologie, oltre alla prevenzione primaria. Anche poche e non elevate esposizioni al cancerogeno – conclude il presidente dell’ONA – possono determinare a distanza di decenni l’insorgenza del mesotelioma, del tumore al polmone, agli altri organi delle vie respiratorie e degli organi gastroenterici, oltre al tumore alle ovaie all’asbestosi e alle placche pleuriche”.

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