sabato 4 febbraio 2017

Il mistero della Moby Prince: "fu una bomba a fare la strage"

Il mistero della Moby Prince: "fu una bomba a fare la strage"

La commissione parlamentare d'inchiesta ritorna sulla "pista dell'attentato" e chiede la consulenza dell'esperto di esplosivi. Le vittime furono 140

Il mistero della Moby Prince: 'fu una bomba a fare la strage'
Redazione Tiscali
La strage della Moby Prince è la più grande tragedia della marina mercantile italiana: 140 morti, 75 passeggeri e 65 membri dell'equipaggio. Viene chiamata l' "Ustica del mare" perché per quelle morti non c'è nessun colpevole e restano tanti misteri. Il traghetto della Navarma alle 22:03 del 10 aprile del 1991 mollò gli ormeggi a Livorno diretto a Olbia. Meno di mezz'ora dopo, quando ancora si trovava nella rada del porto toscano, entrò in  collisione con la petroliera Agip Abruzzo. La petroliera fu la prima nave ad essere soccorsa, nessuna vittima tra quanti (28 persone) erano a bordo. Per quasi un'ora invece nessuno si accorse che il Moby era alla deriva avvolto dalle fiamme. Dal traghetto fu lanciato, alle 22:26, una richiesta d'aiuto ma non fu sentito dalla capitaneria di porto di Livorno. Diverse le risposte dei consulenti su quanto durò la vita dopo la collisione: meno di 20 minuti per la perizia disposta dal tribunale, ore secondo gli esperti delle parti civili.

La commissione d'inchiesta e la pista dell'attentato

Per i magistrati le cause della strage furono l'errore umano e la nebbia. Ma la "verità" giuridica è stata sempre contestata dai familiari delle vittime (riuniti nelle associazioni "10 aprile" e "140"). La loro ultima speranza è la commissione parlamentare d'inchiesta, istituita nel 2015. Secondo quanto riporta La Verità, la commissione presieduta da Silvio Lai (Pd) sta "imboccando con decisione la pista dell'attentato". S'indagò sull'ipotesi dell'esplosione per un ordigno a bordo, ma poi fu scartata.

La consulenza affidata all'esperto di esplosivi

Ora, riporta il quotidiano di Maurizio Belpietro, si cerca di capire se c'era una una bomba nel locale del motore delle eliche di manovra a prua. "Oltre alle altre quattro consulenze volute dal presidente Lai (attrezzature della «Moby», medico legale, dinamica dell' incendio, timone), decisiva è la quinta - scrive il giornale -. Quella affidata all'esperto di esplosivi dell' esercito, il maggiore Paride Minervini" . "L'idea è che la quantità di esplosivo presente nel locale eliche di manovra potesse essere consistente - aggiunge La Verità -. Per il resto riserbo totale. I risultati sono previ sti per i primi di febbraio".

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