martedì 26 giugno 2012

Paese muore di sommerso e corruzione


Lavoro/Ex pool mani pulite: Paese muore di sommerso e corruzione

Legalità sola condizione sviluppo; Speranza in minoranze evolute


      TMNEWS
Milano, 26 giu. (TMNews) - Strumenti investigativi smussati, o fortemente indeboliti; riforme giudiziarie fatte nell'interesse dei corruttori o dei concussi: economia drogata da un'illegalità di massa e crescita bloccata soprattutto da corruzione e mafia, ormai, in questa Italia del 2012, "componenti della costituzione materiale del Paese". E' il quadro della legalità in Italia, tratteggiato ieri sera, con la forza della testimonianza diretta e con dati alla mano, dai magistrati protagonisti dei grandi processi degli anni Novanta, riuniti a convegno a Milano.

A vent'anni da Tangentopoli, lo stato della legalità, in Italia, se possibile, è peggiorato; rimane aperto il nodo dei rapporti tra mafia e politica. "Le aristocrazie mafiose si stanno integrando nella società come borghesia produttiva" e se un sottosegretario è condannato in primo e secondo grado, a differenza della Prima repubblica, non si dimette. Con contraccolpi pesantissimi sull'economia del Paese. Che si trova nello stato attuale non per mancate riforme liberalizzatrici ma per la zavorra insostenibile della corruzione e del sommerso. E "se in Italia c'è crescita zero - osserva uno dei magistrati del pool Mani pulite, Piercamillo Davigo - ciò deriva principalmente dalla criminalità economica. Perché con il trenta per cento di Pil di sommerso, significa che questo Paese sta morendo per evasione fiscale".

I magistrati dell'ex pool Mani Pulite si sono riuniti a Milano nella giornata dell'anteprima del festival dedicato ai temi dello sviluppo e dell'occupazione: "Le cinque giornate del lavoro", con 25 eventi e oltre cento ospiti, che si terrà da oggi al 29 giugno a Palazzo Reale a Milano. Ospiti, oltre al sociologo Nando Dalla Chiesa, alcuni ex giudici di Milano: Piercamillo Davigo, Antonio Di Pietro, Francesco Greco; e Roberto Scarpinato, del pool Antimafia di Palermo, attuale procuratore generale a Caltanissetta.

(segue)
 
 

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