martedì 24 novembre 2015

ADDIO A MOIRA ORFEI, SIGNORA DEL CIRCO ITALIANO

ADDIO A MOIRA ORFEI, SIGNORA DEL CIRCO ITALIANO

Moira Orfei (21.12.1931 –  15.11.2015) è morta nella notte a Brescia, dove aveva in programma uno spettacolo. È stata trovata dai familiari questa mattina nella sua casa mobile. La indiscussa regina del circo italiano, la più conosciuta fra i nostri artisti circensi, avrebbe compiuto 84 anni il 21 dicembre.
142648225-198b9faf-c278-40b4-8e7e-3b7c2a9be65c
“Moira Orfei – si legge in una nota – ci lascia in serenità e circondata dall’amore dei familiari, in questa mattina di novembre nella sua celebre casa mobile. Il Circo Orfei che Moira, insieme al marito Walter Nones, ha guidato facendo divertire intere generazioni, per volontà dello stesso, dei figli e dei nipoti andrà avanti per continuare la tradizione in onore della più grande icona circense. Grazie a questa scelta, oggi a Brescia si terranno gli ultimi spettacoli della data lombarda, in attesa che il Circo arrivi la prossima settimana a Milano”.
142647580-565467d0-71ae-4265-9ba6-b4675aed8a74
Miranda Orfei (detta Moira) era nata a Codroipo, in provincia di Udine, il 21 dicembre 1931. La sua famiglia ha lontane origini sinti e da generazioni era dedicata all’arte circense: il nucleo principale del Circo Orfei era composto dal padre Riccardo Orfei, dalla madre Violetta Arata, dai fratelli Paolo, giocoliere e acrobata, e da Mauro, acrobata alle biciclette. Con il tempo Moira è diventata il simbolo stesso del circo in Italia.
142647541-2b97c286-fecd-40af-9174-474e1f2459fb
La sua popolarità è così forte che, nel 1960, il nome della compagnia viene cambiata in Circo di Moira Orfei. La sua specialità era quella di cavallerizza, trapezista, acrobata, domatrice di elefanti e addestratrice di colombe.

DIECI MOTIVI PER FARE CONSERVE IN CASA

DIECI MOTIVI PER FARE CONSERVE IN CASA
di Marta Albè
Preparare le conserve in casa è probabilmente uno dei simboli dell’autoproduzione. Nei ricordi di tutti noi vediamo le nonne intente a preparare confetture, salse e conserve sott’olio per avere a disposizione il surplus dei prodotti dell’orto nei mesi successivi e all’insegna del risparmio. Si tratta di un insieme di tradizioni che sarebbe un vero peccato abbandonare. Ecco allora dieci tra i motivi principali per ricominciare a fare conserve in casa.
1) Rispettare l’ambiente
Preparare le conserve in casa riduce il nostro impatto ambientale su almeno due fronti. Da una parte ci permette di riutilizzare i barattoli di vetro di altre preparazioni, mentre in secondo luogo consente di risparmiare le emissioni legate al trasposto del prodotti dal luogo di produzione al punto vendita.
2) Risparmiare
Questo aspetto riguarda soprattutto il consumo di ortaggi fuori stagione. Le zucchine, ad esempio, costeranno di più in inverno rispetto ai mesi estivi. Ecco dunque che risulta saggio preparare delle conserve per consumare i prodotti estivi anche fuori stagione, se lo si desidera. Pensiamo, ad esempio, al pesto, alle zucchine, alle melanzane e ai peperoni sott’olio o sott’aceto, nonché ai pomodori essiccati e a tutte le conserve e salse a base di pomodoro. Il risparmio è maggiore se le conserve si preparano con i prodotti dell’orto in surplus rispetto alla quantità che riusciremmo a consumare fresca.
3) Ridurre gli sprechi
Di nuovo un collegamento con l’autoproduzione, con particolare riferimento all’orto. Può succedere che il raccolto sia molto più abbondante di quanto ci aspettassimo. Come evitare di dover gettare il surplus? Se regalare qualche ortaggio agli amici e ai parenti non basta, ecco che in nostro aiuto arrivano le conserve, che ci aiuteranno ad arricchire la dispensa per i mesi successivi e ad accorciare la lista della spesa.
4) Barattare e regalare
Ecco un aspetto molto importante legato non solo al risparmio di per sé, ma anche alla riscoperta di un antico paradigma. Per mangiare sano è davvero necessario comprare? Se prepariamo tante conserve, possiamo decidere di barattarne una parte con chi ha la nostra stessa passione. Inoltre con le conserve potremo preparare dei cesti personalizzati come regali di Natale e di compleanno, o per altre occasioni, anche semplicemente come ringraziamento per chi ci ha offerto il suo aiuto.
5) Riscoprire le tradizioni di famiglia
Se ripensate alla preparazione delle conserve con un pizzico di nostalgia, siete davvero dei nostri. Ricordate le estati in cui le nonne preparavano le conserve di pomodoro o i peperoncini lasciati essiccare al sole? Ecco, è davvero giunto il momento di riscoprire le tradizioni di famiglia e di portarle avanti. Perché sarebbe davvero un peccato che saperi e tradizioni di così alto valore andassero perduti semplicemente per noncuranza, pigrizia e con la scusa di non avere abbastanza tempo. Appuntate tutte le ricette per le conserve delle vostre nonne e mettetevi all’opera appena potete.
6) Dedicare tempo all’autoproduzione
L’autoproduzione non è tempo perso, ma tempo guadagnato. Prendiamoci lo spazio di una sera, di un sabato mattina o di una domenica pomeriggio per preparare conserve e marmellate con l’aiuto di tutta la famiglia. La dispensa si arricchirà in un batter d’occhio e non dovremo perdere tempo da dedicare ad una lunga spesa al supermercato, per acquistare tra l’altro prodotti di qualità decisamente inferiore.
7) Creare nuovi legami sociali
Preparare le conserve in passato era un’occasione di ritrovo. Le famiglie allargate e i vicini di casa in determinati periodi dell’anno si riunivano per dare vita a scorte di salse e conserve in grandi quantità, ad esempio durante l’estate e in vista dell’inverno. Era un’opportunità per chiacchierare, scambiare pareri e saperi, conoscersi meglio. L’unione, mai come in questo caso, faceva e può fare ancora la forza. L’autoproduzione è contagiosa, coinvolgiamo gli amici e le persone dell’associazione o del Gas di cui facciamo parte nella riscoperta della preparazione delle conserve.
8) Avere a disposizione cibo salutare
Grazie alla preparazione casalinga delle conserve conosceremo esattamente gli ingredienti contenuti nei barattoli che porteremo in tavola. E così potremo dire stop ai coloranti e ai conservanti industriali e l’eccessivo contenuto di zucchero delle marmellate e confetture in vendita nei supermercati. Inoltre sarà molto divertente personalizzare i diversi tipi di conserve a seconda dei propri gusti, ad esempio aggiungendo erbe aromatiche e spezie. Che ne direste di una confettura di pere allo zenzero o di mele e cannella?
9) Supportare gli agricoltori locali
Se non abbiamo un orto o il nostro raccolto non è sufficiente, ma amiamo comunque preparare conserve dolci e salate, diamo supporto agli agricoltori locali. Cerchiamo le aziende agricole biologiche e sostenibili della nostra zona. Facciamo la spesa ai mercati contadini e impariamo a comprare bio risparmiando davvero molto grazie ai Gas. Tra l’altro, per preparare le conserve andranno benissimo anche frutta e ortaggi di seconda scelta che altrimenti rischierebbero di essere buttati. Informatevi dal contadino o presso il vostro Gas sulla possibilità di acquistare questi prodotti a prezzo ridotto.
10) Aprirsi all’autosufficienza

Coltivare il proprio cibo e preparare le conserve significa aprirsi verso un nuovo stile di vita basato sull’autosufficienza. Certo, le conserve rappresentano solo una parte, magari proprio l’inizio, di un nuovo cammino, ma prepararle con i dovuti accorgimenti è così divertente che sarà proprio l’entusiasmo a spianarvi la strada. E così inizierete a condividere saperi, a chiedere consigli ai più esperti, a risparmiare sulla spesa e a scoprire nuovi sapori.

Fisco Italia, la classifica delle città più tartassate

Fisco Italia, la classifica delle città più tartassate: al Sud si paga di più, al Nord più servizi e meno tasse

In uno studio della Cgia di Mestre la situazione del peso fiscale nel nostro Paese: "Dove ci sono più servizi si paga di meno, una vera ingiustizia"

Fisco Italia, la classifica delle città più tartassate: al Sud si paga di più, al Nord più servizi e meno tasse
Redazione Tiscali
Inutile ribadire quanto il peso fiscale sia rilevante in Italia. A considerare la graduatoria dei cittadini più tartassati del Paese però si rischia di andare incontro a delle sorprese. Almeno stando alla ricerca condotta dalla Cgia di Mestre, secondo cui le famiglie più oberate di tasse si trovano a Reggio Calabria. Mentre il secondo posto della poco ambita classifica è occupato da Napoli. Il peso complessivo di Irpef, addizionali comunali e regionali all’Irpef, Tasi, bollo auto e Tari nella città capolista ammonta a 7.684 euro, mentre nella città partenopea assomma a 7.658.
Il terzo posto è occupato da Salerno: lo sforzo fiscale richiesto alle famiglie residenti è di 7.648 euro. Ai piedi del podio si collocano Messina (7.590 euro), Roma (7.588 euro),Siracusa (7.555 euro), Catania (7.547 euro) e Latina (7.540 euro). La prima città del Nord èGenova che si piazza al 13/o posto, con 7.405 euro.
Pubblicità
 
Le città meno tartassate, invece, si trovano a Nordest: nelle ultime sei posizioni ben quattro sono occupate da comuni veneti e friulani: Verona (7.061 euro), Vicenza (6.986 euro),Padova (6.929 euro) e Udine (6.901 euro). "Il differenziale tra le imposte pagate a Reggio Calabria e quelle versate a Udine è di 783 euro - commenta il coordinatore dell'Ufficio studi degli Artigiani di Mestre Paolo Zabeo. -. Se consideriamo la qualità e la quantità dei servizi offerti, è evidente che questo gap non ha alcuna giustificazione e la gran parte delle famiglie del Sud che pagano le tasse subiscono una vera ingiustizia".
Nella ricerca della Cgia è stato analizzato il carico fiscale che grava quest'anno su una famiglia media composta da un lavoratore dipendente con coniuge e figlio a carico: questa famiglia tipo ha un reddito annuo di 31.000 euro (pari a una retribuzione mensile netta di 1.900 euro), vive in un'abitazione di proprietà di 100 metri quadrati (rendita catastale di 500 euro) e possiede un autovettura di media cilindrata. La Cgia sottolinea che sono stati presi in esame 50 Comuni capoluogo: 19 di regione e 31 di provincia con più di 100.000 abitanti. "In Italia - segnala Zabeo - il carico fiscale sulle famiglie penalizza soprattutto quelle residenti nelle città del mezzogiorno. A gravare sulle tasche dei cittadini del sud pesano, in particolar modo, l'addizionale regionale Irpef e la Tari.
Irpef - L'esosità della prima è dovuta al fatto che quasi tutte le regioni del Sud sono in disavanzo sanitario: pertanto, ai cittadini di questi territori viene applicata l'aliquota massima per comprimere il deficit. L'elevato peso della seconda, invece, è riconducibile al fatto che i costi di gestione delle aziende di asporto rifiuti sono eccessivi e, come prevede da pochi anni la legge nazionale, devono essere interamente coperti dagli utenti con il pagamento del tributo. Inoltre, al Sud si sconta ancora una percentuale di raccolta differenziata molto contenuta che non consente una riduzione della tariffa, così come succede in molte città del Nord". Nel 2016 la situazione è destinata a migliorare: con l'abolizione della Tasi sulla prima casa, le famiglie italiane risparmieranno mediamente tra i 200 e i 250 euro.
"Tuttavia - prosegue Zabeo - per i nuclei residenti nelle realtà in disavanzo sanitario, come il Piemonte, il Lazio e la gran parte delle regioni del sud, è probabile che i mancati aumenti dei trasferimenti in materia di sanità vengano compensati con un incremento della tassazione locale e/o con un inasprimento dei ticket". Solo dal 2018 le famiglie italiane potranno beneficiare di un consistente taglio dell'Irpef. In attesa di questa misura, il carico fiscale non dovrebbe subire significative variazioni. "Sia chiaro - conclude il segretario della Cgia Renato Mason - con questa analisi non vogliamo assolutamente dare alcun giudizio sull'operato degli amministratori locali. Infatti, abbiamo considerato in maniera indistinta tributi nazionali, regionali e comunali, con l'obiettivo di comprendere quanto possa variare il prelievo fiscale tra le principali città italiane a parità di condizioni".

"Benzema ha sputato sulla Marsigliese"

"Benzema ha sputato sulla Marsigliese"

©Getty Images
©Getty Images
di Sportal.it
 

 Altra bufera su Karim Benzema.
 A puntare il dito contro l'attaccante del Real Madrid è l'eurodeputata francese del Partito Repubblicano, Nadine Morano, che sul suo profilo Facebook ha pubblicato un'immagine in cui si vede il giocatore francese, di origine algerina, sputare in terra poco prima dell'inizio del "Clasico" tra Real Madrid e Barcellona giocato sabato scorso al Santhiago Bernabeu.
Pubblicità
 
  
 Secondo quanto dichiarato dalla euro-deputata, Benzema avrebbe compiuto questo gesto proprio alla fine della toccante esecuzione della Marsigliese in memoria delle 130 vittime di Parigi.
  
 "Questo gesto è un insulto alle vittime, alle loro famiglie e alla Nazione tutta intera - scrive la Morano in un post che ha già 50.000 mi piace -. Non si può ignorare il fatto che i giocatori di calcio esercitano una grande fascinazione sui giovani e giovanissimi. Per questo motivo i giocatori devono porsi come un modello esemplare nei loro comportamenti".
  
 Non solo: "Karim Benzema ha offeso la memoria delle vittime di Parigi e non deve mai più essere convocato nella nazionale francese".

Tunisia, esplode pullman delle guardie presidenziali.

Tunisia, esplode pullman delle guardie presidenziali. Almeno 11 morti e 10 feriti


TERRORE IN TUNISIA - Ancora terrore in Tunisia. Ha fatto almeno 14 morti e diversi feriti, almeno 10, l’esplosione che ha colpito un autobus della guardia presidenziale nella capitale. La deflarazione è avvenuta ad Avenue Mohamed V, in pieno centro, nei pressi dell’ex sede del partito dell'ex rais Ben Ali.
Un ordigno ha probabilmente fatto esplodere il pullman che trasportava gli uomini della guardia presidenziale. L'esplosione sarebbe stata causata da un attacco, avvenuto all'incrocio tra due strade principali della città. Lo ha comunicato una fonte della sicurezza locale. La testata al-Arabiya cita, inoltre, testimoni che hanno detto di avere sentito una forte esplosione nonostante si trovassero distanti.
SI TRATTA DI UN ATTENTATO - Che si tratti di un attentato lo conferma il portavoce del ministero dell’Interno, Moez Sinaou, interpellato dall’agenzia France Presse. Ancora sconosciuto il numero di militari che si trovava a bordo, l'intero centro della città è stato chiuso alla circolazione. 

Isis, da dove arrivano i soldi: ecco chi finanzia il terrore

Isis, da dove arrivano i soldi: ecco chi finanzia il terrore

Attentato Parigi, cane poliziotto Diesel ucciso per salvare i suoi padroni

Attentato Parigi, cane poliziotto Diesel ucciso per salvare i suoi padroni
1 / 43 (Ansa)
2 / 43 (Ansa)
3 / 43 (Ansa)
4 / 43 (Ansa)
5 / 43 (Ansa)
6 / 43 (Ansa)
7 / 43 (Ansa)
8 / 43 (Ansa)
9 / 43 (Ansa)
10 / 43 Parigi, blitz all'alba nel covo degli jihadisti a Saint Denis (Ansa)
11 / 43 (Ansa)
12 / 43 (Ansa)
13 / 43 (Ansa)
14 / 43 (Ansa)
15 / 43 (Ansa)
16 / 43 (Ansa)
17 / 43 (Ansa)
18 / 43 (Ansa)
19 / 43 (Ansa)
20 / 43 (Ansa)
21 / 43 (Ansa)
22 / 43 (Ansa)
23 / 43 (Ansa)
24 / 43 (Ansa)
25 / 43 (Ansa)
26 / 43 (Ansa)
27 / 43 (Ansa)
28 / 43 (Ansa)
29 / 43 (Ansa)
30 / 43 (Ansa)
31 / 43 (Ansa)
32 / 43 (Ansa)
33 / 43 (Ansa)
34 / 43 (Ansa)
35 / 43 (Ansa)
36 / 43 (Ansa)
37 / 43 (Ansa)
38 / 43 (Ansa)
39 / 43 (Ansa)
40 / 43 (Ansa)
41 / 43 (Ansa)
42 / 43 (Ansa)
43 / 43 (Ansa)