lunedì 15 dicembre 2014

ALIMENTI RICCHI DI VITAMINA D

ALIMENTI RICCHI DI VITAMINA D
di Francesca Antonucci
Per vitamina D si intende in realtà un gruppo di 5 molecole diverse: D1, D2, D3, D4 e D5. Tra queste quelle che hanno una maggiore importanza per il nostro organismo sono la vitamina D2, ovvero l’ergocalciferolo di origine vegetale, e la vitamina D3, il colecalciferolo di provenienza animale.
Qualunque sia la sua forma, questa sostanza può essere considerata sia una vera vitamina, infatti il 20% del nostro fabbisogno è coperto dall’alimentazione, sia un ormone. Una volta che nel nostro organismo viene infatti trasformata nella sua forma attiva, il calcitriolo, diventa una molecola con la struttura tipica degli ormoni steroidei, capace di agire su tessuti e organi bersaglio.
Il ruolo più noto della vitamina D è quello di consentire il fissaggio del calcio nelle ossa, ma è anche attiva nel favorire l’assorbimento di questo minerale nell’intestino ed il riassorbimento di calcio e fosforo dai reni, impedendone l’eliminazione con l’urina.
La forma attiva
Il calcitriolo è la forma biologicamente attiva della vitamina D e la sua sintesi definitiva avviene con due reazioni di idrossilazione: la prima nel fegato e la seconda nel rene.
Grazie all’esposizione alla luce solare il nostro organismo è in grado di garantirsi la sintesi del colecalciferolo, il principale precursore della vitamina D, assorbito anche nell’intestino dagli alimenti. E, in effetti, questa autoproduzione è il principale meccanismo di approvvigionamento di vitamina D. Per tale motivo la concentrazione plasmatica di questa molecola è più elevata durante la stagione estiva: ciò consente anche l’accumulo nel tessuto adiposo per i periodi meno soleggiati del resto dell’anno.
Il fabbisogno
La necessità di assorbimento di vitamina D con la dieta cambia a seconda dell’età del soggetto e anche delle sue condizioni di salute: un adulto sano che esce in modo regolare e si espone alla radiazione luminosa, dovrebbe assumere circa 10 microgrammi al giorno di colecalciferolo, cioè di vitamina D3. Mentre i bambini sani di età compresa tra i 3 ed i 15 anni ne dovrebbero assumere circa 12-15 microgrammi al giorno. Nell’ambito di una dieta sana ed equilibrata, basata sul modello della dieta mediterranea non serve alcuna integrazione.
Negli individui che non si espongono alla luce, come per esempio gli anziani che escono poco da casa, si potrebbe dover ricorrere ad una supplementazione. La gravidanza e l’allattamento, inoltre, sono due momenti della vita della donna in cui il fabbisogno quotidiano di vitamina D aumenta: anche in questo caso se l’esposizione alla luce rimane costante, e l’alimentazione equilibrata, non dovrebbe verificarsi alcuna carenza.
Alimenti, carenze ed eccessi
Le fonti alimentari che contengono quantità apprezzabili di vitamina D3 e D2 sono davvero poche, tra queste:
pesci grassi come aringhe, sgombri, salmone, sardine e merluzzo;
olio di fegato di merluzzo;
latte e latticini;
uova;
verdure a foglia verde.
Il calciferolo viene assorbito nell’intestino e trasportato nel circolo sanguigno, non viene immagazzinato nel fegato ma trasformato nella sua forma attiva e poi utilizzato o eventualmente accumulato.
Dal punto di vista clinico la carenza di vitamina D si esprime come rachitismo nel bambino o come osteomalacia nell’adulto. In entrambi i casi, la causa è un alterato metabolismo della molecola per un ridotto apporto di calciferolo con la dieta, così come alterazioni del metabolismo epatico e renale dei precursori della vitamina D o, anche se raramente, una ridotta esposizione solare e deficit alimentari di calcio, magnesio e fosforo.

Per quanto sia rara, anche l’ipervitaminosi da vitamina D ha rilevanza clinica. Si manifesta con sintomi come nausea, vomito, diarrea, ipercalcemia e altre più gravi alterazioni a carico dei reni e del cuore, come nefrocalcinosi e cardiocalcinosi. Di sicuro non è l’eccesso alimentare che può condurre un paziente all’intossicazione da vitamina D, più comune è l’errore nell’assunzione di un integratore o di un farmaco a base di calciferolo. Per tale motivo anche gli integratori alimentari andrebbero sempre consigliati da un professionista, medico o farmacista.

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