lunedì 30 maggio 2016

"Rubare per fame non è reato", lo ha stabilito la Cassazione

"Rubare per fame non è reato", lo ha stabilito la Cassazione

. Cronaca


"Rubare per fame non è reato". Lo ha stabilito una sentenza della Cassazione - che costituirà precedente  - annullando la condanna per furto inflitta dalla Corte d'Appello di Genova ad uno straniero senza fissa dimora, Roman Ostriakov, che aveva preso dagli scaffali di un supermercato dei wurstel e del formaggio, merce per un valore di 4 euro, li aveva nascosti in tasca e alla cassa aveva pagato solo un pacco di grissini. Scoperto, era stato denunciato e mandato a processo venendo giudicato e condannato in due gradi di giudizio, Tribunale e Appello. Secondo la Cassazione invece non è punibile chi, spinto dal bisogno, ruba piccole quantità di cibo - come nel caso in questione - per far fronte "all'imprescindibile esigenza di alimentarsi". Come doveva essere accaduto per quel giovane clochard, peraltro non nuovo ad episodi del genere. Comunque non è stato lui a far ricorso in Cassazione ma il procuratore generale presso la Corte d'appello di Genova che chiedeva che il clochard fosse condannato non per "furto lieve", come era in effetti avvenuto con due severe sentenze, ma per "tentato furto". Ora la Cassazione  ribaltato tutto: quello compiuto dall'homeless è stato sì un "furto consumato" e non un tentato furto" ma - hanno deciso i supremi giudici - "la condizione dell'imputato e le circostanze in cui è avvenuto l'impossessamento della merce dimostrano che egli si impossessò di quel poco cibo per far fronte ad una immediata e imprescindibile esigenza di alimentarsi, agendo quindi in stato di necessità". Così è stata annullata senza rinvio la sentenza di condanna inflitta in appello il 12 febbraio del 2015 al giovane senza fissa dimora "perchè il fatto non costituisce reato".
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Pannella, l'ultimo grande della I Repubblica.

Pannella, l'ultimo grande della I Repubblica. "Odiato" da comunisti e Dc. Lo "sgarbo" di Scalfaro-Ciampi-Napolitano. Al Papa "Ti voglio bene"

. Politica


Se ne è  andato, l'ultimo grande, veramente grande della prima Repubblica. Lui sempre irriverente con il potere, non tanto come potere, quanto come sopruso, "odiato" politicamente dai comunisti in primis, che lo consideravano una fastidiosa spina nella sinistra e dai democristiani, non tutti, ma dagli integralisti. E lui ricambiava, perche' non poteva vedere ne' Togliatti, Longo o Berlinguer (era contro il compromesso storico), ma nemmeno i vari Moro, Andreotti, Zaccagnini e Scalfaro. Anche se Moro avrebbe voluto salvarlo ed era per la trattativa. Con Fanfani fu diverso. Lo sfido' al referendum sul divorzio, che il leader Dc, allora segretario del partito, aveva voluto trasformare (un insegnamento anche per il futuro?) in un referendum tra i moderati e la sinistra, e vinse. Ma Fanfani un altro gradissimo, molto intelligente e politico puro (nel senso che cerco' sempre di operare per il bene comune) non gliene volle mai, abituato com'era a dover fronteggiare gli intrighi non a viso aperto di palazzo (per piazza del Gesu', che era la storica sede della Dc, con la segretaria che allora contava più che essere premier) da parte degli altri si fa per dire 'cavali di razza' del suo partito. (In realtà i cavalli di razza Dc erano solo due, Fanfani appunto e Moro). Marco era un liberale, ma simile a quelli anglosassoni e fondo' il Mondo con Pannunzio, una sorta oltre che di giornale di circolo politico-culturale. Era il tempo della dolce vita romana e l'appuntamento fisso era da Rosati a via Veneto. Fondo' i radicali e da ambizioso quale era sperava in un maggior successo. Gli sarebbe piaciuto avere il successo della Lega o dei Cinque stelle. Ma non ando' mai oltre pochi punti percentuali. E siccome, non era privo di difetti, in parte dipese anche da lui. Perché non organizzo' mai veramente il partito, tenendolo a movimento. E ne fu sempre padre-padrone. I congressi, anche frequenti dei radicali erano democraticamente una farsa. Si votava per alzata di mano e l'assemblea era tenuta costantemente sotto controllo. Nessuno poteva osare ribellarsi a lui. E a quelli che sono andati per altri lidi, come Rutelli o Giachetti a sinistra e Capezzone (che pure faceva parte dell'ala più di sinistra dei radicali) o Elio Vito a destra, non rivolgeva a Montecitorio neppure un saluto. Li considerava traditori e basta. Gli hanno voluto bene, ricambiati, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi, soprattutto Craxi. Ma lui, pur essendo un uomo chiaramente  della prima Repubblica, quando ci fu Tangentopoli aveva già 62 anni, anche per vezzo voleva considerarsi uno nuovo e quindi non amava parlare troppo del passato. Ma lo sgarbo più grosso lo subì dai presidenti della Repubblica che non lo vollero senatore a vita, nonostante lo meritasse più di ogni altro. Cossiga lo avrebbe fatto, ma Pannella era ancora troppo giovane. Berlusconi premier lo propose più volte, Prodi no. Ma ne' Scalfaro (democristiano integralista che mal lo sopportava), ne' Ciampi (troppo legato ai comunisti e a quella componente laica della sinistra massimalista di provenienza azionista), ne' tantomeno Giorgio Napolitano (sempre coerente nelle scelte al suo passato comunista) gli vollero riconoscere il  suo ruolo nella storia italiana. Sicuramente come autorità morale superiore a molti di loro e soprattutto a tanti divenuti senatori a vita. Lo hanno salutato alla Camera e domani saranno i cittadini a ricordarlo l'ultima volta a piazza Navona, una piazza simbolo di tante sue battaglie. Saranno funerali civili, anche se lui una sua religione l'ha sempre avuta ed anche un profondo rispetto del mondo cattolico, al di la' delle sue battaglie per i diritti civili che non riteneva in contrasto. Il  "dubbio" sull'Aldilà lo ha sempre assillato. Lui che era un mistico come dimostrano le sue battaglie con l'impegno del proprio corpo (alla fine i digiuni gli avevano stravolto il metabolismo) aveva una concezione kantiana del bene come bene, fine a se stesso. Non per un posto in Paradiso ed ovviamente tanto meno per una poltrona o per benefici economici. Papa Francesco lo aveva ammaliato, ma aveva avuto ottimi rapporti anche con Giovanni Paolo II e con Benedetto XVI. Le ultime parole le ha avute per Bergoglio: "Ti scrivo dalla mia stanza all'ultimo piano, vicino al cielo. Caro Francesco ti voglio bene". E non c'e' dubbio che se c'e' il Paradiso un posto spetterà a lui, il grande ed indimenticabile Marco.
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Camorra e partite truccate in serie B

Camorra e partite truccate in serie B: dieci arresti, indagato Izzo del Genoa (e del giro della Nazionale)

. Cronaca


C'è anche un calciatore di serie A, Armando Izzo, 24 anni, difensore del Genoa - e del giro della nazionale, oggi però escluso dal Ct Conte dalla lista dei 30 per gli Europei - nell'inchiesta sul calcioscommesse in Sere B che ha portato all'arresto di dieci persone (sette in carcere, tre ai domiciliari). Izzo è stato indagato ma non è stato raggiunto da nessuna misura cautelare. Con Izzo risultano indagati il centrocampista dell'Acireale, Francesco Millesi, già in forza all'Avellino, e l'ex calciatore Luca Pini. I carabinieri di Napoli hanno arrestato un gruppo di persone che si presume appartenenti al gruppo di camorra "Vanella Grassi" di Secondigliano in un' operazione scattata all'alba nel capoluogo campano. Nei riguardi dei dieci arrestati è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare al termine di un'inchiesta della Dda di Napoli sull'attività del clan su scommesse e partite di serie B. Durante le indagini è stata intercettata una telefonata nella quale si dice: "Dobbiamo mangiare tre polpette, abbiamo la pancia piena". Il blitz dei carabinieri ha portato alla scoperta di alcune partite del campionato di calcio di serie B della stagione 2013-2014, il cui risultato sarebbe stato alterato dal clan. In quel campionato Izzo giocava nell'Avellino. Le due partite finite nel mirino del pm con l'ipotesi di  frode sportiva sono Modena-Avellino del 17 marzo 2014 e Avellino-Reggina del 25 maggio dello stesso anno. Identificati, inoltre, i componenti della rete di affiliati vicina al baby boss Umberto Accurso, arrestato l'11 maggio scorso.
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Il verde Van der Bellen vince, al fotofinish, sull'ultranazionalista Hofer. Austria spaccata a metà

Il verde Van der Bellen vince, al fotofinish, sull'ultranazionalista Hofer. Austria spaccata a metà

. Esteri


Un finale al cardiopalma le presidenziali austriache vinte al fotofinish dal verde Alexander (Sacha) Van der Bellen, 72 anni, economista, sul rivale dell'ultradestra Norbert Hofer, l'anti-europeista del FPO che aveva stravinto al primo turno (35% contro il 21% dell'avversario). Decisivo nel ballottaggio il computo degli 800.000 voti espressi dagli austriaci per corrispondenza, il 14% del totale, dopo lo stallo nei seggi elettorali che aveva fatto registrare ieri sera una perfetta parità, 50% e 50%, lasciando il paese e l'Europa col fiato sospeso. In attesa della proclamazione ufficiale del risultato, l'ultradestra dopo aver annunciato in un primo tempo l'intenzione di presentare ricorso, ha ammesso la sconfitta: è stato lo stesso Hofer a farlo su Facebook. La battaglia delle presidenziali austriache tra il nazionalista e l'ecologista si è conclusa così con la vittoria di strettissima misura del secondo, convinto europeista, che ha allontanato il pericolo dell'ultradestra al vertice delle istituzioni dopo una campagna elettorale tutta giocata dal partito di Hofer sulla paura per l'immigrazione incontrollata e sul confine sud, il Brennero, permeabile e poco sicuro - secondo l'FPO - per le inefficienze dell'Italia. Ma resta il fatto che l'Austria, il giorno dopo le presidenziali, si è svegliata scoprendosi come un paese spaccato in due, con la metà della popolazione affascinata dalle sirene del nazionalismo anti-europeista. E di questo Van der Bellen ma anche l'Ue dovranno tener conto.  Van der Bellen è nato a Vienna nel 1944, da padre russo di origine olandese e madre estone entrambi profughi a seguito dell'invasione dell'Estonia da parte dell'Unione Sovietica avvenuta nel 1940. Nel 1958 ha ottenuto la cittadinanza austriaca e nel 1962 si è diplomato presso il liceo umanistico Akademisches Gymnasium di Innsbruck. Ha studiato economia presso quella università, dove conseguì il dottorato nel 1970. Dal 1968 al 1970 ha lavorato come assistente presso l'Istituto di Economia Pubblica dell'Università di Innsbruck e nel 1972-1974 presso l'Istituto Internazionale di Management di Berlino. Ha conseguito l'abilitazione in scienze finanziarie nel 1975 e nel 1976 è nominato professore straordinario presso l'Università di Innsbruck, dove rimase fino al 1980, quando divenne professore presso l'università di Vienna. Già membro del partito socialdemocratico austriaco, Van der Bellen fu eletto nel Consiglio nazionale austriaco per il partito dei Verdi austriaci nel 1994. Nel 1997 è diventato il loro portavoce federale e nel 1999 presidente del gruppo parlamentare dei Verdi nel Consiglio nazionale, dalla cui carica si dimette a seguito della dura sconfitta dei verdi nelle elezioni del 2008. Nel 2010 è diventato assessore della città di Vienna per l'Università e a ricerca. Nel 2012 ha lasciato il Parlamento, per entrare poi nel consiglio comunale di Vienna.
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Terrore sul mondo, un batterio resiste a tutti gli antibiotici.

Terrore sul mondo, un batterio resiste a tutti gli antibiotici. E se se ne impossessassero i terroristi?

. Cronaca


E' allarme negli Stati Uniti per un caso di antibionicoresistenza. Per la prima volta e' stata trovata una persona portatrice di un batterio con un gene che lo rende resistente persino all'antibiotico più potente. Il batterio e' stato individuato nelle urine di una donna di 49 anni. Gli esperti hanno stabilito che si tratta di un ceppo di escherichia colistina, resistente all'antibiotico colistina, l'ultima possibilità a cui si ricorre per curare queste tipologie di "batteri resistenti" o da "incubo", come sono stati ribattezzarti, perché sono in grado di uccidere fino al 50% dei pazienti. Ora servono nuove cure perche questa scoperta può rappresentare la fine di farmaci che hanno salvato milioni di vite. Ora praticamente e' come dire che se un batterio di questo tipo si diffondesse, si potrebbe morire di tutte quelle malattie, ormai derubiate ad innocue. Dalla polmonite, ad un'infezione fino ad una semplice influenza. Il fatto che in America se ne occupi il ministero della Difesa e' eloquente. Cosa potrebbe succedere se gruppi di terroristi riuscissero ad impossessarsi di questo batterio? Potrebbero facilmente diffondere l'epidemia più mortale di sempre. 
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Giorgio Albertazzi, un gigante del teatro, se ne e' andato a 92 anni.

Giorgio Albertazzi, un gigante del teatro, se ne e' andato a 92 anni. Un passato nella Repubblica di Salo' che mai rinnego'

. Cronaca


Se ne e' andato in punta dei piedi a 92 anni, l'attore Giorgio Albertazzi. Nato a Fiesole il 20 agosto del 1923 e laureato in architettura, aveva debuttato nel mondo del teatro nel 1949. quando calco' il palcoscenico in Troilo e Cressida di Shakespeare, con la regia di Luchino Visconti. Albertazzi ha girato una trentina di film, pur senza essere mi ammaliato dal cimenta, lui che era un animale da teatro. Ha anche lavorato molto in televisione, interpretando i famosi sceneggiati televisivi degli anni sessanta. Ma quello che più lo ha condizionato tanto da essere definito "il perdente di successo" e' stata la sua esperienza giovanile nella Repubblica di Salo'. Vi aderi' nel 43 e si dice che comando' anche un plotone d'esecuzione. Fu arrestato alla fine della guerra e fu liberato solo nel 47, grazia alla famosa "Amnistia Togliatti". Ma differenza di molti altri, anche suoi colleghi, non rinnego' mai il suo passato e rimase a modo suo fascista, si definiva un "anarchico di centro", comunque sempre di destra. Gigante della scena e gran seduttore, e non solo di donne. Visconti si innamoro' di lui, ma poi ne venne respinto. Perché a Giorgio piacevano soprattutto le donne e ne ha avute tante. E' morto sabato mattina nella sua tenuta in Maremma, da tempo era sofferente ed il suo cuore ha smesso di battere alle nove. E come spesso ricorda il direttore dell'Agi, Roberto  Iadicicco, che oltre ad essere giornalista e' anche medico, l'uomo, non la donna, dopo gli ottanta e' sempre appeso ad un filo. Basta un niente  e la luce si spegne. Vicino a lui era  moglie Pia de' Tolomei, più giovane di trent'anni. La sua grande compagna di tetro e' della vita e' stata Anna Proclemer. Il premier Renzi lo ricorda come "un grande italiano" e un artista che e' stato contemporaneamente classico e controcorrente". Una sua frase: "Dovunque stiamo andando cerchiamo di andarci con leggerezza". Architetto, attore dagli occhi blu, alla Burt Lancaster, amava classici e meno classici da Shakespeare a Sofocle ad Arthur Miller. Aveva un timbro di voce con due solo uguali, Vittorio Gassman  ed Enrico Maria Salerno. Pero' la sua , modulata con sinfonie di pause ed accelerazione, rimane unica ed indelebile. L'amico Zeffirreli, che lo presento' a Visconti, i brividi erotici e le scintille tra i due, con Luchino che lo insegue con eleganza aristocratica e lui che si lascia sedurre e poi rifiuta.
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Alimentazione sana: 9 miti da sfatare


FRANCESCA GASTALDI 12 APRILE 2016
Siete delle irriducibili del mangiare bene e dell’alimentazione sana? Attenzione allora a non farvi trarre in inganno da alcuni tipi di cibi.
Non tutto quello che viene ritenuto sano lo è davvero e viceversa: spesso infatti le nostre abitudini a tavola sono condizionate da false credenzeperpetrate nel tempo.
Non ci credete? Ecco allora 9 miti da sfatare che riguardano l’alimentazione sana.
  1. I prodotti bio sono più nutrienti. Se quando andate a far la spesa puntate esclusivamente sui prodotti bio perché ritenete facciano meglio, sappiate che in realtà l’unica differenza sta nel loro metodo di coltivazione improntato al rispetto per l’ambiente. I valori nutrizionali però sono gli stessi di quelli non biologici.
  2. I carboidrati fanno ingrassare. Evitate di mangiare pasta e pane per la paura di accumulare qualche chilo di troppo? Anche questa è una falsa credenza. Tutto dipende infatti dalle quantità e dagli abbinamenti: basta quindi ridurre le quantità e abituarsi a condire la pasta con sughi leggeri e delicati.
  3. Lo zucchero di canna fa meglio di quello bianco. Anche preferire lo zucchero di canna considerandolo più salutare è un mito che va decisamente sfatato. Entrambi gli zuccheri infatti sono lavorati, quello che cambia è solo il livello di raffinazione.
  4. Le uova aumentano il colesterolo. Spesso si tende a evitare le uova perché nei tuorli sappiamo essere contenuta un’alta percentuale di colesterolo. Tuttavia bisogna anche considerare che l’apporto di colesterolo non genera di per sé un aumento di quest’ultimo nel sangue, perché l’organismo è capace di regolare la sua assunzione. I problemi nascono quando c’è una predisposizione a gestire il colesterolo assunto con i cibi.
  5. La buccia della frutta contiene più vitamine. Temete che sbucciare la frutta significhi perdere la maggior parte delle sue proprietà nutrizionali? Non è poi così vero. Si tratta infatti di un dato decisamente sovrastimato: anche la polpa della frutta contiene fibre e vitamine in quantità soddisfacente.
  6. Il sale fa male. C’è chi lo ha persino eliminato totalmente dalla propria dieta credendolo responsabile di problemi come l’ipertensione: in realtà grandi quantità di sale possono far male solo in presenza di determinate problematiche e patologie preesistenti.
  7. L’ananas brucia i grassi. Se quando siete fuori a cena tendete a concedervi più di un peccato di gola pensando che poi tanto potrete concludere con una fetta di ananas capace di bruciare i grassi, è il caso di ricredervi. L’ananas è infatti un frutto che ha ottime proprietà ma non effetti miracolosi taglia-calorie.
  8. Il pane integrale fa meglio di quello bianco. Si ritiene spesso che il pane integrale sia più salutare perché molto più ricco di fibre e con un tasso glicemico più basso. In realtà, rispetto al pane bianco, queste differenze sono davvero minime.
  9. Mangiare molta frutta fa bene. Attenzione infine anche al consumo eccessivo di frutta. Sicuramente mangiando mele, pere, kiwi, ecc possiamo fare il pieno di vitamine, ma dobbiamo considerare anche che la frutta è una grande fonte di zuccheri, oltre al fatto che in grandi quantità può fermentare nell’intestino e causare fastidiosi gonfiori.

Ritenzione idrica: le cose da sapere


FLORIANA 21 APRILE 2016
La ritenzione idrica è un problema piuttosto diffuso che colpisce circa il 30% delle donne italiane, causando un accumulo di liquidi nel corpo su alcune zone importanti come pancia, cosce, glutei, braccia e caviglie. È un disturbo da contrastare con ogni mezzo a nostra disposizione.

Cause della ritenzione idrica

La ritenzione idrica può innanzitutto essere di quattro tipi, con diverse cause:
  • Ritenzione idrica alimentare, causata da uno stile alimentare errato, magari troppo ricco di sale, o da una possibile intolleranza al lattosio
  • Ritenzione idrica secondaria, legata a patologie ai reni, al cuore, al fegato o ancora alla vescica
  • Ritenzione idrica da farmaci, quindi derivante dal loro abuso
  • Ritenzione idrica circolatoria, dovuta a un cattivo funzionamento della circolazione corporea.
La causa più frequente della ritenzione idrica è quella alimentare. Sovrappeso, intolleranza al lattosio e in generale una dieta non corretta possono portare facilmente a questo disturbo. Provate a fare questo semplice test: basta premere con il pollice su una parte della coscia per un po’ di secondi. Se togliendo il dito l’impronta è rimasta ed è ancora molto visibile, allora si soffre probabilmente di ritenzione idrica.

Rimedi per la ritenzione idrica

Per porre rimedio al problema della ritenzione idrica si consiglia di curare di più il proprio stile di vita, seguendo questi consigli che vanno bene per qualunque persona.
  • Bere molta acqua, almeno un litro e mezzo o meglio due litri al giorno
  • Evitare i cibi salati
  • Eumentare il consumo di frutta e verdura
  • Prediligere le verdure ricche di vitamina C come lattuga, cavolfiore, cavolo, peperoni, sedano e broccoli
  • Quando possibile, mangiare le verdure crude. Quindi via libera alle insalate miste
  • Ridurre drasticamente l’uso dei carboidrati raffinati e sostituirli con i cereali, meglio se integrali
  • Evitare le bibite zuccherate e i succhi di frutta già pronti
  • Evitare caffè, alcolici e fumo
  • Aiutare il corpo con le tisane
  • Fare spesso un po’ di sana attività fisica. Va bene anche una camminata veloce di almeno 40 minuti al giorno.
Se con uno stile di vita sano e salutare non si riesce a combattere la ritenzione idrica, probabilmente la sua causa sarà un’altra e pertanto è consigliabile rivolgersi a uno specialista.

7 erbe aromatiche da utilizzare sempre in cucina


NICCOLO PICCIONI 22 APRILE 2016
Per rendere ancora più sfiziosi i piatti che ogni giorno si cucinano per se stessi o per la propria famiglia si possono utilizzare le erbe aromatiche. Facili da trovare e disponibili in tutti i supermercati, le erbe aromatiche consentono, oltre al sapore, di dare una spinta all’organismo per farlo star bene.
Ecco le 7 erbe aromatiche che non dovrebbero mai mancare nella credenza – possibilmente fresche.
  1. Prezzemolo: perfetto con pesce e verdure, il prezzemolo è tra le erbe aromatiche più versatili in assoluto, anche per via della sua semplicità di coltivazione (può essere tranquillamente piantato sul proprio terrazzo, purché sia un punto molto luminoso). Il suo sapore forte diventa più dolce conoscendone i benefici; infatti, il prezzemolo stimola la diuresi, è un fortissimo antinfiammatorio naturale, è un regolatore della pressione e riduce la caduta dei capelli.
  2. Coriandolo: seppur tra le erbe aromatiche meno utilizzate in Italia, il coriandolo deve, ad ogni costo, essere nella propria credenza ed insaporire i propri piatti. Erba adatta ad arricchire il gusto di gamberi e crostacei, pollo e carne rossa, il coriandolo è un ottimo carminativo, antispasmodico e stomachico, dunque un buon rimedio naturale contro coliche addominali, difficoltà digestive e gonfiore. Inoltre, il suo effetto stimolante attenua il senso di fatica, combatte l’inappetenza e lo rende un buon tonico per l’attività cerebrale e per il sistema nervoso.
  3. Menta: una delle erbe aromatiche più diffuse, sia per la cucina salata che nella produzione di dolci e bevande, la menta non può mancare nella propria cucina per dare ad ogni pietanza una ventata di freschezza ed il tipico sapore pungente capace di stimolare le papille gustative. Le sue proprietà più conosciute sono quelle cicatrizzanti e disinfettanti. Utile in caso di disturbi gastro-intestinali, aiuta il funzionamento del fegato e favorisce la digestione. Contiene mentolo, vitamina C, sostanze antibiotiche, limonene e isovalerianato.
  4. Erba cipollina: una delle erbe aromatiche più utilizzate, soprattutto nella cucina italiana, è l’erba cipollina, discendente della cipolla dal sapore molto simile a quella dell’ortaggio, seppur più leggero e meno sgradevole (perché in molti non amano il sapore deciso della cipolla). Facilissima da coltivare, anche a casa, l’erba cipollina stimola l’appetito e la produzione di succhi gastrici; ha, inoltre, proprietà depurative ed antisettiche. È considerata un vero e proprio toccasana per il cuore e, grazie alle sue qualità cardiotoniche e stimolanti dell’irrorazione sanguigna, è considerata anche una delle erbe aromatiche più afrodisiache.
  5. Timo: tra le erbe aromatiche elencate, il timo è quella dal sapore più corposo e deciso, molto adatta per zuppe, stufati, piatti a base di carne o arrosti. Con oltre 400 diverse varietà di timo, questa erba aromatica si contraddistingue per essere un vero e proprio alleato della salute umana. Infatti, grazie alla sua attività antibatterica, ha il potere di disinfettare le vie respiratorie e di porre fine ad eventuali malesseri respiratori. Ha potere disinfettante anche per le vie urinarie.
  6. Rosmarino: tipico ingrediente delle griglate e degli arrosti, il rosmarino è tra le erbe aromatiche, come il prezzemolo, più versatili. Grazie al suo sapore inconfondibile, riesce a rendere prezioso ogni piatto, senza distruggerne o alterarne il gusto (salvo che non venga bruciato). Il rosmarino è un valido alleato della digestione, che rende più fluida e meno pesante; è inoltre un importante energizzante e tonico naturale, che permette la salvaguardia dell’organismo molto a lungo.
  7. Basilico: infine, tra le erbe aromatiche non poteva mancare il basilico, protagonista indiscusso della cucina italiana. Che sia per la pizza o per il classico sugo al pomodoro, il basilico addolcisce ogni piatto, rendendolo gustoso e completo al palato. Consumato frequentemente crudo (appena raccolto), in commercio sono disponibili anche formati di basilico essiccato che non perde le proprie caratteristiche. Questa pianta, infatti, è ricca di potassio, utilissima per regolare l’equilibrio idrico nel corpo; contiene calcio, fondamentale per il benessere e la solidità delle ossa, e ferro, che è essenziale nel sangue per consentire il trasporto e il ricambio di ossigeno.

Acqua: ok al minimo vitale gratis per tutti i cittadini

Acqua: ok al minimo vitale gratis per tutti i cittadini
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Pubblicato da lentepubblica.it il 22 aprile 2016
acqua minimo vitale gratisGarantiti fino a 50 litri al giorno gratis a persona anche ai morosi che non hanno pagato la bolletta. Anche chi non ha pagato la bolletta dell’acqua non rischierà mai più di restare “a secco”: ha infatti ottenuto il primo sì alla Camera il testo di legge che prevede un minimo vitale di acqua gratis per ogni italiano; insomma, saranno garantiti a tutti i cittadini 50 litri di acqua al giorno per i quali non bisognerà più pagare la società fornitrice.

Il servizio sarà considerato completamente gratuito e fuori bolletta idrica in quanto considerato un servizio necessario per la sopravvivenza e fondamentale per la vita. Per chi è moroso con arretrati di pagamento, non dovrà temere l’interruzione della fornitura e potrà beneficiare dei 50 litri gratis, inoltre se presenta un Isee basso può dimostrare la situazione di morosità incolpevole. Il costo per l’acqua gratis, non sarà sostenuto dallo Stato, ma dai cittadini, da coloro che hanno redditi più alti: il costo, dei 50 litri di acqua gratis a cittadino verranno scaricati sulla tariffa applicata agli scaglioni più alti di consumo, questo per incentivare al risparmio delle risorse idriche.

La bolletta dell’acqua sarà più trasparente. Oltre al dettaglio dei consumi, gli utenti potranno conoscere i dati sugli investimenti effettuati dai gestori, sui costi di depurazione sostenuti e anche sulle percentuali medie di perdite idriche nelle reti. A pagare, quindi, saranno i più fortunati, ma resta il dubbio su quale impatto possa avere la proposta di legge sulla nuova disposizione del codice civile, introdotta con la riforma del condominio, “che consente – spiega ancora il sito – all’amministratore, nel caso in cui qualche condomino non paghi le spese mensili da oltre 6 mesi, di sospenderlo dall’utilizzo dei servizi condominiali ‘suscettibili di godimento separato’ come appunto – secondo molti – l’acqua”.

Novità anche sul fronte misurazione con la previsione di interventi per favorire la diffusione della telelettura in modalità condivisa da effettuare attraverso la rete elettrica, tramite l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, al fine di favorire il controllo dei consumi e la verifica del diritto all’erogazione del quantitativo minimo vitale. Nel testo viene previsto altresì, in materia di monitoraggio, anche l’obbligo in caso alle regioni di installare contatori per il consumo dell’acqua in ogni singola unità abitativa, nonché contatori differenziati per le attività produttive e del terziario esercitate nel contesto urbano.

5 miti da sfatare sulla cellulite


NICCOLO PICCIONI 12 MAGGIO 2016
La cellulite è uno degli argomenti più discussi tra le donne e sulle riviste a loro dedicate: in molti cercano di dare una risposta e una soluzione al problema, tuttavia ci sono dei miti da sfatare sulla cellulite.
Infatti, molto spesso, ciò che si sente dire della cellulite non corrisponde alla verità. E tra inesattezze, passaparola e un po’ incompetenza sono tante le notizie false e gli inutili rimedi che prolificano.
Ecco 5 miti da sfatare sulla cellulite che potrebbero trarre in inganno tantissime donne.
  1. Solo le persone in sovrappeso hanno la cellulite. Anche se in molti lo pensano, questa è una delle più grandi bugie in materia. Infatti, la cellulite non è causata dall’eccesso di peso, bensì da fattori indipendenti come la genetica, l’invecchiamento, la ritenzione idrica, la scarsa circolazione sanguigna e i danni del sole. Tuttavia, è corretto dire che non osservare una dieta regolare aumenta l’evidenza dell’inestetismo.
  2. Se si perde peso, si perderà anche la cellulite. Anche la fluttuazione del peso diventa complice della comparsa della cellulite. In questo caso, infatti, perdendo volume corporeo sarà molto facile ridurre l’impatto della celliulite che, tuttavia, persisterà. Inoltre, fare diete che sottopongono il corpo ad uno stress elevato potrebbe causare danni all’elasticità cutanea.
  3. Con la ginnastica cardio si elimina la cellulite. Se è vero che l’esercizio fisico può rafforzare il tessuto adiposo alla base della buccia d’arancia, la ginnastica cardio non è un vero modo per riuscire a ridurre l’impatto della cellulite. Infatti, per ridurre l’inestetismo servirebbe un’attività fisica che vada a colpire lo strato inferiore del muscolo, andando a ledere le sacche formatesi.
  4. Le creme rassodanti fanno sparire la cellulite. Nonostante quello che numerose etichette inducono a credere, non esistono (al momento) creme o altri prodotti che facciano sparire la cellulite. Questo perché, come già detto, derivando da numerosi fattori, la cellulite non può sparire solo grazie a una crema. Però alcuni prodotti, in particolare quelli contenenti retinolo, potrebbero lavorare per ridurre temporaneamente la comparsa di fossette, anche se nel lungo periodo l’inestetismo si continuerebbe a presentare.
  5. La liposuzione potrebbe rendere meno evidente l’inestetismo. Infine, numerose donne ricorrono alla liposuzione per ridurre l’effetto della cellulite. Oltre ad essere molto costoso e doloroso come intervento, questo potrebbe peggiorare la situazione, in quanto il movimento degli appositi macchinare potrebbero andare a creare nuovi sedimenti di adipe che, in precedenza, non esistevano.

Unioni Civili: ecco tutte le novità della Riforma

Unioni Civili: ecco tutte le novità della Riforma
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Pubblicato da lentepubblica.it il 12 maggio 2016
 
unioni-civiliVia libera definitiva dell’Aula della Camera alla legge sulle unioni civili. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 372 voti a favore, 51 contrari e 99 astenuti.  Il provvedimento crea un nuovo istituto utilizzabile da tutti le coppie maggiorenni dello stesso sesso, attribuendo a costoro gli stessi diritti previsti per il matrimonio nel codice civile. L’iter e la regolamentazione dei rapporti patrimoniali sono infatti praticamente gli stessi con l’unica eccezione delle adozioni a cui i componenti dell’unione non potranno accedere. In particolare l’unione civile non potrà essere realizzata se una delle parti è ancora sposata, non ha la maggiore età (salvo apposita autorizzazione del tribunale); ha un’interdizione per infermità mentale; ha un legame di parentela con l’altra parte; è stata condannata per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell’altra.

Le unioni civili si sottoscrivono di fronte a un ufficiale di stato civile, alla presenza di due testimoni e viene iscritta in un registro comunale. È certificata da un documento che attesti la costituzione dell’unione e che deve contenere: dati anagrafici; regime patrimoniale; residenza. Si può scegliere uno dei due cognomi o decidere di adottare entrambi i cognomi.

La similitudine con il matrimonio emerge anche per la regolazione del regime giuridico ovvero diritti e doveri reciproci, figli, residenza, concorso negli oneri, abusi familiari, interdizione, scioglimento dell’unione: il ddl prevede infatti la completa applicazione degli articoli del codice civile previsti per le coppie sposate. In particolare, in caso di decesso di una delle parti dell’unione civile prestatore di lavoro, andranno corrisposte al partner sia l’indennità dovuta dal datore di lavoro (ex art. 2118 c.c.) che quella relativa al trattamento di fine rapporto (ex art. 2120 c.c.). In relazione alla successione, si applicherà ai partner dell’unione civile parte della disciplina contenuta nel libro secondo del codice civile. In caso di decesso il membro superstite avrà diritto, inoltre, alla pensione di reversibilità, alla pensione ai superstiti o all’indennità di morte.

Le coppie di fatto

Oltre alle unioni civili tra persone dello stesso sesso il ddl regola anche le coppie di fatto. Precisando che vengono considerati conviventi di fatto due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale e coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune. La convivenza di fatto può riguardare tanto coppie eterosessuali quanto coppie omosessuali e consiste una forma di tutela più debole rispetto al matrimonio o all’unione civile. In particolare vengono estesi ai conviventi di fatto solo alcune prerogative spettanti ai coniugi (in buona parte sono così codificati alcuni orientamenti giurisprudenziali) come i diritti previsti dall’ordinamento penitenziario, del diritto di visita e di accesso ai dati personali in ambito sanitario; alla facoltà di designare il partner come rappresentante per l’assunzione di decisioni in materia di salute e per le scelte sulla donazione di organi; i diritti inerenti la casa di abitazione; le facoltà riconosciute in materia interdizione, inabilitazione e amministrazione di sostegno; del diritto al risarcimento del danno da fatto illecito.

Da segnalare anche la possibilità di regolare i rapporti patrimoniali attraverso il cd. contratto di convivenza cioè un accordo, con atto pubblico, con cui i conviventi di fatto disciplinano i rapporti patrimoniali relativi alla loro vita in comune e fissano la comune residenza. La proposta specifica i possibili contenuti del contratto, attraverso il quale i partner possono fissare la comune residenza, indicare le modalità di contribuzione alle necessità della vita in comune, scegliere il regime patrimoniale della comunione dei beni, cui si applicano le regole del codice civile. Il contratto di convivenza si risolve in caso di morte; di recesso unilaterale o di accordo tra le parti; in caso di matrimonio o unione civile tra i conviventi o tra un convivente e un terzo.

Alla cessazione della convivenza di fatto potrà conseguire il diritto agli alimenti in capo ad uno dei due partner. Tale diritto deve essere affermato da un giudice ove il convivente versi in stato di bisogno e non sia non è in grado di provvedere al proprio mantenimento (ex art. 438 c.c.). Spetta allo stesso giudice determinare la misura degli alimenti (quella prevista dal codice civile) nonché la durata dell’obbligo alimentare in proporzione alla durata della convivenza.